IMU e Service Tax

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angelo IMU
Il sistema fiscale italiano assomiglia sempre più ad uno di quegli impianti vecchi e malandati in cui si continua a tappare buchi, mettere toppe senza mai arrivare alla decisione di rifare tutto…
Un esempio chiaro lo abbiamo avuto in questi giorni: l’IMU verrà sostituita a partire dal prossimo anno dalla Service tax: un’occasione persa per una riforma seria, efficace e veramente liberale del sistema impositivo degli immobili.

Infatti la vecchia IMU è (era) un’idra dalle molte teste: in parte tassa (per la parte che riguarda i servizi offerti dai comuni), in parte imposta patrimoniale (per la parte che colpisce il valore e che resta allo Stato) in parte imposta redistributiva del reddito (in quanto l’aliquota è diversa tra prime e seconde case).

Come avrebbe dovuto essere un’autentica tassa sugli immobili quale la nuova service tax?

  • una tassa con aliquota, esazione e gestione totalmente a carico dei comuni: il comune fornisce un servizio che il cittadino paga. Aliquota, tipo e qualità dei servizi forniti dovrebbe essere uno dei principali argomenti delle campagne elettorali locali. In questo modo il cittadino può decidere quali servizi avere, a che prezzo e controllare la loro fornitura: un vero e autentico federalismo fiscale
  • una tassa basata non su valori catastali spesso ipotetici, sorpassati e mai verificati, ma sul valore effettivo dell’immobile: un valore che si modifica automaticamente anche in funzione dei servizi offerti (è chiaro che un immobile ben servito dai trasporti urbani vale di più di uno malservito…)
  • una tassa applicata a tutti gli immobili: un servizio si paga in quanto fornito. Resta, ovviamente, la possibilità (anzi la necessità) di esentare del tutto a parzialmente coloro i quali non hanno un reddito sufficiente per vivere
  • una tassa applicata in modo uguale a tutti gli immobili: prima o seconda casa usufruiscono alla stessa maniera degli stessi servizi. Inoltre un’imposizione solo sulle seconde case rischia di essere penalizzante per il mercato degli affitti (tanto più necessario per venire incontro alle necessità di chi non può permettersi una casa di proprietà) e per le case di vacanze (per cui il comune applica aliquote il più alte possibili, tanto il proprietario risiede di solito altrove e quindi non può votare…)
  • una tassa unica sugli immobili. L’abolizione di tutta la congerie di imposte relative al trasferimento degli immobili (imposta di registro, di registrazione, di bollo, notarili, ecc ecc) servirebbe a rendere più trasparente, efficiente e libero il mercato delle vendite immobiliari. Lo Stato deve (o meglio dovrebbe) tassare solamente i redditi e non i trasferimenti di immobili
  • una tassa che comprende solo i servizi generici offerti dal comune. Non si capisce perché la Service tax debba comprendere anche la Tarsu: la tassa sui rifiuti è completamente diversa: si basa non sul valore dell’immobile ma sulla quantità di rifiuti prodotta; deve essere pagata da chi questi rifiuti produce (quindi inquilino e non proprietario) in misura di quanto ne produce (viene calcolata quindi sul numero di persone che abitano un immobile e non sul valore o sulla metratura). Unico pretesto il fatto che sia una tassa a fronte di una prestazione che riguarda gli immobili: ma allora perché non inglobare nella Service tax anche luce elettrica, gas, acqua che sono la stessa cosa?

In questo modo avremmo affrontato in maniera chiara, organica e funzionale il problema della tassazione sugli immobili: la Service tax sarebbe stata una tassa autenticamente moderna, liberale, federalista e tutto il settore immobiliare ne avrebbe tratto giovamento senza alcun particolare aggravio per i costi statali.

Ma chiedere questo in Italia è forse troppo: il coraggio di cambiare, di semplificare e razionalizzare un sistema impositivo farraginoso, inefficiente e alla fine ingiusto come il nostro la nostra classe politica non sembra riuscire ad averlo. Meglio la ricerca continua del compromesso, del consenso, del modificare il meno possibile per tappare il buco del momento…

E i risultati li abbiamo tutti ben chiari…

 

Angelo Gazzaniga

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Angelo Gazzaniga
Presidente del Comitato Esecutivo di Libertates. Imprenditore nel campo della stampa e dell’editoria. Da sempre liberale, in lotta per la libertà e contro ogni totalitarismo e integralismo.

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