Autostrade allo Stato, rimedio peggiore del male

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Dopo le nuove rivelazioni su Autostrade

La rivelazione che nella società Autostrade anche dopo il disastro del ponte Morandi l’unica preoccupazione fosse quella di sminuire i rischi, ammorbidire le perizie, preoccuparsi solo di non perdere introiti e di far bella figura con gli azionisti è indubbiamente scioccante.
Ovvia le reazione di buona parte degli italiani: revochiamo la concessione, rinazionalizziamo le autostrade, torniamo alle gestione pubblica, statale in cui si bada non al profitto ma ai bisogni dei cittadini.
Ma è una soluzione altrettanto inefficiente, se non peggio: basti guardare a come funziona la quintessenza della gestione pubblica come l’ATAC a Roma o l’Anas.
In effetti occorrerebbe una gestione autenticamente liberale della questione.
Non uno Stato che massimizza l’utile o affida le concessioni agli amici disinteressandosi poi di tutto il resto, ma uno Stato che:

  • stabilisce paletti e regole ben precise nei bandi di gara per l’aggiudicazione delle concessioni
  • controlla con propri enti (o enti comunque indipendenti) in modo sostanziale e non solamente burocratico l’esecuzione degli impegni presi dai concessionari
  • mette a gara a intervalli regolari le concessioni, prevedendo un rimborso degli investimenti effettuati dal precedente concessionario
  • giudichi e condanni in maniera rapida, chiara e inflessibile gli eventuali inadempimenti

Solo così potremo avere una gestione efficiente da parte di uno Stato che non deve fare l’imprenditore, ma esercitare poteri di indirizzo e controllo; altrimenti la concessione sarà tolta ad Autostrade per assegnarla a qualche altro amico o per (ahinoi!) gestirla in proprio…

di Angelo Gazzaniga

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Angelo Gazzaniga
Presidente del Comitato Esecutivo di Libertates. Imprenditore nel campo della stampa e dell’editoria. Da sempre liberale, in lotta per la libertà e contro ogni totalitarismo e integralismo.

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