E’ di moda parlar male del cosiddetto populismo.

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Se criticare una classe politica corrotta e incapace come quella italiana significa fare del populismo, allora la parola populismo non necessariamente ha un significato negativo

accusare questo o quello di praticarlo. Ma l’accusa di fare del populismo viene da classi politiche e codazzo di manutengoli che non sono piu’ sulla stessa lunghezza d’onda dei cittadini, che ragionano secondo schemi del passato e non sono capaci di proporre soluzioni concrete alle preoccupazioni del popolo sovrano.
Ma la parola populismo, che viene di solito intesa erroneamente in modo deteriore, deriva da popolo, cioè dal popolo che in democrazia è, o dovrebbe essere, la fonte primaria delpotere e, quindi, proporre soluzioni che rispondono alle attese dei cittadini è il dovere assoluto di ogni politico che si rispetti.
Se in uno stato troppi cittadini sono disoccupati e immigranti, magari illegali, ottengono posti di lavoro, proporre di limitare o regolamentare il loro ingresso nel paese non è populismo in senso deteriore, è solo rispondere alle attese dei cittadini disoccupati.
In Italia, criticare l’apparato partitico al potere indifferente alla volontà dei cittadini e il comportamento di troppi politici strapagati non è populismo deteriore, è solo un richiamo alla realtà costituzionale, all’onestà e alla correttezza. Come non è populismo (o razzismo) suonare il campanello d’allarme sui troppi immigrati che stanno arrivando, come ne è convinta la maggioranza degli Italiani.
I piu’ notevoli discorsi di Togliatti e De Gasperi del dopoguerra sarebbero ora giudicati dai Soloni del populismo, populisti, quando invece proponevano soluzioni attese da tempo, esortavano a valori e hanno contribuito a risollevare il paese.
I dittatori italiani e tedeschi del secolo scorso sono andati al potere, ahimè, col voto dei cittadini, perchè, almeno in parte, hanno proposto quanto i cittadini si attendevano e che governi vecchiardi e arruginiti non hanno capito.
E’ invece dannosa demagogia e non populismo quello che, per risolvere problemi e rispondere alleattese dei cittadini, propone azioni inconsistenti con la realtà , ipotizzando, per ottenere un facile consenso, soluzioni semplicistiche e, di fatto, irrealizzabili. Spesso per situazioni economiche la cui complessità sfugge ai piu’ e meriterebbe una dettagliata spiegazione che, in malafrede, non viene data. Ne è un esempio la proposta di tornare alla lira, cosa che sarebbe un disastro epocale.
I politici devono risolvere i problemi delpaese, informandone i cittadini, rispettare i desideri e le esigenze del popolo sovrano e proporre soluzioni concrete, comprensibili a tutti.
Sempre che, naturalmente, abbiano a cuore l’interesse del paese e non il loro.

di Ettore Falconieri

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