Culto della personalità come religione

Data:

Culto persoaniltà
Qualsiasi sistema sociale, politico, economico, artistico,ecc.., può diventare una “religione”. un culto quando, nell’impeto del proselitismo , convince la massa de suoi seguaci, “adepti”, “compagni”, “amici”, “fratelli”, a dire continuamente di ” Si!”. E a creare una tale religione nulla conta che il sistema o movimento sia propugnato anche da atei o che non credano neanche nell’immortalità, come la setta dei Sadducei che nell’antichità custodiva meticolosamente il Tempio di Gerusalemme. La religione della massa, fondata sul culto del “Capo”, sul “Messia” e basata esclusivamente sul “credo”, sulla “fede” non riguarda minimamente la conoscenza del divino, né i principi della scienza sacra, simbolica , misterica. E può diventare ” religione ufficiale ” tanto un sistema teistico quanto un sistema ateistico. Entrambi si basano sull’autorità coercitiva ( vedi il nazismo, lo stalinismo, il maoismo, solo nel nostro tempo) che esige unicamente la “fede” acritica,l’adesione con le buone o con le cattive.
Per rimediare a tutto questo e non permettere persino ad un ateo di fondare questo tipo di religione, occorre sostituire una “fede” che tutto può e nulla dice, ma che solo concede potenza ai potenti, con la “conoscenza” e con la ragione rimuovere quegli “idoli” che nei dogmi, negli “imperativi” promossi dai capi carismatici in realtà prendono il posto che competerebbe a Dio: ” Somma libertà “. Per questo non dovrebbe mai esserci all’interno dei movimento e nell’organizzazione dello stato, e specie nelle religioni, la contrapposizione micidiale tra “conoscenza” e “fede”; adesione incondizionata che garantirebbe la salvezza, ma in realtà, consente solo il dominio dei tiranni, un potere incondizionato che, prima o poi, conduce alla catastrofe.Un atteggiamento devozionale di sottomissione estrema riduce l’uomo a schiavo, a peccatore, privandolo della dignità e umiliandolo nel continuo perdono a Dio, elargito tramite i suoi sacerdoti. Questo tipo di religione è originato dalla parte emozionale, da quel ” Pathe ” così disprezzato giustamente dai sapienti antichi, specie dagli stoici. I Romani rifiutavano questo tipo devozionale, ritenendolo non degno degli uomini liberi. Per questi motivi il grande studioso Otto considerò il cristianesimo come un “mito piagnucoloso per ottenere la grazia della vita eterna”, sostenendo che il ” Crisitianesimo ben si addice ad una morale di servi e vili” che , nella perduta dignità naturale, hanno bisogno di una violenta autodenigrazione”. E se il cattolicesimo è stato ridimensionato nell’ambito cavourniano della ” Libera Chiesa in libero Stato” con tutti gli equivoci che conseguano, altre religioni, specie quell’ Islam fondamentalista che propugna il ritorno alle origini, cioè al califfato, oggi rappresenta il più grande pericolo per la libertà dell’uomo. In religione é necessario ritornare alle idee propugnate da Baruch Spinoza, il filosofo più religioso che io conosca non a caso stramaledetto da ebrei, cattolici e protestanti e quando lo conosceranno, certamente anche dal fondamentalismo islamico.

Ito Ruscigni
intellettuale estroso (di cui tutti ricordano un memorabile dialogo con Magris sul Corriere)

wp_user_avatar
Libertateshttps://www.libertates.com
Libertates è un blog di cultura liberale e democratica, valori nei quali crediamo ed intendiamo promuoverli nella società civile.

Share post:

Iscriviti alla nostra newsletter

Recenti

Ti potrebbe interessare anche...
Libertates

UN BAMBINO MORTO VALE SEMPRE

Abbiamo tutti visto gli infiniti cortei pro Palestina e, in cuor nostro, approvato le proteste verso chi si accaniva contro dei bambini… di Libertates

ORBAN E LA UE

Giunto a Roma Orban ha dichiarato esplicitamente quello che sostiene da anni: che la UE non conta nulla, è sostanzialmente un impiccio per il suo sovranismo… di Libertates

SE VINCONO GLI AFFARI

di Angelo Gazzaniga

MEGLIO NASCERE CANI?

È stata proposta da imprese e associazioni legate al mondo degli animali da compagnia la proposta di detassare le spese per… di Libertates