Tasi, il falso federalismo

Data:

angelo
Dopo che quasi un anno fa si è deciso di abolire l’IMU sulle prime case, si è detto che sarebbe stata sostituita da due tasse (o meglio imposte) meno pesanti e, soprattutto, più chiare per quanto riguarda la competenza: la TARI per coprire i costi della raccolta rifiuti e la TASI per coprire i costi sopportati dai comuni per fornire tutti gli altri servizi.
In linea teorica tutto giusto: finalmente delle imposte con un utilizzo univoco: i cittadini possono sapere quanto spendono in cambio dei servizi ricevuti.
Ma a questo punto si è scatenata la burocrazia italiana: dopo otto mesi (e ad un mese dalla scadenza della prima rata) un quinto degli ottomila Comuni italiani non ha ancora deciso quanto e come si debba calcolare la TASI; gli altri hanno emesso cinquemila decreti diversi, ovviamente accompagnati da altrettanti regolamenti esplicativi di decina di pagine…
Risultato: i cittadini italiani hanno tempo meno di un mese per districarsi tra regolamenti astrusi quanto chilometrici, aliquote diverse da comune a comune con il brillante risultato di dover perdere ore di tempo, fatica e soldi (perché alla fine si finisce dal consulente) per pagare quanto dovuto senza incorrere in more, multe, conguagli a posteriori…
Una prova ulteriore (se necessaria) che uno dei grandi problemi dell’Italia è la burocrazia: per spending review non dobbiamo solo intendere una riduzione dei costi, ma anche e soprattutto una semplificazione delle procedure e delle incombenze.
Sarebbe stato così difficile adottare un’unica procedura per tutto il Paese?
Questo non è federalismo: è complicazione burocratica.
Proprio quel genere di complicazioni inutili che non sono hanno un grosso costo assolutamente improduttivo, ma allontanano qualsiasi straniero che intenda investire in Italia e che ci convincono sempre più di essere considerati ancora sudditi obbedienti anziché cittadini che possono e debbono scegliere e giudicare.
In un vero federalismo (quale quello auspicato da Libertates) si potrebbero anche ipotizzare diverse aliquote a seconda dei Comuni: con diverse aliquote della stessa imposta il cittadino potrebbe fare facilmente confronti e valutare quanto richiesto dal proprio Comune per i servizi forniti.
Ma evidentemente è questa la spendine review più ostica da affrontare

Angelo Gazzaniga

wp_user_avatar
Angelo Gazzaniga
Presidente del Comitato Esecutivo di Libertates. Imprenditore nel campo della stampa e dell’editoria. Da sempre liberale, in lotta per la libertà e contro ogni totalitarismo e integralismo.

Share post:

Iscriviti alla nostra newsletter

Recenti

Ti potrebbe interessare anche...
Libertates

L’ERRORE DI FARE UNA BUONA AZIONE

Nei mesi scorsi un immigrato irregolare a Torino ha fatto arrestare un rapinatore ad un supermercato. di Guidoriccio da Fogliano

LA BUROCRAZIA VINCE SEMPRE!

A Roma si è deciso di aumentare in occasione del Giubileo le tariffe dei bus che parcheggiano in centro. Come norma le compagnie hanno impugnato... di Guidoriccio da Fogliano

QUANDO I CONDONI PRESENTANO IL CONTO

Dopo i tre provvedimenti di “saldo e stralcio” dei pagamenti dei contributi mai effettuati dalle aziende ecco che l’INPS presenta il conto. Sono 6,6 miliardi che si presentano come buco nei conti dell’ente assistenziale. Dato che le pensioni ai dipendenti vanno comunque erogate ecco che lo Stato dovrà ripianare con fondi propri.... di Guidoriccio da Fogliano

IL 2% DEL PIL PER LA DIFESA …ALL’ITALIANA

L’Italia ha riconosciuto la necessità di spendere almeno il 2% del Pil in spese per la difesa. Lo ha riconosciuto in ambito UE, in ambito Nato e negli impegni presi dalla Meloni con Trump. Ed ecco la soluzione “all’italiana”… di Guidoriccio da Fogliano