Sono centinaia di anni che a Pozzuoli esiste il bradisismo e tutta la zona dei Campi Flegrei è riconosciuta sin dai tempo dei Romani come una zona sismica.
Ciononostante è una delle zone più antropizzate della Campania: sia che siano costruzioni abusive, siano che siano state permesse da comuni compiacenti se ne vedono ora le prevedibili conseguenze.
Ma perché nessuno ha mai pensato a regolamentare le costruzioni in una zona così a rischio? Imprevidenza o interessi particolari?
Si supererà il momento di crisi con dichiarazioni e sussidi oppure si avrà il coraggio di prendere provvedimenti a lunga scadenza prima che sia troppo tardi?
Una situazione simile e ben più grave si ha in un altro luogo della Campania: il Vesuvio.
Benché si sappia sin dall’eruzione di Pompei che il Vesuvio è uno dei pochi vulcani italiani ancora in attività, si è lasciato costruire in modo dissennato sulle sue falde, al punto che sono uno dei luoghi a maggior densità abitativa della Regione: in caso di una (malaugurata ma possibile) eruzione si rischia una tragedia di proporzioni immani.
Ciononostante niente si fa o si prevede. Si è concesso di tutto: dalla cementificazione delle falde del Vesuvio, alla proliferazione di case abusive (poi regolarmente condonate…), da istallazione di fabbriche ovunque a piani di evacuazione rimasti sulla carta e a mancanza di vie di fuga programmate.
Certamente ormai il danno è fatto e il rischio c’è, ma si dovrebbero almeno creare piani regolatori particolareggiati con controlli rigidissimi sull’attuazione e progettare diradamenti ad hoc.
Sarebbe un piano con tempi lunghi e grandi problemi di attuazione con un solo grande ostacolo: la politica che preferisce progettare solo quello che porta consensi (e quindi voti) a breve termine sperando nello stellone italico… e piangendo quando avviene il prevedibile.
di Angelo Gazzaniga


