Le ferie dei magistrati e gli altri insopportabili privilegi

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Nonostante le ferie dei magistrati siano doppie rispetto a quelle di tutti gli altri funzionari dello Stato, la sola proposta di ridurle ha suscitato una quasi rivolta

Nell’intervista rilasciata ad A. Cazzullo- per il Corriere del 19 ottobre u.s.- il Ministro della giustizia Andrea Orlando, a proposito della riduzione delle ferie dei magistrati, ha affermato che è un provvedimento:

  1. Destinato ad aumentare la produttività della magistratura, com’è ovvio e- aggiungiamo- ancor più opportuno di quanto appaia, visto che attualmente il periodo feriale di cui godono i magistrati è teoricamente di un mese e mezzo, ma praticamente di due mesi, dal 15 luglio al 15 settembre.
  2. Ed anche “simbolo” della partecipazione della corporazione ai sacrifici imposti a tutti dalla crisi economica, com’è altrettanto ovvio e- aggiungiamo- ancor più opportuno in considerazione del fatto che all’interno della crisi generale, quella della giustizia è ben più risalente nel tempo e si è aggravata tanto da giungere ad una vera e propria implosione del sistema, che macina arretrati enormi e quando decide lo fa contraddittoriamente, senza certezza del diritto, che è come dire senza diritto.

E’ ragionevole.
Allora, come mai la reazione della corporazione è stata così dura da far dire ad Orlando: “Avevamo avviato un dialogo molto costruttivo. Ho visto un cambio di atteggiamento molto forte legato alla vicenda delle ferie”? Una presa di posizione apparentemente incomprensibile e, per giunta, anche palesemente impopolare.
Naturalmente i magistrati, non essendo eleggibili, possono prescindere (quasi del tutto) dalla popolarità dei loro comportamenti politici. Ma non certo senza motivo. Che nel caso di specie c’è ed è rilevante. Per rendersene conto bisogna rispondere ad un’altra domanda.
Come mai Magistratura democratica è minoranza, ma non si rinvengono magistrati dichiaratamente di destra che (a torto o a ragione) indaghino, processino e condannino (almeno in primo grado) i leaders della sinistra (ad esempio anche Pierluigi Bersani insieme al capo della sua segreteria Filippo Penati), come fanno invece tanti magistrati di sinistra con i leaders di destra? Stando ai numeri, dovrebbe essere il contrario.
La spiegazione è nell’alleanza di fatto tra magistratura e pci/pds/ds/pd, stabilita all’epoca di Mani Pulite, che ha attribuito alla sola magistratura il monopolio del potere di coercizione che le consente di conservare privilegi unici al mondo: esercizio di un potere sovrano senza alcuna legittimazione democratica; a vita professionale; con carriera (fino alla Cassazione) e relativo stipendio automatici; inamovibilità dal proprio specifico incarico, perfino nell’ambito del medesimo tribunale ( e meno che mai con trasferimento in altro tribunale, magari per esigenze di servizio); indiscutibilità dell’operato di ciascuno, tranne che con l’impugnazione; responsabilità civile e penale giudicabile dai propri colleghi magistrati e responsabilità disciplinare giudicabile dalla propria corporazione ed in particolare dal CSM eletto per 2 terzi dagli stessi magistrati. Senza contare i benefici accessori come, appunto, le ferie praticamente doppie rispetto ad altri funzionari. E tutti i magistrati, anche quelli di destra, tengono a conservare questa posizione privilegiata, prima di tutto, anche dei loro ideali politici, “sacrificati” quanto necessario.
Ma se, nonostante l’alleanza di fatto tra magistratura e pci/pds/ds/pd, si mettessero in discussione i suddetti privilegi? Se nella diga costituita dagli stessi si aprisse la falla “ferie”, relativamente piccola, ma che tocca tutti i magistrati- proprio tutti, di destra e di sinistra, buoni e cattivi, fannulloni e diligenti- cosa potrebbe accadere?

Ferdinando Cionti

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Ferdinando Cionti
Ferdinando Cionti è avvocato a Milano ed è stato professore a contratto di Diritto Industriale per il Management presso l’Università di Stato di Milano Bicocca, facoltà di Economia, dipartimento di Diritto per l’economia. La sua concezione del diritto è sintetizzata nel saggio "Per un ritorno alla certezza del diritto", pubblicato su Libertates. Ha pubblicato numerosi saggi, tra cui "La funzione del marchio" e "Sì Logo" (Giuffrè). Per LibertatesLibri è uscito "Il colpo di Stato", presente nello Store di Libertates. Quale collaboratore dell’ “Avanti”, ha seguito quotidianamente le vicende di Mani Pulite.

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