IL PROBLEMA DEL SALARIO MINIMO

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Il problema del salario minimo è uno dei più sentiti in Italia. Paese dove i salari non solo sono più bassi, ma hanno avuto anche un aumento minore rispetto all’aumento della produttività e agli altri paesi europei.
La soluzione più semplice sembrerebbe quella di stabilire per legge un salario minimo a cui tutti debbono attenersi: soluzione semplice, rapida ed efficace, già utilizzata in quasi tutti i paesi europei. Ma esistono, specialmente in Italia, delle controindicazioni non indifferenti: alcune categorie verrebbero comunque escluse (ad esempio le badanti), il lavoro nero è particolarmente diffuso e le modalità per aggirare la legge sarebbero troppe.
La soluzione più efficace sarebbe quella di affrontare tre dei problemi più diffusi:

CONTRATTI PIRATA:
Una volta erano chiamati i contratti “gialli”: cioè contratti fatti da sindacati fantasma al solo scopo di aggirare i contratti nazionali. Infatti ogni singolo contratto di lavoro se non fa riferimento ad un contratto specifico si ritiene assoggettato alle norme dei contratti nazionali più importanti. È quindi sufficiente stabilire un contratto autonomo per poter aggirare questa norma. Sarebbe sufficiente applicare l’articolo della Costituzione che stabilisce che i sindacati debbano essere controllabili per escludere quelli con un numero minimo di associati.

PARTITE IVA
Non è un mistero che moltissime partite IVA siano in Italia contratti di lavoro dipendente mascherati: ti impegni a fornire un certo tipo di prestazione e dopo un certo tempo emetti una fattura regolare. In questo modo non solo si possono concordare salari inferiori, ma soprattutto chi lavora non ha nessuna garanzia né pensionistica, né di tutela durante le malattie e può essere allontanato in ogni momento. Sarebbe sufficiente prescrivere un fatturato minimo sotto il quale è impossibile emettere fattura e vietare la fatturazione a un solo cliente.

COOPERATIVE
Le cooperative sono nate (e molte ancora esistono) con un fine meritevole e utile: quello di mettere insieme le forze di tanti piccoli per risparmiare sugli acquisti, fornire servizi a livello di costo o andare sul mercato con una minima capacità contrattuale. Per questo sono state particolarmente favorite dal legislatore: non pagano imposte, hanno facilitazioni contabili perché possono distribuire gli eventuali utili solo ai soci.
Ma esse si sono sviluppate spesso in modo abnorme: cooperative con migliaia di soci che partecipano sono nominalmente all’attività sociale e migliaia di dipendenti. In queste cooperative è sufficiente far diventare un dipendente socio per poter applicare contratti ad hoc. Ne è un esempio (tra i moltissimi) la Cooperativa di Cortina: nata a fine ‘800 per aiutare i piccoli agricoltori della zona (fornendo loro fidi, materiale a prezzo ridotto) si è trasformato in un impero industriale che possiede interi edifici e i migliori supermercati della città

LAVORO NERO
È la vera piaga dello sfruttamento. Sintanto che c’è la possibilità di offrire un lavoro a chi è in condizioni disperate (basti pensare alle migliaia di extracomunitari che lavorano nei campi) ricattando chi deve pur mangiare, sarà ben difficile applicare qualsiasi regola. Vince la regola del più forte.
Per questo occorrerebbero più controlli (come si fa a non vedere questi disperati che a migliaia vengono condotti ai posti di lavoro?), e la possibilità per questi di emergere da situazioni di illegalità acquisendo non solo dignità ma anche possibilità di contratti leciti e alla luce del sole.

Non è vero perciò che il salario minimo sia la panacea ai problemi dello sfruttamento dei lavoratori: è un sistema tra tanti diversi e neppure il più efficiente. Si rischia di farne una battaglia morale (senza dubbio ammirevole e positiva) e propagandisticache lascia alla fine ancora tante sacche di sfruttamento, che andrebbero affrontate in maniera seria ed efficace

di Angelo Gazzaniga

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Angelo Gazzaniga
Presidente del Comitato Esecutivo di Libertates. Imprenditore nel campo della stampa e dell’editoria. Da sempre liberale, in lotta per la libertà e contro ogni totalitarismo e integralismo.

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