Trump e Cuba, la battaglia della gazzosa

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Trump visto dall’altra parte della barricata

Annunciato a giugno, è stato promulgato in questi giorni il decreto anticubano di Trump. Allora lo avevo definito minimalista ma messe per legge le dichiarazioni di allora risultano più pesanti. Che Trump abbia letto il mio articolo?
Sono state talmente ampliate che risultano ridicole. Sono vietati ai turisti statunitensi istallazioni turistiche cubane, molte sono in joint-venture con catene alberghiere straniere, e poi sono vietati ben 179 prodotti cubani e tra questi la tropicola che è una delle due cocacole cubane (l’altra è la tucola) e il cachito che e’ una gazzosa.
Da qui la definizione del cubano di strada, che gia’ lo chiamava Trumpeta, di “Trumpada”.
Il Presidente della piu’ grande potenza economico-militare del pianeta che si preoccupa che i suoi concittadini non bevino una gazzosa cubana. In un primo tempo si pensava fosse stata una battuta di Josefina Vidal, che è la diplomatica incaricata dal governo cubano per le relazioni con gli Usa, ma poi nel documento assunto da ben tre ministeri statunitensi, Tesoro, Esteri e Commercio, c’e’ proprio scritto cosi. Finche’ si trattava dei sigari, con quello che costano o del rum, poteva essere una cosa seria, ma di una gazzosa?
Un po più serio è il divieto assoluto di rapporti con il Mariel, che sta diventando il centro industriale e di immagazinamento più grande di Cuba e della regione, iniziato con un investimento tra lo Stato cubano e una multinazionale brasiliana e poi con vari altri come Russia, Cina, Francia, e vari altri minori.
Le teste pensanti del governo Trump hanno pensato bene di rimandare da giugno a una settimana dopo le votazione alla Assemblea generale della ONU sulla dichiarazione presentata da Cuba contro l’embargo, forse speravano di avere qualche voto o astensione in più, invece niente da fare. Su 193 componenti l’Assemblea delle Nazioni Unite, ben 191 hanno votato per Cuba e solo due contro, Usa e Israele.
Dove nella replica alle dichiarazioni della rappresentante statunitense il Ministro degli Esteri cubano si e’ preso il lusso di definire le dichiarazioni della Signora, “ false, ignominose, ingereziste”, aggiungendo che parlava a nome del popolo cubano ma anche di quelli che avrebbero voluto dire le stesse cose ma non se lo potevano permettere.
Un ovazione, sia dai banchi di molti Paesi del terzo mondo a cominciare da Siria, etc, sia davanti alle televisioni cubane e venezuelane, dove il discorso era trasmesso in diretta.
Comunque, il decreto di Trump non ha avuto nessun effetto sul piano internazionale, perché nello stesso giorno il Giappone ha firmato un accordo di collaborazione per nuove tecniche nella produzione del riso che dovrebbe elevare la produzione cubana. Mentre la UE ha riconfermato il regolare svolgimento di tutti gli accordi firmati da quando Obama riaprì le relazioni diplomatiche.
Analizzando seriamente la manovra, l’unica considerazione che se ne ricava, lasciando da parte il ridicolo, sembra che il decreto sia più diretto ad altri che a Cuba. Perché, come gia’ disse Obama, se l’embargo non ha messo in ginocchio Cuba per più di mezzo secolo, è stupido pensare che lo possa ora. Gli Usa vogliono far sapere a chi ha intenzioni di independenza dalle politiche imperialistiche, che gli succederebbe. Pero, malgrado le trumpadas, El mundo sigue andando…
Comunque come sempre suggerisco, che ogni uno tragga le sue proprie conclusioni.

di Giancarlo Guglielmi

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Giancarlo Guglielmi
Giancarlo Guglielmi che vive a Cuba da molto tempo, oltre a informare e commentare gli avvenimenti più importanti che si svolgono da quelle parti, offre consulenze per chi fosse interessato a eventuali investimenti a Cuba, o semplicemente per tour personalizzati dell’isola. Chi volesse entrare in contatto puo’ farlo attraverso la email: giangi.riha@gmail.com

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