Volkswagen, una truffa alla tedesca

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La Volkswagen da un risarcimento diverso ad americani ed europei: perché?

Dopo mesi di trattative la Volkswagen ha concesso ai suoi clienti americani che avevano acquistato un’auto, è il caso di dirlo, “taroccata”, due possibilità: o ricevere un consistente indennizzo in denaro (5000 dollari) oppure un auto in sostituzione.
I clienti europei che hanno ricevuto lo stesso tipo di auto avranno la possibilità di una modifica di un pezzo del motore dal valore di poche centinaia di euro.
A questo punto sorge ovvia la domanda: se il sistema adottato per le vetture europee funziona, perché non adottarlo anche negli USA? La risposta è semplice: si tratta di una panacea che riduce sì l’inquinamento, ma anche le prestazioni della vettura. L’acquirente si trova così con una vettura comunque diversa da quella che credeva di aver acquistato: si tratta di truffa in commercio.
D’altronde il presidente della Volkswagen ha giustificato questa disparità in modo tanto ingenuo quanto arrogante: gli acquirenti europei sono così tanti che un rimborso come quello concesso agli americani non sarebbe sostenibile per i costi dell’azienda tedesca. Sarebbe come dire che io ne ho truffati tanti, ma ne rimborso solo pochi perché altrimenti fallisco…
Di fronte a questo comportamento solo la UE ha risposto per le rime: le basilari regole della concorrenza e del libero mercato presuppongono che lo stesso difetto per lo stesso prodotto sia corretto alla stessa maniera per qualsiasi acquirente. Non esiste nessuna giustificazione plausibile, salvo quella che la legislazione USA è più attenta e severa e che lì le class action funzionano veramente…
La Germania, dopo aver tentato inutilmente di coinvolgere altre aziende europee nella vicenda, ha ovviamente accolto in toto questa linea di comportamento che difende un’azienda che ha tra i suoi azionisti principali sindacati e Laender.
È un comportamento che evidenza la sua arroganza e il suo senso di impunità:

  • stabilisce regole ferree per la gestione delle banche dopo aver preteso che le Landesbanken e le Sparkassen (fulcro del potere spesso oscuro della politica locale tedesca) fossero escluse dai controlli della Bce
  • richiede una stretta osservanza dei limiti di sforamento del debito (il famoso 3%) quando da almeno otto anni continua a superare impunemente l’altro limite posto ai paesi della UE (quello di non avere uno sbilancio delle esportazioni superiore al 6%: da anni lo sbilancio a favore della Germania è almeno dell’8%)
  • ha avuto un incidente aereo causato da un pilota pazzo a cui veniva permesso comunque di pilotare (immaginiamo cosa sarebbe successo se questo fosse capitato in Alitalia?)

Tutto questo dovrebbe servire da monito per il futuro assetto europeo: un’Unione europea basata non sulla volontà comune dei cittadini, ma sull’accordo tra Stati sarebbe inevitabilmente un’Europa in cui prevarrebbe la volontà dello Stato più grande, più forte e più arrogante. Sarebbe un’Europa a trazione tedesca, un’Europa più simile a quella sognata da Bismarck che a quella sognata da De Gasperi.

Angelo Gazzaniga

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Angelo Gazzaniga
Presidente del Comitato Esecutivo di Libertates. Imprenditore nel campo della stampa e dell’editoria. Da sempre liberale, in lotta per la libertà e contro ogni totalitarismo e integralismo.

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