Libertà e rete. Così il crowdfunding rivoluziona il denaro.

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andrea

Crowdfunding cos’è? Dato che si parla di rete, la risposta è facile e immediata. Basta digitare su google la parola ed ecco la risposta. Il crowdfunding è la collaborazione in rete tra persone che decidono di investire, o meglio condividere,  il proprio denaro per sostenere insieme progetti e idee di altre persone ed organizzazioni. È un processo di finanziamento dal basso. Il termine trae la propria origine dal crowdsourcing <http://it.wikipedia.org/wiki/Crowdsourcing> , processo di sviluppo collettivo di un prodotto.
Il crowdfunding si può riferire a processi di qualsiasi genere, dall’aiuto in occasione di tragedie umanitarie al sostegno all’arte e ai beni culturali, al finanziamento della politica, al giornalismo partecipativo, fino all’imprenditoria innovativa e alla ricerca scientifica. Ed è il  web che permette l’incontro e la collaborazione dei soggetti coinvolti in un progetto.
Il crowdfunding, per fare un esempio, ha permesso recentemente ad Obama di pagare parte della sua campagna elettorale per la presidenza: tutto grazie ai soldi donati dai suoi elettori, suoi primi portatori di interesse.  Ci sono tre tipi di crowdfunding: la donazione, il prestito personale (chiamato social lending) e il crowdfunding reward-based. Quest’ultimo prevede una ricompensa, non in denaro, per i finanziatori del progetto.
In tempi di italiche questioni sui finanziamenti ai partiti e spending review, questa può essere una rapida, pragmatica e parsimoniosa soluzione ai nostri problemi. Si basa su un concetto semplice e trasparente che permette di tracciare in modo sicuro e democratico i sostenitori dei politici nostrani.
Io ti trovo “degno” del mio voto, condivido le tue idee e allora sostengo la tua campagna elettorale, potrebbe essere lo spot.
Il crowdfunding poggia la sua rivoluziona sulla rete, sul modo di raccogliere il denaro. L’autofinanziamento delle campagne  elettorali non è certamente tema e pratica nuova: cene elettorali e tesseramenti sono da sempre utilizzate utilizzati dai partiti. Il crowdfunding, tuttavia, sviluppa un nuovo concetto di finanziamento privato, sostegno libero e cosciente, applicato al rapporto tra politica  e cittadini.
In tema regolamentazione, si deve ricordare che dal 27 luglio è entrato in vigore il regolamento Consob per il crowdfunding, primo caso in Europa. L’intervento per ora è ristretto alle start-up a carattere innovativo. Il regolamento introduce il registro dei portali Internet abilitati al crowdfunding, un albo a cui può iscriversi chi rispetta i requisiti di onorabilità e professionalità, dalla fedina penale intonsa a un background adeguato, richiesti dalla Commissione. Ci sono poi obblighi di trasparenza, diligenza e correttezza dei gestori dei portali, che devono informare con completezza gli utenti i quali godono comunque del diritto di recesso in sette giorni. Due sono le procedure: chi investe meno di 500 euro può fare tutto in rete, mentre chi vuole impegnare cifre maggiori dovrà passare per il controllo del gestore, che dovrà stabilire con l’aiuto della banca se il finanziamento non costituisce un azzardo per il cliente. La sicurezza e la trasparenza quindi è assicurata.
Intanto anche da noi qualcosa si muove. “A breve lancerò la prima piattaforma italiana di crowdfunding politico, con la quale raccoglieremo i finanziamenti da destinare a progetti di partecipazione politica e di iniziativa sociale, promossi dai circoli del Partito democratico. È una scommessa che vuole promuovere il finanziamento diffuso. Il Pd metterà a disposizione la piattaforma e i cittadini le risorse per le attività politiche organizzate dal basso”. Ad annunciarlo poco tempo fa il deputato e tesoriere Pd Antonio Misiani, durante una conferenza stampa alla Camera sul fundraising come nuovo finanziamento ai partiti. Ottima iniziativa da estendere a tutta la politica, per contribuire a ridurre l’entità dei finanziamenti pubblici erogati ai partiti dallo Stato.
Il crowdfunding è sbarcato anche in Medio Oriente:  Zoomal  è la nuova start-up fondata da Abdallah Abdi, 21enne libanese il cui desiderio di vedere un mondo arabo “più dinamico, meno dipendente dagli aiuti di Stato e proiettato verso il futuro”.
Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni (Eleanor Roosevelt).

Gilbert du Motier de la Fayette

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Gilbert du Motier de La Fayette
Liberale fedele ai grandi ideali, rivoluzionario a riposo ma sempre pronto a scendere in battaglia in nome della democrazia e della libertà. Chissà chi è in realtà il marchese La Fayette.

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