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Principi Generali

Il nostro obiettivo è quello di dare un contributo al progresso economico e sociale, quindi più benessere per tutti i cittadini e più solidarietà per i deboli, tramite la formazione e la crescita di uno Stato liberale, fondato sul supremo rispetto delle libertà individuali e di mercato, con l’esercizio di diritti certi ma, anche, con l’assunzione d’impegni e doveri necessari.
Ciò significa restituire centralità alle scelte dell’individuo, garantendogli la libertà di agire senza costrizioni e la certezza d’essere responsabile, verso se stesso e verso gli altri, dei risultati positivi o negativi delle sue scelte.
Elementi essenziali per la realizzazione di tutto ciò sono:

la riduzione dell’ingerenza e dei poteri dello Stato, ricordando che esso deve essere uno strumento al servizio dell’individuo, che va lasciato il più possibile libero
in ogni sua scelta e nell’utilizzo delle proprie risorse, con conseguente alleggerimento dell’imposizione fiscale;
la liberazione del mercato da vincoli e da leggi che non siano quelle del mercato stesso, dalla burocrazia e dai privilegi che ne distorcono il normale funzionamento, mediante la liberalizzazione delle potenzialità imprenditoriali, produttive e della ricerca scientifica in ogni settore economico (industria, agricoltura, turismo, immobiliare, infrastrutture, finanza, servizi, professioni, arte, spettacolo, distribuzione, logistica); l’utilizzo d’adeguate risorse per il soddisfacimento dei bisogni primari di tuttila certezza e la tempestività del diritto, così come la sicurezza che le sanzioni siano applicate;
la rigorosa applicazione dei principi della sussidiarietà, intesa come affidamento allo Stato di quei compiti che portano certamente maggiori vantaggi rispetto ad una loro gestione privata e, quindi, la rigenerazione dello Stato su basi federali;
la convivenza civile nella tolleranza e moderazione riformista che, pur nella netta distinzione fra Stato “laico” e fede, ricordi che siamo figli di due millenni di cristianesimo, i cui migliori volori fanno parte della nostra cultura di governo del Paese. Tutto ciò nel rispetto d’ogni sentimento religioso che non interferisca con la politica istituzionale del nostro Paese.
Vogliamo inoltre ricordare quanto insegnato da Immanuel Kant:

” Nessuno mi può costringere ad essere felice a suo modo (come in pratica egli s’immagina il benessere degli altri uomini) ma ognuno può ricercare la sua felicità per la via che a lui sembra buona, purché non rechi pregiudizio alla libertà degli altri di tendere allo stesso scopo, in guisa che la sua indipendenza possa coesistere con la libertà d’ogni altro secondo una possibile legge universale ” (in pratica non leda questo diritto degli altri).

Consideriamo come maestri tutti quei cittadini onesti, etici, silenziosi, lavoratori,
che provvedono alle necessità della propria famiglia, della comunità e della società nella quale vivono,
dando il loro intelligente apporto per costruire una Pubblica Amministrazione efficace e non invasiva, senza personalismi e protagonismi.

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