Trenitalia nuovo iri dei trasporti

Data:


In un’era di globalizzazione, libera concorrenza a livello europeo vediamo quale evoluzione sta avendo Trenitalia.

Infatti

  • ha fagocitato Anas con un’operazione utile dal punto di vista contabile perché in questo modo Anas e i suoi debiti escono dal perimetro del debito pubblico … ma, ovviamente, non scompaiono
  • cerca di mettere piede nel trasporto pubblico urbano con l’acquisizione di molte imprese di trasporto municipalizzate (o come si preferisce dire ora “partecipate”); tutte o quasi piene di debiti e con gestioni cronicamente passive
  • ha creato un’azienda di trasporto su gomma in concorrenza con gli autobus low cost
  • ma soprattutto sta cercando di rinnovare con le singole regioni i contratti di trasporto locale e pendolare senza fare gare di alcun tipo.

Questo è in aperto contrasto non solo con le direttive Ue, ma soprattutto con una logica di concorrenza, trasparenza e libero mercato che dovrebbe essere alla base di questo tipo di servizi: basti solo pensare a quali vantaggi per l’utente ha portato la libera concorrenza nel trasporto aereo.
Invece Trenitalia continua in questa politica di monopolio virtuale e di bilanci poco trasparenti: anche nell’ultimo bilancio pubblicato è impossibile comprendere quali siano i costi e i ricavi del settore trasporto locale: rimane il fondato sospetto che i finanziamenti regionali servano più a creare utile a Trenitalia che a favorire la mobilità dei propri cittadini. Anche in questo caso sarebbe sufficiente scorporare la divisione trasporto locale almeno dal punti di vista contabile: cosa che è indispensabile far capire a cittadini e utenti come vengono utilizzati i loro soldi.

Trenitalia si fa forza per convincere le regioni a rinnovare senza gara i contratti con due argomentazioni a dir poco originali:

  • che solo in questo modo si possa avere un’impresa sufficientemente grande per far fronte ai grandi colossi dei trasporti europei (SNCF e DB su tutti). Ma dovrebbe essere ormai palese a tutti (tranne pochissimi sostenitori dell’economia sovietica) che un monopolista offre un servizio più scadente che un regime di libera concorrenza. Basti pensare a quanto è successo con i trasporti aerei o i telefoni cellulari
  • che attraverso questa riconferma dei contratti in essere Trenitalia promette l’acquisto di centinaia di nuove carrozze per pendolari. Ma anche questo è uno specchietto delle allodole: sarebbe molto più trasparente e meno costoso un meccanismo come quello già adottato in Inghilterra e nei paesi scandinavi, una società indipendente acquista il materiale rotabile che poi affitta a chi ha vinto la gara per la gestione del servizio.

Una storia che ci mostra come in Italia si sia lontani da quanto da sempre auspicato da Libertates: libera concorrenza, trasparenza dei bilanci, servizi affidati con gare, con lo Stato che mantiene il controllo della qualità e delle modalità di esercizio nell’interesse di tutti, utenti e cittadini

di Angelo Gazzaniga

wp_user_avatar
Libertateshttps://www.libertates.com
Libertates è un blog di cultura liberale e democratica, valori nei quali crediamo ed intendiamo promuoverli nella società civile.

Share post:

Iscriviti alla nostra newsletter

Recenti

Ti potrebbe interessare anche...
Libertates

L’ERRORE DI FARE UNA BUONA AZIONE

Nei mesi scorsi un immigrato irregolare a Torino ha fatto arrestare un rapinatore ad un supermercato. di Guidoriccio da Fogliano

LA BUROCRAZIA VINCE SEMPRE!

A Roma si è deciso di aumentare in occasione del Giubileo le tariffe dei bus che parcheggiano in centro. Come norma le compagnie hanno impugnato... di Guidoriccio da Fogliano

QUANDO I CONDONI PRESENTANO IL CONTO

Dopo i tre provvedimenti di “saldo e stralcio” dei pagamenti dei contributi mai effettuati dalle aziende ecco che l’INPS presenta il conto. Sono 6,6 miliardi che si presentano come buco nei conti dell’ente assistenziale. Dato che le pensioni ai dipendenti vanno comunque erogate ecco che lo Stato dovrà ripianare con fondi propri.... di Guidoriccio da Fogliano

IL 2% DEL PIL PER LA DIFESA …ALL’ITALIANA

L’Italia ha riconosciuto la necessità di spendere almeno il 2% del Pil in spese per la difesa. Lo ha riconosciuto in ambito UE, in ambito Nato e negli impegni presi dalla Meloni con Trump. Ed ecco la soluzione “all’italiana”… di Guidoriccio da Fogliano