La metro C di Roma: un concentrato di mali italiani

Data:

angelo
La storia della costruzione della linea C della Metropolitana di Roma è emblematica: sembra un film su tutto quello che non funziona in Italia

Infatti:

  • subito dopo l’assegnazione dell’appalto, parte un arbitrato richiesto dalle società costruttrici per avere un supplemento di costi (arbitrato iniziato nel 2007 e conclusosi nel settembre 2012: un record!). Ma il Comune ha impugnato la decisione e quindi si è andati in Corte d’Appello: prima udienza (non sentenza!) fissata il 10 ottobre 2017! Uno dei soliti exploit della nostra magistratura!
  • I costi sono nel frattempo lievitati in maniera astronomica: dai 2,7 miliardi previsti per tutta la linea si è arrivati ai 3,7 miliardi solo per la prima tratta! Un costo di 234 milioni al chilometro contro i 120-150 della media europea. Aumenti di costo che non sono tanto giustificato dai reperti archeologici che si ritrovano a ogni momento a Roma (il tratto più difficile, quello del centro, non è stato ancora affrontato) quanto dalle varianti tecniche proposte sin dall’inizio: progettata come un tunnel unico si è subito passati (con 45 varianti solo per il primo tratto) ai tunnel separati. Quello delle varianti in corso d’opera è sistema più che collaudato per aumentare costi (e tangenti) senza ricorrere ad altre gare.
  • Esiste tutto un contenzioso di ricorsi, ingiunzioni tra il Comune di Roma e il Consorzio per la realizzazione della Metro C che occupa attualmente 189 persone con 13 milioni di stipendi. Con un solo piccolo particolare: il Consorzio è integralmente di proprietà del Comune di Roma. Il Comune di Roma fa in pratica causa a se stesso!
  • Gran finale (per ora): la commissione incaricata del collaudo del primo pezzo della linea ha decretato che “non esistono i requisiti per il servizio commerciale” (cioè linea bocciata); all’inaugurazione del primo tratto il primo convoglio si è bloccato in linea; al primo nubifragio tutte le stazioni si sono allagate…

Possibile che non si possa fare proprio niente?
Forse sarebbe sufficiente quello che Libertates chiede da anni: una riforma della magistratura che renda i processi sufficientemente celeri (una causa che dura 15 anni non solo blocca tutto, ma rende impossibile accertare le responsabilità politiche: si deve risalire a quattro giunte fa!); una burocrazia e un’amministrazione meno opaca; una legislazione semplice, chiara e comprensibile a tutti: in modo da rendere praticabile una vera democrazia diretta, cioè quella che permetta ai cittadini di scegliere, votare e giudicare poi i propri rappresentanti;

Guidoriccio da Fogliano

wp_user_avatar
Libertateshttps://www.libertates.com
Libertates è un blog di cultura liberale e democratica, valori nei quali crediamo ed intendiamo promuoverli nella società civile.

Share post:

Iscriviti alla nostra newsletter

Recenti

Ti potrebbe interessare anche...
Libertates

IL 2% DEL PIL PER LA DIFESA …ALL’ITALIANA

L’Italia ha riconosciuto la necessità di spendere almeno il 2% del Pil in spese per la difesa. Lo ha riconosciuto in ambito UE, in ambito Nato e negli impegni presi dalla Meloni con Trump. Ed ecco la soluzione “all’italiana”… di Guidoriccio da Fogliano

UNALTRO PASSO VERSO L’UGUAGLIANZA FISCALE

Un recente decreto ha stabilito che il possesso di titoli di Sato non entra a far parte del calcolo dell’Isee fino a 50.000 euro… di Guidoriccio da Fogliano

CHI DI POPULISMO FERISCE…

La Le Pen invoca la violazione della democrazia perché è stata esclusa per cinque anni dalla possibilità di essere eletta. Riconosciuto come valido il… di Guidoriccio da Fogliano

ATTENTI A INTERNET

Una storiella divertente quanto istruttiva: il Comune di Cizzolo (vicino a Viadana) decide di rifare le targhe stradali. Fin qui niente di male, anzi; ma cosa si è scoperto?… di Guidoriccio da Fogliano