Riina, Provenzano e la repubblica dei fichi d’India

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Se la Consulta respinge una legge giudicandola “irragionevole” è logico che accetti il patto con la Mafia che di irragionevole non ha nulla, è solo eversivo

E’ dall’“annus horribilis” 1992 che il Parlamento non legifera più. Ma… C’è un dettaglio, tuttavia, che non va trascurato nella surrealpolitik colombiana della Repubblica delle Banane.
Se da un lato la Consulta contesta il “principio di ragionevolezza” versus- diciamo la verità- tutte le leggi importanti in materia di modernizzazione anglosassone, non è stata invece in grado di respingere l’approvazione da parte del Parlamento medesimo del “papello corleonese” di Riina e Provenzano per almeno metà delle sue richieste. Può essere kafkiano, ma chi scrive ne parlava proprio in casa della giornalista Fiorella Minervino: se i giudici della Consulta ravvisano l’irragionevolezza aprioristicamente contestandola come prassi ordinaria, come possono altresì dire che i Corleonesi sono “irragionevoli” quando il programma giudiziario di Cosa Nostra mirante a neutralizzare la legislazione di Falcone non ha nessun “profilo di irragionevolezza” ma un’eversione plastica dell’ordine costituzionale legalitario?! E’ infatti un criminogeno disegno di “deregulation”-deregolamentazione a spezzatino, come direbbe Cacciari-senza i tratti di una riforma che può tranquillamente passare tra le forche caudine del bicameralismo perfetto, come le famigerate leggi ad personam. Valga il vero. Nelle carte giudiziarie inviate al gup Piergiorgio Morosini si legge che: “La predisposizione ed inoltro del papello ai destinatari (istituzionali, nda) della minaccia costituì, pertanto, un ulteriore momento esecutivo della condotta tipica, dispiegatasi ancora negli anni successivi attraverso i gravissimi messaggi minacciosi che si succedettero nel 1993 e all’inizio del 1994, anno in cui, al Governo presieduto dall’on. Berlusconi, Brusca e Bagarella fecero recapitare, attraverso il canale Mangano-Dell’Utri, l’ultimo messaggio intimidatorio prima della stipula definitiva del patto politico-mafioso” a livello di condizionamento dell’esercizio dei poteri parlamentari.
Dunque il Parlamento riuscì a legiferare in senso favorevole a Cosa Nostra, ma non riesce a cancellare l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori! Da una parte vince il golpe invisibile di Corleone e dall’altra il gattopardo… ML’anomalia del “papello” che è entrato ancorchè parzialmente nella costituzione materiale (l’unica che conti davvero), è stata quindi resa kafkianamente possibile dal difetto genetico del “bicameralismo sovietico” dei Padri Costituenti in una tripartizione dei poteri senza cervello. Ed è perciò ridicolo che il Presidente della Consulta, in linguaggio narcisisticamente compassato, dica che la norma sulle pensioni “a mio avviso è irragionevole”.
Se questa non è la Repubblica dei fichi d’India…

Alexander Bush

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Alexander Bush
Alexander Bush, classe '88, nutre da sempre una passione per la politica e l’economia legata al giornalismo d’inchiesta. Ha realizzato diversi documentari presentati a Palazzo Cubani, tra questi “Monte Draghi di Siena” e “L’utilizzatore finale del Ponte dei Frati Neri”, riscuotendo grande interesse di pubblico. Si definisce un liberale arrabbiato e appassionato in economia prima ancora che in politica. Bush ha pubblicato un atto d’accusa contro la Procura di Palermo che ha fatto processare Marcello Dell’Utri e sul quale è tuttora aperta la possibilità del processo di revisione: “Romanzo criminale contro Marcello Dell’Utri. Più perseguitato di Enzo Tortora”.

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