“… Persino la classe operaia fu costretta a perseguire i propri fini politici
e sindacali all’interno di una cornice di idee in larga parte (anche se non
esclusivamente) elaborate da questi intellettuali legati alla classe
proprietaria… “
Robert Skidelsky, “John Maynard Keynes. Speranze tradite”
John Maynard Keynes era un giocatore d’azzardo nel senso tecnico, e il “diniego” come Oscar Wilde attraversò nascostamente l’intera creazione della “Teoria Generale dell’Occupazione”, l’equivalente del Ritratto di Dorian Gray. Entrambi sono stati rovinati dai loro capolavori, che vivevano di vita propria. Entrambi non accettavano la realtà. You can’t have the cake and eat it.
Se lo Zeitgeist mescola le carte, noi stiamo a guardare. Ma è uno spettacolo inquietante. L’economia italiana è attraversata dagli “stati misti”, come chi scrive ha ripetuto usque ad nauseam: depressione ed eccitazione si mescolano al limite del passaggio all’atto suicidario, destabilizzando i fragili assetti democratici del nostro Paese attraversati da un “quasi disturbo bipolare” per citare la sintesi ottima di Serena Zoli a colloquio con Paolo Girardi. Ma anche gli Stati Uniti d’America sono pericolosamente in bilico, nella “liaison dangereuse” tra Spengler (vedi alla voce tramonto della nostra civiltà, per non dire ultimo atto della stessa) e Keynes, organicismo e determinismo, decadenza e azione; lo si capisce benissimo dalla magistrale conclusione del reportage di Paolo Mastrolilli su “Affari e Finanza” del 14 luglio 2025 “Robin Hood al contrario per gli Usa”: “… L’amministrazione (Trump, ndr) giura che non ci sono tagli alla sanità, ma solo provvedimenti per evitare imbrogli, magari da parte di immigrati illegali, più l’obbligo di lavorare per i giovani che chiedono l’assistenza. In teoria non fa una piega, sarebbe anche un’idea popolare, ma la realtà secondo Summers è che i tagli ci sono e a soffrirne saranno i più disagiati, che non hanno neppure la forza fisica o la salute per lavorare. Eppure i mercati, soprattutto quello dei bond che funziona un po’ da termometro della responsabilità fiscale del governo, non sono caduti nel panico. Gente come Ray Dalio si sbraccia per lanciare l’allarme sulla “bomba del debito”, ma gli investitori non lo seguono, forse distratti dal caos dei dazi. Black-Rock, nel suo outlook di metà anno, ha commentato così i timori riguardo l’attrattiva del debito americano: “Non pensiamo che tali preoccupazioni siano giustificate”. Goldman Sachs e Bank of America hanno alzato le stime sui target annuali dell’indice Standard and Poor’s 500. Magari hanno ragione loro, però la stessa distrazione regnava ad esempio alla vigilia della crisi del 2008. E sul Titanic sorseggiavano i cocktail, mentre il transatlantico faceva rotta decisa verso l’iceberg.”
Dunque, ci sono due notizie: una è positiva e l’altra è negativa. L’amministrazione americana giura che non ci sono tagli alla sanità: “… in teoria, non fa una piega, sarebbe anche un’idea popolare, ma la realtà secondo Summers è che i tagli ci sono e a soffrirne saranno i più disagiati”; se Trump usa la teoria per rifondare la realtà, l’alternativa c’è ed è Soros, il programma della Opening Society: come ha detto il simpatico Robert Shiller a Mastrolilli, “E’ una ricetta modello “Laffer Curve” che non ha mai funzionato, tranne per chi incassa le prebende fiscali”; l’ideologia al potere fa danni mostruosi, bisogna adeguare la teoria alla realtà, per evitare il ripetersi delle tragedie del Novecento mentre la III guerra è già cominciata, senza che ce ne siamo accorti (“dall’interno è tutto normale”, per citare il gambler di Portofino Maurizio Raggio). La brutta notizia è che l’America – al limite della guerra civile – è alle soglie dell’instaurarsi di un regime fascista, pericolo autorevolmente denunziato dall’“illuminista radicale” già premio Nobel Joseph Stiglitz a una tavola rotonda di “Affari e Finanza” la scorsa primavera, ma anche da numerosi scienziati; cito nuovamente il corrispondente primus inter pares Paolo Mastrolilli perché il “diavolo è nei dettagli” (parafrasando Friedrich Hegel e Victor Hugo), e qualcosa di terribile sta per accadere: “… Larry Summers, segretario al Tesoro dell’amministrazione Clinton (viene da rimpiangere il Gramm-Leach-Bliley Act del 1999, ndr), mai tenero col presidente Biden che ha accusato di aver scatenato l’inflazione con i suoi sussidi, dà un giudizio tecnico più tagliente: “E’ il più grande taglio alla rete di sicurezza americana nella storia. Il Budget Lab dell’università di Yale stima che ucciderà 100mila persone in oltre dieci anni. Nei miei 70 anni di vita, non mi sono mai vergognato così tanto per il mio Paese il 4 luglio”, giorno in cui Trump ha trionfalmente firmato la legge. “Questi tassi di interesse più alti, tagli ai sussidi per l’elettricità e la transizione verde, riduzioni nella disponibilità di alloggi, il fatto che a causa dei tagli alla sanità gli ospedali dovranno prendersi cura di queste persone e scaricare i costi su tutti gli altri, significherà più inflazione, più pericolo che la Fed debba aumentare il costo del denaro e correre il rischio di recessione, più stagflazione. E’ il danno che ogni famiglia della classe media nel nostro Paese si troverà ad affrontare per colpa di questa legge. E per cosa? Un milione di dollari di agevolazioni fiscali in dieci anni al 10% più ricco della nostra popolazione. E’ davvero la priorità assoluta per l’uso dei fondi federali in questo momento? Non credo. E’ un atto vergognoso da parte del nostro Congresso e del Presidente, che farà regredire il Paese”…”.
Trump fa sesso con il “punto d’equilibrio”, come il miope Herbert Hoover. Su questo sfondo si verifica lo iato tra The Donald e Elon Musk, danneggiato dai tagli draconiani all’elettricità che detiene clandestinamente una copia degli “Epstein files” come arma di ricatto nei confronti del presidente. Il 10 luglio 2025 ho scritto all’ex registrar del Tribunale dell’Aya Philippe Couvreur, uno dei maggiori giuristi francesi: “Philippe, ci sarà molto probabilmente una covert action violenta contro Elon Musk. L’hotel Sofitel 2011 era soltanto un aperitivo… Mala tempora currunt et peiora premunt.” Mi ha risposto laconicamente: “Temo che tu abbia ragione… “.
Ritengo che si tratterà di un’overdose di droga e psicofarmaci. L’anti-socialità di un uomo come Trump, già responsabile dell’istigazione al suicidio di Jeffrey Epstein nel 2019, è compatibile con uno scenario di questo tipo; Musk, con il suo “America Party” sul “punto di equilibrio” tra Friedman e Keynes (non è una battuta ad effetto), si trova nella stessa posizione di Boris Berezovsky con Putin, morto suicida nella tenuta di Ascot il 24 marzo 2013. America e Russia sono due facce del tramonto della nostra civiltà.
La cifra singolare del fondatore di Tesla, nello stritolamento del polytropos, è che è attraversato dalla “sindrome di hybris”: è il suo fulmine, ma anche il suo veleno.
Veniamo al caso Italia, molto simile in realtà al caso americano: i populismi di Trump e Giorgia Meloni si equivalgono nel loro profilo antidemocratico e nell’ignoranza di chi li sorregge.
Sia detto di passata: non c’è dubbio, per chi scrive, che “Affari e Finanza” fu un’intuizione geniale di due avventurieri un po’ borderline come Eugenio Scalfari e Giuseppe Turani (il secondo è finito male). C’è un embrione di New Deal keynesiano nel nostro Paese, ma non vedrà la luce; scrive l’analista cosmopolita Raffaele Ricciardi nel dossier “Rincorsa di governo e aziende sugli stipendi trasparenti”:
“Sembra un orizzonte lontano, ma il timore che serpeggia tra gli addetti ai lavori è di arrivare a ridosso della scadenza scoprendo di dover correre per non finire fuori tempo massimo.
Entro giugno 2026 l’Italia deve recepire la direttiva Ue sulla trasparenza salariale, che nasce dall’esigenza di abbattere il divario salariale di genere quantificato dalla Commissione al 13%, che alla pensione sale al 30%. Molte le innovazioni che introduce, soprattutto per un mercato nel quale vige ancora il tabù dello stipendio, a differenza delle logiche anglosassoni; molti anche gli aspetti che restano da chiarire, per decreto, dopo che la legge di delegazione europea del febbraio 2024 ha dato mandato al governo di farlo. Le novità salienti “cominciano dalla fase di negoziazione”, sintetizza il partner di Job-Princing, Federico Ferri. Le imprese dovranno indicare i salari d’ingresso e il range relativo ai posti vacanti, astenendosi dal domandare la storia retributiva del candidato che spesso rimane così nella trappola del suo passato. All’interno dell’organizzazione, lavoratrici e
lavoratori acquisiranno il diritto a conoscere i livelli retributivi medi, ripartiti per sesso, dei colleghi che svolgono un lavoro “di pari lavoro”… Vista dall’ottica delle aziende è una rivoluzione, per ora silenziosa ma di indubbio impatto. Siamo, annota l’ad (amministratore delegato, ndr) di Mercer Italia, Marco Morelli, “alla fine della “cultura dell’intuito” e del “pago come voglio”, specie per i manager: i meccanismi saranno condivisi”. Anche per i lavoratori, la trasparenza salariale “sarà un fattore di attrazione. Sono sempre più le persone a scegliere l’organizzazione e non viceversa: andranno verso quelle più trasparenti e che hanno un processo chiaro, equo, meritocratico”…”.
“Sono gli individui a fare la società, e non viceversa” è uno dei più celebri aforismi di Margaret Thatcher. E’ raccolta l’eredità del professor Ezio Tarantelli, il maggiore avversario di Bettino Craxi in materia di politica economica, morto assassinato dalle Brigate Rosse nel marzo del 1987 sulla scalinata della Sapienza di Roma. Perché – ricordiamolo – le Br erano contrarie al merito, avversavano Keynes (con il piombo dell’ignoranza). Fascismo e comunismo sono due facce della stessa medaglia.
Purtroppo, questo “keynesismo incipiente” è rovesciato dalla sua nemesi. Vediamo subito come.
Dall’articolo di “Impresa Mia”, “Bonus nido sotto accusa, è un vero incubo per i contribuenti: l’INPS chiede indietro i soldi alle famiglie italiane” dell’11 luglio, apprendo quanto segue:
“Un’ondata di proteste ha investito numerose famiglie italiane, in particolare nella provincia di Salerno, a seguito delle richieste di restituzione del bonus nido avanzate dall’INPS.
Nel comune di Altavilla Silentina, decine di nuclei familiari si trovano a dover fronteggiare richieste di rimborsi che superano anche i 10.000 euro, con tempi di pagamento estremamente ristretti, pari a 30 giorni. Il bonus nido: da sostegno economico a fonte di controversie.
Introdotto dalla legge n.232 del 2016 (art.1, comma 355), il bonus nido è stato concepito come un contributo per sostenere le famiglie nei costi relativi alla cura della prima infanzia. Il beneficio finanzia le spese per l’iscrizione dei figli a servizi educativi per l’infanzia, pubblici o privati purchè autorizzati, e prevede anche un sostegno per l’assistenza domiciliare in presenza di gravi patologie croniche nei bambini sotto i tre anni. Questa misura si inserisce nel contesto delle politiche pubbliche volte a incentivare la natalità e a favorire l’occupazione femminile, spesso penalizzata dalla scarsità di servizi per l’infanzia. Nel 2025, gli importi del bonus nido sono modulati in base alla data di nascita del bambino e al valore ISEE del nucleo familiare… Il pagamento avviene su base mensile, previa presentazione delle ricevute comprovanti le spese effettuate per rette scolastiche o assistenza domiciliare.
Le problematiche emerse e la posizione dell’INPS
Nonostante molte famiglie affermino di aver rispettato scrupolosamente tutte le procedure burocratiche, l’INPS ha avviato una serie di verifiche post-erogazione che hanno portato alla contestazione di una “indebita percezione” del bonus. Le irregolarità riscontrate riguardano soprattutto: 1. La frequenza dei minori presso asili non formalmente riconosciuti o non convenzionati con il sistema pubblico; 2. la non conformità delle ricevute presentate alle specifiche normative richieste. Tale rigore nei controlli ha trasformato un diritto riconosciuto in una fonte di ansia e preoccupazione per molte famiglie, che ora si trovano sotto pressione per restituire somme ingenti in tempi brevi. Risposte locali e prospettive nazionali (“Non puoi risolvere un problema con lo stesso tipo di pensiero che hai usato per crearlo”, Albert Einstein, ndr)
La situazione nel Salernitano ha generato una forte mobilitazione, con l’avvio di un possibile ricorso collettivo contro l’INPS basato sul principio della buona fede amministrativa. Le famiglie coinvolte chiedono non solo una sospensione immediata delle richieste di rimborso, ma anche l’apertura di un tavolo tecnico-giuridico che valuti casi per caso, garantendo trasparenza e soluzioni eque. Il caso di Altavilla Silentina potrebbe rappresentare un precedente nazionale, con il rischio che altre realtà territoriali si trovino nella stessa difficile condizione, minando la fiducia nei confronti delle istituzioni preposte alla tutela del welfare familiare.”
Ma dal Ministero delle Finanze è arrivato uno schiaffo; ha scritto apertis verbis in una nota: “Lo Stato ha problemi di cassa”. Come dire: arrangiatevi. Giancarlo Giorgetti non capisce che i problemi di cassa sono superabili con la spesa in disavanzo. Se non la si attua (ed è un handicap che continua da tre anni), artificiosi problemi di cassa diventano il collasso dei Comuni e la povertà dei cittadini.
Infine, veniamo al problema Giustizia.
Personalmente, chi scrive è a favore della separazione delle carriere poiché – come ha osservato molto lucidamente Antonio Di Pietro – se pm e giudici fanno parte della medesima corporazione con le revolving doors, si viola l’art. 111 della Costituzione traducendo nei fatti l’autogoverno della magistratura (Csm) nella tirannide dei giudici, ma da parte del Guardasigilli Carlo Nordio c’è un grave ed inescusabile errore di metodo e di sostanza nell’approccio ai problemi dell’ordinamento giuridico, probabilmente causato da un’idiosincrasia al veleno verso i suoi (ex) colleghi magistrati, una sorta di spirito vendicativo; vediamo subito. C’è una bellissima intervista di Paolo Frosina a Marcello Basilico, giudice del lavoro a Genova e membro del Consiglio Superiore della Magistratura per Area, per il Fatto Quotidiano “E’ solo colpa del ministro se falliamo i target Pnrr”:
“… Al Fatto denuncia le responsabilità del ministro della Giustizia Carlo Nordio per il ritardo nell’abbattimento della durata dei processi civili, che dovrebbe calare del 40% entro il 30 giugno 2026 per centrare il target del Pnrr. Di fronte al rischio di perdere miliardi di fondi europei, il ministero sta lavorando su una serie di misure d’emergenza suggerite dal Csm, tra cui il rientro in servizio di centinaia di giudici in pensione o i “prestiti” di magistrati da remoto dagli uffici virtuosi a quelli più in difficoltà (è un ingolfamento della macchina, ndr).
“Lei è critico su questo tipo di soluzioni, ma il governo le sta studiando in accordo con il Csm di cui fa parte.”
“Non è un accordo: è il ministero che ha chiesto aiuto al Consiglio, noi abbiamo indicato i possibili interventi. Alcuni di questi obiettivamente stravolgono le regole dei processi: ad esempio, i giudici applicati da remoto interverrebbero solo nella fase di decisione di cause fino a quel momento affidate a un altro magistrato. Sono misure giustificate dall’eccezionalità della situazione, ma che devono essere temporanee.”
“Cosa avrebbe dovuto fare il governo per non ridursi a questo punto?”
“Intanto confermare a suo tempo l’impegno di assumere 16.500 addetti all’Ufficio per il processo, gli ausiliari dei giudici che contribuiscono allo studio dei fascicoli. Il target è stato dimezzato e oggi siamo a soli 8.592 funzionari in servizio, inquadrati con contratti a termine, che si dimettono appena trovano un altro impiego a tempo indeterminato. Dare loro garanzie di stabilità sarebbe servito a trattenerli e motivarli.”…”
“Qualcuno potrebbe dire invece che il Pnrr è a rischio perché i magistrati non lavorano abbastanza.”
“Al contrario, abbiamo fatto uno sforzo enorme. E infatti sono stati già raggiunti tre obiettivi su quattro: l’abbattimento del 95% dell’arretrato civile in primo e in secondo grado e la riduzione del 25% della durata dei processi penali. Manca il quarto: per centrarlo sarebbe bastato adottare in tempo le misure di cui ho parlato. Ma in sei mesi è complicato fare ciò che non si è fatto in tre anni”.
Se non si applica la spesa in disavanzo ai Tribunali senza soldi che non è comparsa minimamente all’orizzonte del “one track mind” Nordio, la Giustizia esplode come una bomba atomica.
La frase del Guardasigilli “Gli atti mi danno ragione” a proposito del caso Almasri, è un attacco al programma della Opening Society di Soros.
Una grande crisi rimescolerà le carte, ma sarà Fascismo.
di Alexander Bush


