Ma le catastrofi naturali non si possono proprio limitare?


Come ormai abituale ad ogni cambiamento di stagione siamo a contare morti, danni, ponti crollati a causa del maltempo. Ogni anno si ripete la stessa storia e si ripetono le stesse giustificazioni: mancano i soldi, mancano le strutture amministrative per gestire la manutenzione e così di seguito.
Provvedimenti concreti: nessuno.
Noi nel nostro piccolo ci permettiamo di fare alcune proposte:

  • si indica come necessaria una spesa di almeno 3 miliardi per fare le manutenzioni urgenti: una cifra imponente, ma nemmeno un quarto di quanto speso per mantenere in vita l’Alitalia. Non sarebbero stati soldi meglio spesi per fare le manutenzioni?
  • Un altro grosso problema sono le dimensioni delle strutture comunali. I comuni medi e grandi hanno strutture in grado di presentare e seguire i progetti, mentre i comuni piccoli (che sono la grandissima maggioranza) non hanno né i tecnici né le possibilità tecnico-amministrative fare tutto questo:
  • perché allora non si è continuato nel progetto di accorpare i comuni piccoli ottenendo maggiore efficienza, minori costi senza alcuna spesa aggiuntiva. In Italia i comuni sono ancora 7903: un numero enorme che non si è riusciti in alcun modo a ridurre perché gli interessi della politica locale sono intoccabili
  • oppure si potrebbe tornare al sistema in vigore nel dopoguerra: i comuni decidevano e trovavano i fondi, ma i progetti e il controllo dei lavori erano in mano a strutture statali (i provveditorati) dotati di mezzi, uomini e soprattutto capacità. In questo modo lo Stato mette a disposizione le strutture tecniche senza intaccare la capacità decisionale dei comuni.

Sono tutte riforme a costo zero e di grande impatto reale: perché non cercare di attuarle?

di Angelo Gazzaniga

Sull'Autore

Presidente del Comitato Esecutivo di Libertates. Imprenditore nel campo della stampa e dell’editoria. Da sempre liberale, in lotta per la libertà e contro ogni totalitarismo e integralismo.

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