Bocchino e la Le Pen stanno bene insiem.

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Bocchino, pecché sei tu Bocchino?
Vedi de cambiatte er cognome,
fatte furbo, diventa un Boccone,
mica sei più un regazzino!

In classe era come in trincea
te pijavano tutti per il sedere:
tu t’encazzavi pe’ quella nomea
che nun te faceva certo piacere.

Ben si nota dall’aspetto ‘ncagnito
che sulla piaga sto a mette ‘r dito,
e me spiace fatte rodere ‘r culo
sbertucciandote come un cuculo.

Famola cadé ‘sta foja de fico,
‘o voi sapé ora che faccio?
Te dedico ‘n consijo d’amico
e poi pe’ prudenza me taccio.

Bocchino nun è nome da sopportà,
basta dillo – ed è lesa Maestà
per il senso che je se pò dà
a causa de’ ‘a sua ambiguità.

Pecché anche un poveraccio
poco avvezzo alla malignità
all’idea può sempre arrivà
de fatte pe’ strada un versaccio.

Cazzo che nomi c’avete a destra
da far rizzare li capelli ‘n testa:
chi se chiama Bocchino, chi Le Pen…
‘a sai l’ultima? state ben insiem!

di Enrico Bernard

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