Come le poesie di guerra (ucraina) ci insegnano di amare la vita

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Non bisogna dimenticare che in Ucraina da più di sei mesi c’è la guerra. Si combatte nella zona orientale del Paese, nelle regioni di Donets’k e Luhans’k in mano ai separatisti filorussi appoggiati militarmente e dal punto di vista logistico dalle unità regolari dell’esercito russo

In Ucraina si combatte sostanzialmente per l’unità territoriale e per i valori europei. Paradossalmente qui in Europa sembra quasi una retorica, mentre per gli Ucraini questi valori, in primo luogo la democrazia, la libertà civile e la dignità umana rappresentano oggi un vero punto di riferimento e vengono difesi anche a costo della vita. L’avvicinamento politico ed economico con l’Europa e la futura integrazione nelle istituzioni dell’Unione europea da un astratto obiettivo ‘strategico’inserito nella legislazione ucraina nel lontano 1993, nell’ultimo anno è divenuto un sentimento generale, l’espressione di un’autentica volontà popolare. Questa volontà e determinazione del popolo ucraino (confermata alle ultime elezioni politiche della fine di ottobre dove oltre il 70% degli elettori ha sostenuto i partiti di orientamento pro-europeo) ha scatenato una violenta reazione da parte della Russia, tradottasi inizialmente nell’annessione della Crimea e nella destabilizzazione delle regioni orientali dell’Ucraina, con l’infiltrazione sul territorio ucraino dei militari e paramilitari dalla Russia (compresi i terroristi ceceni, osezi e altri elementi sovversivi) e, successivamente, a partire di agosto scorso, nell’invasione delle truppe regolari dell’esercito russo.
I combattimenti sono particolarmente duri per gli ucraini perché con l’inizio della guerra il Paese ha scoperto di non avere più un esercito reattivo ed efficiente: durante i quattro anni del precedente governo filorusso il settore militare e quello di sicurezza sono stati letteralmente devastati: lasciati senza finanziamenti adeguati, con l’effettivo dimezzato e con i vertici di provenienza russa. Il fatto, piuttosto ignorato qui in Occidente, è che oggi il nucleo della resistenza ucraina all’aggressione militare russa è composto prevalentemente dalle reclute arrivate nell’esercito in seguito alla mobilitazione generale in assetto di guerra e dai volontari. Ci sono tra i volontari militari professionali, in particolare, molti ufficiali ‘in pensione’ sono tornati sotto le armi data la situazione di grave pericolo che incombe sul Paese. Ma la maggior parte di loro sono civili: coloro che ieri erano manager, programmisti, imprenditori, medici, professori e studenti universitari oggi combattono al fronte, soffrono e, purtroppo, muoiono.
Ma anche vivono, amano, sognano un futuro migliore e scrivono poesie nelle quali viene condensata ed elaborata la loro draumatica esperienza: si legge chiaramente la percezione acuta degli eventi e le sensazioni dolorose di persone civili ritrovatesi all’improvviso in guerra, a fare i soldati. Tra tutte, le testimonianze e le poesie di guerra sono particolarmente cariche di significato perché,o ltre a raccontarci quello che sta accadendo realmente all’Est (dell’Ucraina e dell’Europa), le poesie ci danno un profondo insegnamento su una dimensione della vita che noi – per fortuna e grazie a LORO – speriamo di non dover conoscere mai.

Tornerò dalla guerra e guarderò negli occhi
Di chi dice che non vuole vivere,
Di chi è stufo del lavoro e scontento della TV noiosa –
Li racconterò un po’ di cose che ho visto io…
A chi ha troppo freddo d’inverno e muore di caldo d’estate
A chi si lamenta di aver aspettato il taxi troppo a lungo e di bagnarsi per la pioggia
[racconterò] come noi avevamo paura di addormentarci anche per un attimo.
Persino quando gli spari dei GRAD coprivano i tuoni del temporale.
Ci siamo abituati a dormire sotto le cannonate
E a fare a turni perché anche gli altri potessero dormire – no, non in una tenda…
Noi,fratello,dormivamo nei gelidi fossati
Dove soltanto i sogni e la nostalgia della casa scaldano l’anima.
Ci è capitato di bere l’acqua dalle pozzanghere
E di mangiare in dieci un biscione arrostito per cena.

Non ci ammalavamo di raffreddore, o, forse, ci ammalavamo pure,
Ma nessuno si lamentava.
La cosa più terribile alla quale ti abitui QUI
È che ogni giorno perdi qualcuno
E non sai mai se domani potrà toccare a TE…
Eppure ci siamo abituati… Ce l’abbiamo fatta…
Non siamo eroi come ci chiamate voi.
Qui le persone impazziscono, perdono il senno
A causa della guerra, del grande dolore…
Anche se per la maggior parte si rivelano forti, più forti del sangue e della sofferenza.

Siamo qui perché VOI lì dovete vivere nella pace,
Siamo qui perché anche noi desideriamola pace più di ogni cosa
E anche quando sono in trincea
Non penso mai alla tomba.
Penso alla casa, al lavoro, alla famiglia
Quanta voglia di togliermi di dosso tutta questa corazza!

Aiuta te stesso, comincia ad amare la vita
Dove c’è pace, c’è felicità
Non cercare mai il male…

Oleksandr Ivanyts’kyj,
traduzione dall’ucraino di Olena Ponomareva

Олександр Іваницький
Я прийду з війни і гляну в очі
Тому, хто каже, що жити не хоче.
Кому набридла робота, нудне телебачення,
Розповім трішки, що бачив я…

Кому надто зимно вночі, сильна спека днем,
Чекали задовго таксі, змокли під дощем,
Як ми боялись заснути, навіть на мить,
Від пострілів “градів”, ще й гроза гримить
Та ми звикли спати під шум мінометів,
Чергували, щоб інші “дрімнули”… не в наметі…
Ми спали, там, брате, у ямах холодних,
Де гріють лиш мрії і туга за домом.
Бувало, що пили воду з калюж,
Вечеря для десятка – один підсмажений вуж.
В нас не було простуд, а може й були. –
Ніхто і ніколи про це не говорив.
Найстрашніше, до чого там звикаєш,
Це, що кожного дня когось втрачаєш..
І не знаєш… може завтра ТИ…
Але ми вже звикли… Змогли… Змогли…
Ми не герої, як ви говорите…
Тут люди дуріють, стають душевно – хворими…
Це все від війни… від великого горя,
Але більшість – сильна. Сильніша крові і болю…
Ми тут, бо ВИ там маєте жити у спокої,
Ми тут, бо так само хочемо миру…
І навіть, коли я лежу в окопі,
Ніколи не думаю про могилу…
Я мрію про дім, про роботу, сім’ю,
Як же хочу скинути з себе броню…
Допоможи, полюби життя,
Там де мир, там – щастя.
Не шукай собі зла…

Olena Ponomareva

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Olena Ponomareva
Olena Ponomareva, docente di ucrainistica presso il Dipartimento di Studi Europei, Americani e Interculturali, Università “La Sapienza” di Roma. Studia le problematiche di trasformazioni politiche e socioculturali delle società posttotalitarie dell’Est Europa.

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