Il povero italiano parlato nelle università

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Perché si è arrivati a questo punto?

In un recente articolo-inchiesta Gian Antonio Stella ha evidenziato sul “Corriere della Sera” come sia basso il livello culturale di molte matricole universitarie: su un campione di circa 200 intervistati più di 120 non conoscevano il significato di vocaboli di uso comune.
Escludendo l’ipotesi che il quoziente di intelligenza dei giovani italiani sia improvvisamente precipitato nel corso di una generazione, c’è da fare qualche considerazione.
Uno dei motivi potrebbe essere il livello dell’insegnamentopeggiorato sensibilmente in questi ultimi anni, ma probabilmente la motivazione è un’altra.
È progressivamente mancata la mobilità sociale nell’ambito della scuola: va all’università non tanto (e non solo occorrerebbe dire) chi ha la capacità e la voglia di imparare per migliorare la propria conoscenza e le proprie possibilitàdi scalata sociale, ma in molti casi chi ha semplicemente una famiglia in grado di mantenerlo negli studi (e spesso fuoricorso!).
In questo modo vengono meno spinta e motivazione: ci potrebbero essere i migliori insegnanti e le scuole più efficienti, ma se manca il desiderio di migliorarsi…
Un’ulteriore considerazione sarebbe opportuna: se quella che è destinata a diventare la futura classe dirigente ha una così misera capacità di comprensione della lingua ci possiamo spiegare anche l’imbarbarimento e la semplificazione del linguaggio politico, ridotto spesso a tweet e semplici slogan; quali di queste matricole capirebbero un discorso di un De Gasperi o di un Togliatti, così ricchi di sfumature linguistiche e di vocaboli tanto desueti quanto pregnanti (oddio, ci capiranno le nostre matricole?).

Che fare allora? Dare più possibilità a tutti gli studenti di un autentico miglioramento sociale attraverso lo studio, realizzare una vera meritocrazia dando a tutti la possibilità di studiare e di emergere. Naturalmente non nel senso del “todos caballeros”, ma nel dare a tutti le stesse possibilità di partenza, come richiederebbe un vero spirito liberale

di Angelo Gazzaniga

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Angelo Gazzaniga
Presidente del Comitato Esecutivo di Libertates. Imprenditore nel campo della stampa e dell’editoria. Da sempre liberale, in lotta per la libertà e contro ogni totalitarismo e integralismo.

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