Se questa è un’opposizione

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La mancanza di due grandi partiti alternativi, uno di maggioranza che sostiene il governo, e l’altro di opposizione che si prepara a governare dopo la successiva tornata elettorale, comporta un prezzo altissimo che stiamo già pagando. Non solo perché il governo di coalizione, per sua natura, dovendo accontentare alleati in competizione tra loro gioca invariabilmente al ribasso e rimanda le grandi scelte a chissà quando (vedi Letta). Ma anche perché, nel frattempo, il ruolo dell’opposizione viene sterilizzato.
Eppure le apparenze sembrerebbero indicare il contrario. L’altro ieri il voto di sfiducia al ministro Alfano dopo il pasticcio kazako; ieri la pioggia di emendamenti ostruzionistici sul cosiddetto “decreto del fare”; domani la battaglia massimalistica e anti-liberale per introdurre il reato d’opinione cosiddetto di omofobia; dopodomani qualche esternazione di Grillo o Vendola contro l’acquisto di aerei militari in previsione di una improbabile pace perpetua: tutti questi episodi sembrano suggerire l’idea di un’opposizione brillantemente all’attacco, capace di imporre la sua agenda a una maggioranza intimidita.
E però, riflettiamo: quali di queste iniziative messe in campo otterranno un qualsiasi risultato? Quale programma alternativo di governo prefigurano, e sostenuto da quale maggioranza alternativa? La triste verità è che le trovate funamboliche di Grillo, le elucubrazioni post-comuniste di Vendola e la messa in liquidazione del progetto padano di Maroni sono e rimarranno atti dimostrativi fini a se stessi, dimostrazioni di un’impotenza cronica, parente stretta del famoso mugugno all’italiana.
La verità è che senza un reale bipartitismo in grado di sostenere ¬– con il presidenzialismo e il sistema elettorale maggioritario – un’alternanza al potere, è illusorio sperare in un’autentica politica di riforme. E con l’impotenza della maggioranza, e la sterilizzazione dell’opposizione, chi ci rimette sono gli italiani. Cosa che, permettetemi di ricordarlo, i Comitati per le Libertà sostengono da quindici anni.

Gaston Beuk
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Gaston Beuk
Gaston Beuk è lo pseudonimo di un noto giornalista e scrittore dalmata. Si definisce liberale in economia, conservatore nei valori, riformista nel metodo, democratico nei rapporti fra cittadino e politica, federalista nella concezione dello Stato e libertario dal punto di vista dei diritti individuali.

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