“Il destino mescola le carte e noi giochiamo”
Arthur Schopenhauer
No time to die, ma è la morte dell’Esprit de Lois 1789- ’2025.
Ghislaine Maxwell, la morte è nel nome direbbe Luca Josi.
Eyes Wide Shut non è soltanto il testamento di Stanley Kubrick, un’opera magistrale che come tale va al di là del bello e del brutto (non è un bel film), ma è un capitolo della diagnosi “organicista” di Oswald Spengler sul tramonto della civiltà occidentale: l’America è in declino, la democrazia ha le ore contate e chi scrive fa una previsione. L’uccisione della ex girlfriend di Jeffrey Epstein sarà l’ufficializzazione del colpo di grazia al sistema di potere di Trump, aprendo la strada alla guerra civile. Nel 1974 Richard Nixon era obbligato a dare le dimissioni per la sottrazione illegale di documenti al palazzo del Watergate (ma Jfk aveva ricevuto illegalmente dal direttore della CIA Allen Dulles informazioni su uno sbarco in preparazione di esuli anti-castristi a Cuba e morirà ucciso); oggi Trump propone un gentlemen agreement con Ghislaine Maxwell: tu non parli del mio coinvolgimento negli “Epstein files” e io ti do la grazia. Segno che, se rimpiangiamo Trickie Dickie, c’è stato un deterioramento nei checks and balances degli Stati Uniti, che è compatibile con il nichilismo organicistico di Spengler; con la debacle della nostra civiltà le elite della Società Aperta di Soros debbono fare i conti nell’ora del pericolo. Stanno crollando le fondamenta del patto democratico americano; a capo della presidenza c’è un uomo che nel 2019 ha istigato al suicidio il pedofilo Epstein, trattava con l’avvocato del Diavolo Roy Cohn che lo metteva in contatto con i padrini di Cosa Nostra, ha fatto sesso con minorenni, ha violentato la moglie Ivanka, ha ordinato l’assalto a Capitol Hill il 6 gennaio 2021 e ha ordinato il falso attentato in Milwaukee del luglio 2024 con l’uccisione di un capro espiatorio di 20 anni e sta tentando di eliminare Elon Musk.
La sua cifra è l’anti-socialità senza società. Distrugge per non essere distrutto; diventa pericoloso quando è in difficoltà, e vede il mondo attraverso il prisma dei suoi interessi (l’interesse tout court al posto della visione d’insieme). Ormai la partita è tra la Soros dynasty e la famiglia del Padrino, ed è a somma zero. Ci sarà la guerra civile e avrà questo sfondo. L’Establishment contro la mafia dei colletti bianchi. Ma la previsione fa parte della realtà. Il 26 luglio 2025 ho scritto a Philippe Couvrer, ex registrar del Tribunale dell’Aya e mi ha risposto: “Potrei sbagliarmi, ma ho la sensazione che Trump non finirà il suo mandato”.
Il 30 luglio gli scrivo nuovamente: “Philippe, scusami se esagero nei messaggi. Ho la sensazione che Ghislaine Maxwell morirà, e che sarà la resa dei conti per Trump (nomen omen).”
“Tutto è possibile in questi affari loschi… “.
Facciamo un passo indietro. Repertorio limitato o repetita iuvant.
C’è un argomento che non posso non sollecitare all’attenzione dei lettori, un vero pallino: The Donald, delinquente ma sofferente, sperimenta i sintomi della “sindrome di hybris” secondo la descrizione clinica di David Owen; un mese fa le sue erano state giornate gloriose, in cui s’identificava con l’America e – con la volgarità dell’autocitazione, mi sia concessa –, avevo scritto nel dossier “Big beautiful bill: scacco matto a Musk”, riportando i rilievi di Roberto Festa su Il Fatto Quotidiano: “… La sindrome di hybris affligge Donald Trump (estraneo all’intelligenza), secondo la diagnosi dello psichiatra politico inglese David Owen. Che cos’è? E’ la sindrome della visione, e s’incontra puntualmente con la nemesi. Perché questo accade? Il mito dell’eziologia tanto caro a Irving Stone è sospeso dalla realtà… The Donald crede di avere accesso alla verità ultima. Un’autentica follia… Scrive l’ottimo analista Roberto Festa su Il Fatto Quotidiano nella radiografia da entomologo “Trump festeggia l’ok alla legge che sposta risorse dai poveri ai super ricchi”: “La gente è felice”. I sondaggi dicono il contrario”:
“Ha firmato il “big, beautiful bill” circondato dai repubblicani in festa, al tradizionale picnic
celebrativo del 4 luglio alla Casa Bianca, mentre la flotta dei B-2, quelli usati per bombardare i siti nucleari iraniani, sorvolavano i cieli di Washington. Poi è partito per un comizio in Iowa, dove davanti a una folla altrettanto giubilante ha alluso a un cappellino del MAGA, che dice “Trump ha ragione su tutto”, e ha spiegato: “Sembra un po’ presuntuoso. Ma è vero!”. Donald Trump ha concluso quelle che ha definito “le due migliori settimane che un presidente possa avere” con il successo per lui più grande, il passaggio della legge di bilancio. Lui ne esalta una parte, i tagli alle tasse, e minimizza l’altra, la scure su Medicaid e assistenza alimentare. “Non ve ne accorgerete nemmeno” dice. E aggiunge: “La gente è felice, felice!”… “.
Neanche pochi giorni dopo, l’entusiasmo della hybris si sarebbe rovesciato nella nemesi. Gli Epstein files. Lo scandalo è stato artificiosamente alimentato da una covert action di Elon Musk, la vittima sacrificale della legge di bilancio. Ma – attenzione – il triliardario sudafricano (sulla carta) è stato obbligato – non aveva scelta – a etero-dirigere l’apparizione della super teste Ghislaine Maxwell, cherchez la femme: il Presidente-tycoon o il tycoon senza Presidenza, gli ha tagliato i sussidi mandando in bancarotta tutte le sue aziende (la “sindrome del beneficiato” inficia il mito dell’Età della Ragione), e allora l’Asperger Elon gli ha offerto un aiutino ad personam. Ha fatto il doppio gioco con Donald Troia, legando le mani all’Attorney General Bondi che non poteva e non può pubblicare la parte degli Epstein files che riguarda l’inquilino della Casa Bianca. Risultato: invece che rinsaldarsi i rapporti, il diavolo Trump ha mandato a quel paese il generoso finanziatore plutocratico: “Lo deporterò e gli taglio i sussidi”. Quando si dice la gratitudine.
Nello stesso contesto temporale, avevo scritto sempre a Philippe Couvrer, uno dei guardiani della balance du pouvoir: “Temo che ci sarà una covert action violenta contro Musk, di fronte alla quale la vicenda di Dominique Strauss Khan appare soltanto un aperitivo. Mala tempora currunt et peiora premunt”. Nikolas Sarkozy, aristocratico dal tratto piccolo-borghese, aveva ordinato un’aggressione ai danni di DSK all’Hotel Sofitel, facendolo apparire l’autore di un tentato stupro. L’economista francese con un piede all’Eliseo passò 6 giorni all’inferno, con la prospettiva di non uscirne. E’ stato poi riabilitato. E’ da vedere se potrà diventare presidente della Francia nell’ora del pericolo: Dominique, un po’ fragile un po’ diavolo o diabolicamente fragile, funziona eccellentemente nell’emergenza; potrebbero cambiare i rapporti di forza tra lui e Sarkozy, che rischia ora di finirci per un bel po’ in carcere. Risucchiato dall’affaire Bettencourt: togli una matrioska, e ne emerge un’altra. Forse Sarkozy avrà una “descente aux enfers” come Bernard Tapie, generato e rovinato dal mito di Icaro. A un passo dall’Eliseo, un po’ visionario un po’ guascone, il self made a man è passato dalle stelle alle stalle, dalla ricchezza alla povertà, ma – umiliazione ben peggiore – ha perso il “personaggio” di Bernard Tapie. Eppure la maschera è un omaggio al genio: vedi l’imbroglio del “diniego”.
Scusatemi questa digressione – ma alla fine di un’epoca nessuno rimane vergine all’orrore; torniamo a Musk che ha alcuni punti di contatto con Mikhail Khodorkovsky, “Je ne suis plus un insider du pouvoir russe”. Il fondatore di Tesla rischia di morire, prima della deposizione al Congresso di Ghislaine Maxwell. I perseguitati diventano persecutori. Se Putin fece avvelenare Roman Abramovic, Abramovic ha fatto ammazzare Alexey Navalny nel Lupo polare artico a tre giorni dalla sua liberazione per far ricadere la colpa sullo zar, incastrato dalla Fiera della Vanità nell’ambiguità della realtà.
Adesso, Musk – che ha con Trump lo stesso rapporto che Boris Berezovskij aveva con Putin – è obbligato a giuocare come le “menti raffinatissime”: ammazzare per non essere ammazzato, in una corsa contro il tempo. Che Trump sia unfit to lead United States, è plastico; dunque, se The Donald ha interesse a tenere in vita la femme fatal reclusa per scontare una condanna a 20 anni (purchè le offra su un piatto le teste di Clinton e Summers), Musk ha interesse a farla morire per distruggere politicamente Trump. Ma questa mossa – che, spiace dirlo, non è criminosa ma è amorale, sospendendo le categorie di Kant (andrebbe spiegato alla procuratrice Carla Del Ponte) – non salverà lo stesso Musk, al quale il presidente americano presenterà il conto. Overdose, forse
mortale. Potrà essere il colpo di cannone della guerra civile, neutralizzando l’equilibrio tra i poteri che è in corso di disfacimento.
Khodorkovsky fu molto chiaro con Isabelle Kumar e Monica Maggioni: “Non sono gli oligarchi che comandano in Russia. E’ il potere politico che comanda. Berezovskij ha convinto gli occidentali che gli oligarchi siano il potere politico”.
E’ per la suddetta ragione – tra i labirinti di Pirandello, le certezze dello Spirito delle Leggi si sbriciolano – che dobbiamo diventare Fallibili, inaugurando l’era della Fallibilità radicale.
L’Illuminismo è già morto; l’illusione dei filosofi dell’Età dei Lumi fu di non capire che la ragione non è universalmente valida, ma la realtà esiste. Ragione non è realtà. E soprattutto, la Iustitia non è il regno di Immanuel Kant. Ma la realtà è ambigua e complessa, come illustra magistralmente il remake di “Papillon” di Michael Noer. Orgoglio e frustrazione, alcuni giocatori vincono e altri perdono.
Abusando della pazienza dei lettori, c’è un ultimo tassello del romanzo criminale di Trump. Chi scrive, non può fare a meno di osservare con stupore lo strano caso di Larry Summers, ex segretario al Tesoro dell’amministrazione Clinton, passato dalla hybris alla nemesi in maniera simmetricamente opposta a Trump (sic!).
Erano giornate emozionanti per il guru dell’economia, quelle dell’approvazione al Congresso del Big Beautiful Bill, che si era identificato con il ruolo di salvatore dell’America dalla legge di bilancio:
“Questi tassi di interesse più alti, tagli ai sussidi per l’elettricità (vedi la scure su Musk, ndr) e la transizione verde, riduzioni nella disponibilità di alloggi, il fatto che a causa dei tagli alla sanità gli ospedali dovranno prendersi cura di queste persone e scaricare i costi su tutti gli altri, significherà più inflazione, più pericolo che la Fed debba aumentare il costo del denaro e correre il rischio di recessione, più stagflazione. E’ il danno che ogni famiglia della classe media del nostro Paese si troverà ad affrontare per colpa di questa legge. E per cosa? Un milione di dollari di agevolazioni fiscali in dieci anni al 10% più ricco della nostra popolazione. E’ davvero la priorità assoluta per l’uso dei fondi federali in questo momento? Non credo. E’ un atto vergognoso da parte del nostro Congresso e del Presidente, che farà regredire il Paese”… “.
Soltanto pochi giorni dopo che l’illuminazione della hybris ha fulminato Summers – mai così felice –, Trump lo ha attaccato violentemente. Come scrive l’inviato Paolo Mastrolilli su “la Repubblica”, “La grazia a Ghislaine Maxwell in cambio di informazioni per incastrare Bill Clinton? E’ la voce che inizia a girare, sullo sfondo delle conversazioni che il dipartimento della Giustizia Usa sta avendo con l’ex fidanzata di Jeffrey Epstein, nel carcere della Florida dove sconta la condanna a venti anni di prigione per averlo aiutato ad adescare minorenni. A maggior ragione visto che secondo la Abc, gli investigatori le hanno concesso una immunità parziale (in America c’è la discrezionalità dell’azione penale, ndr). Per certi versi è un sospetto che ha alimentato lo stesso presidente Trump, quando partendo per la Scozia non ha escluso il perdono: “E’ una cosa a cui non ho pensato – ha detto alla Casa Bianca prima di decollare – ma ho l’autorità per farlo”. Quindi ha aggiunto: “Parlate sempre di me, ma io sull’isola di Epstein non ci sono mai andato. Dovreste invece concentrarvi su Bill Clinton, che ci è stato oltre venti volte, o su Larry Summers”, che ci andava con Clinton. Wilde parties senza dignitas.
L’“ingenuità rambesca e rimbambita” di Trump – chiedo i diritti d’autore a Giancarlo Zizola – gli presenterà il conto.
Ghislaine Maxwell è schiacciata sul “punto di equilibrio” tra Clinton e Trump. La morte è nel nome.
di Alexander Bush