LUCIFERO CONTRO KEYNES

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“E’ così che si giustificano svolte e cesure: usando lo specchio retrovisore della Storia.
In quello specchio, appaiono i profili evanescenti dei fantasmi di Keynes.
Uno di questi fantasmi l’ho cercato nelle strade di Roma. Cercando, però, ho ritrovato l’ombra dei Diavoli. E’ come un loop senza fine”
Guido Maria Brera, “Dimmi cosa vedi tu da lì. Un romanzo keynesiano”

L’Esprit des Lois è la carta di riserva di Lucifero alla fine dell’Illuminismo. Come? Portando la ragione al “punto di equilibrio”. L’obiettivo di George Soros è di rinunciare al “punto di equilibrio”.
Mission impossible? Chi vivrà, vedrà. Sta tornando il Fascismo, autobiografia dell’Occidente al tramonto come prodotto escrementizio dell’inconscio collettivo.
Giugno 2024: la gente incomincia a morire di fame. Dove? Nel nostro Paese. Persone che non arrivano più all’inizio della settimana. Perché succede? Facciamo un breve ripasso di Storia, anche se chi scrive ha “poche qualità e intende farne buon uso”, per citare Riccardo Illy. Diciamo, però, che la pandemia è stata il più grande regalo della mia vita. Keynes è vivo.
Nel marzo del 2020, il quasi avvocato, quasi politico, quasi professore – rubo il copyright al colto e geniale Francesco Merlo – Giuseppe Conte, quasi colto, rifiutò di ratificare il Fondo Salva-Stati con l’argomentazione che l’Italia – accettando i soldi a prestito dall’Unione europea – avrebbe dovuto restituirli con una reductio della sua sovranità fiscale (sic!): il piccolo-borghese latin heroe arrogante e violento dei Cinque Stelle che rifiutò di incontrare l’Ingegnere di Ivrea, ignorava il principio del DEFICIT SPENDING, portando il nostro Paese al bordo della bancarotta. Il Capo dello Stato Sergio Mattarella, con un potere che oggi la riforma del premierato gli negherebbe (ammesso che passi), sciolse le Camere e conferì a Mario Draghi il mandato di presiedere un nuovo governo.
Mr Woolf, uno, nessuno, centomila – “cinquanta sfumature di Draghi” – come ha scritto l’acuto osservatore Peter Gomez, ha una considerazione altissima di se stesso. Chi di narcisismo ferisce, di narcisismo perisce. Come è successo al fragile David Rossi a Rocca Salimbeni. 6 marzo 2013, l’altra faccia di Mr Woolf. Chissà cosa ne direbbe Francesco Cossiga, un personaggio pirandelliano a se stesso. Il 14 dicembre 2020 il Caimano dei Parioli tenne un discorso al Gruppo dei Trenta a Bruxelles che proponeva la “reinvenzione” della spesa in disavanzo anziché la sua attuazione: obiettivo ambiziosissimo e irrealizzato perché velleitario; i soldi della Next Generation Ue avrebbero finanziato le big corporations, lasciando morire di morte naturale le “zombie firms”: le cosiddette imprese fantasma. Dopodichè, il mercato avrebbe provveduto a ricapitalizzare l’intera economia. Debito buono contro debito cattivo. “Ho battuto John Maynard!”, diceva Super Mario dentro di sé. La presunzione di una formula ideologica era quella di superare Keynes, anziché di attuarlo; Mario ha rifiutato di introdurre il salario minimo legale, proprio quando il principio di realtà urtava la sua intuizione orgogliosa, e Conte si è trovato costretto a togliere la spina al Governo giallo-verde nell’agosto del 2022; poi è stata eletta la donna senza talento Giorgia Meloni nel settembre dello stesso anno e si è rifiutata di agganciare il Pnrr alla spesa in disavanzo (vera ossessione per chi scrive). Ma le mie intuizioni lasciano cenere, e soffro di disturbo bipolare; per me è difficile ragionare nei momenti di depressione. Tuttavia rifiuto i sali di litio dall’ottobre del 2009: la mia intera estate è condannata alla prospettiva dell’infelicità più amara, con il dovere della resilienza.
Piano Nazionale Ripresa e Resilienza e resilienza di Alexander Bush. Fino a quando potrà durare la sofferenza, che comincia a sfibrarmi. Sandra Celestino, avvocato civilista di successo dalla bellezza pericolosa, è scettica a dir poco sul fatto che io debba assumere lo stabilizzatore dell’umore anti Mania.
You can’t have the cake and eat it.

Che si sia aperta la più grande crisi della democrazia dagli anni Trenta del secolo scorso, è un fatto. In Francia Marine Le Pen, cavallo di Troia di Putin, è vicinissima al potere anche a causa del presuntuosissimo Emmanuel Macron che ignorò i consigli di Tahar Ben Jelloun. “Macron è responsabile di questo caos. Ora paga le conseguenze. Sciogliere l’Assemblée è una follia”, ha
detto Annie Hidalgo, sindaca di Parigi. Era una follia anche prendere i soldi da Putin, se è per questo. Macron ha la maschera dell’enfant prodige, proprio come Mario Draghi e non ha mai vissuto nella realtà; negli Stati Uniti, Donald Trump rischia fino a 10 anni di carcere da scontare in una prigione statale, e ha l’asso di poker: è pronto a scatenare la sommossa.
Da gambler compulsivo, CITIZEN TRUMP è già pronto a questo scenario nel caso accada.
L’America in guerra civile, non è uno scenario irrealistico (sic) con i mercati in panne mentre il Congresso non può sintetizzare l’aumento del debito federale nel DEFICIT SPENDING negato a Biden, a causa dell’ostruzionismo del portavoce di Donald Kevin McCarthy. A Trump conviene un’America in bancarotta: è un disegno che io non esito a considerare lucidamente luciferino. Ma la mossa è indubbiamente geniale.
A Trump conviene scatenare la guerra civile, nell’ipotesi in cui debba rinunziare alla sua libertà. Capitol Hill ripetuta a effetto valanga, con il laissez-faire della Corte Suprema. Donald funziona tout court nell’emergenza. Putin è pronto a invadere i paesi baltici, ma aspetta che Trump venga eletto e ha la certezza, a quel punto, di poter diventare l’Hitler europeo. L’impenetrabile Khodorkovsky, CITIZEN K, ha la certezza di essere nelle mani di Roman Abramovic, terrorista contro l’umanità ma sacrificherà se stesso per liberare la Russia. “La mia vita vale meno delle mie idee”.
Continuo a ripetere la domanda: è giusto sbattere in galera The Donald, pur di evitare che diventi Presidente? Non sarebbe meglio tentare un “gentlemen agreement”?
Scrive Bernard Guetta nel suo editoriale “La democrazia non è morta” su “la Repubblica”, ma ignora un elemento decisivo sullo sfondo e poi vedremo quale: perché il Demonio è nei dettagli:

“Le brutte notizie sono talmente tante che non sappiamo vedere quelle buone. Le cattive, le conosciamo. Domenica prossima (rectius, le elezioni ci sono già state con la vittoria del fronte anti-Lepen!, ndr) l’estrema destra francese potrebbe arrivare al potere. Anche se non succedesse, la seconda potenza europea rischia di restare ingovernabile a lungo. La Germania non è in forma e tutta l’Unione ne risulta indebolita nel momento stesso in cui ai suoi confini orientali si combatte una guerra, mentre il caos assoluto incombe sul Medio Oriente e mentre gli Stati Uniti si allontanano dall’Europa e dal Mediterraneo per concentrarsi sull’Asia e sulla sfida con la Cina. La democrazia più potente del mondo in parallelo dovrebbe scegliere a novembre tra un presidente imprevedibile e un presidente uscente che non riesce più ad articolare. Europa e Stati Uniti, tutte le democrazie occidentali barcollano oggi al punto da sembrare in procinto di cadere dritte dritte in bocca a Putin e Xi. Siamo arrivati davvero a questo punto?
No, assolutamente no…”: conclude Guetta.

Ne dubito.
Come rivela Anais Ginori, che è una reporter molto brava, “Cercasi Mario Draghi francese. Con la prospettiva di una maggioranza assoluta per il Rassemblement National che si allontana, salgono le quotazioni di un governo di unità nazionale sostenuto da una “maggioranza plurale”, come ha già anticipato a dire il premier Gabriel Attal. Un governo tecnico à l’italienne, o una grande coalizione alla tedesca: comunque, un esecutivo di larghe intese. Le definizioni variano, anche perché è un assetto politico-istituzionale tutto da inventare, davanti al rischio di un Paese ingovernabile per mesi. Chi potrebbe tenere a battesimo una soluzione del genere? Gli sguardi si dirigono verso la Bce, dove oggi c’è Christine Lagarde. Macron le aveva già proposto di diventare premier all’inizio dell’anno. “Sarei onorata di servire di nuovo il mio Paese, ma ho una missione da compiere”, aveva risposto allora Lagarde, insistendo sul fatto che non poteva abbandonare la battaglia contro l’inflazione. “Mi proponessero anche di essere la Regina di Prussia direi di no”, spiegava la presidente della Bce, aggiungendo: “In questo momento”.

E’ un errore capitale.
L’ossessione della Lagarde è la battaglia contro l’inflazione. Mentre dovrebbe fare inflazione! L’ortodossia del “pilota automatico” è la negazione del principio di realtà, ma è anche la normalità contro l’originalità.
Possono scoppiare delle rivolte in Francia?
Nessuno ne parla, ma Dominique Strauss Khan è l’uomo giusto per spegnere l’incendio del “pompiere piromane”, come viene definito Macron. Tuttavia è nelle mani di Sarkozy.
L’uno ha bisogno dell’altro. Uno è quasi in carcere, l’altro in carcere ci finì a New York il 14 maggio 2011. Sarkozy e Strauss Khan salveranno la Francia?
Kairos e kronos. La partita è truccata.

di Alexander Bush

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Alexander Bush
Alexander Bush, classe '88, nutre da sempre una passione per la politica e l’economia legata al giornalismo d’inchiesta. Ha realizzato diversi documentari presentati a Palazzo Cubani, tra questi “Monte Draghi di Siena” e “L’utilizzatore finale del Ponte dei Frati Neri”, riscuotendo grande interesse di pubblico. Si definisce un liberale arrabbiato e appassionato in economia prima ancora che in politica. Bush ha pubblicato un atto d’accusa contro la Procura di Palermo che ha fatto processare Marcello Dell’Utri e sul quale è tuttora aperta la possibilità del processo di revisione: “Romanzo criminale contro Marcello Dell’Utri. Più perseguitato di Enzo Tortora”.

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