Piccoli negozi addio (o solo arrivederci)?

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Negli ultimi anni a Milano sono scomparsi tantissimi, troppi, piccoli negozi che avevano anche una funzione sociale.
E il motivo di queste chiusure non è certamente la mancanza di clienti o di giro d’affari: nei mercati rionali si trovano spesso bancarelle che offrono gli stessi prodotti con grande successo.
Io stesso trovo spesso una bancarella di merceria in un mercatino di via Pasteur dove è immancabile la code di persone che aspettano di poter acquistare un prodotto di merceria.
E chi non ricorda, tra i non più giovani naturalmente, il piccolo negozio di lustrascarpe che esisteva in piazza Mercanti?
Sono piccoli negozi che, soprattutto in centro, sarebbero un’attrattiva non solo per i turisti. Ma gli affitti stratosferici dei locali in centro li hanno fatti tutti scomparire, sostituiti da boutique e negozi di food.
Ma ora il calo delle vendite e i costi insostenibili rischiano di far chiudere tanti di questi esercizi, lasciando tante vetrine buie e abbandonate.
Non sarebbe il caso di favorire la riapertura di alcuni di questi piccoli esercizi, approfittando del calo degli affitti e degli aiuti post pandemia?

di Alessandro Prisco

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Alessandro Priscohttps://www.libertates.com
Alessandro Prisco Coniugato con 2 figlie. Imprenditore nel ramo del commercio, ex esponente del partito repubblicano è stato capogruppo prima e vicepresidente poi del Municipio 1 (Centro storico) di Milano. Attualmente è presidente di Asco Duomo, associazione di commercianti che comprende più di 20 vie nel settore sud di Milano (via Marconi, piazza Diaz, via Baracchini, via Gonzaga, corso Italia, per esempio). Da liberale laico si però anche distinto in varie iniziative sociali in collaborazione con i frati francescani di Terrasanta e il progetto Mirasole; inoltre è stato componente del circolo culturale Carlo Cattaneo, affiliato ai Comitati per le Libertà. È infine nella giunta esecutiva di Federmoda, aderente a Confcommercio per la provincia di Milano, Monza e Brianza. Ha recentemente pubblicato il libro “Storie semplici” edito da Libertates.

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