Il voto ucraino: l’angolo cieco della democrazia “imitativa”

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“I rislutati definitivi delle elezioni parlamentari svoltesi in Ucraina il 28 ottobre si sapranno soltanto il 12 novembre. L’opposizione denuncia gravi violazioni e teme la falsificazione del voto.”

 

Più passa il tempo, più l’assenza di risultati definitivi nelle elezioni parlamentari diventa significativa. Mentre l’Unione Europea esprime la sua preoccupazione per il protrarsi dello spoglio dei voti, in Ucraina i partiti dell’opposizione, che hanno superato la soglia di sbarramento, stanno valutando l’opportunità di chiedere l’annullamento dei risultati del voto, palesemente falsificati.

Dai rilevamenti del Comitato degli elettori dell’Ucraina risulta che in alcuni collegi elettorali le violazioni hanno avuto un carattere sistematico, tanto da alterare l’esito del voto. E sono stati denunciati numerosi abusi anche da parte degli osservatori internazionali. La missione dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) ha constatato l’assenza di parità di condizioni per i candidati, l’abuso di risorse amministrative e numerosi casi di corruzione degli elettori. Per gli osservatori del Parlamento europeo le violazioni più gravi sono inoltre l’incarcerazione dei due leader dell’opposizione (dell’ex primo ministro Yulia Tymoshenko e dell’ex ministro dell’Interno Yuri Lutsenko) e l’assenza di trasparenza del finanziamento dei partiti politici. Il Dipartimento di Stato americano ha espresso la sua preoccupazione, dichiarando che le elezioni parlamentari in Ucraina sono state un passo indietro rispetto ai progressi democratici precedentemente raggiunti.

Secondo i dati (ancora provvisori) della Commissione elettorale centrale, il vincitore delle elezioni con il 30 per cento dei voti sarebbe stato il Partito delle Regioni del presidente Ianukovych; segue l’Opposizione Riunita che comprende il partito Bat’kivshchyna (Patria) di Yulia Tymoschenko alleato con altri tre partiti di orientamento democratico, votato dal 25, 52 % degli ucraini. Al terzo posto, con il 13,95%, si piazza il partito Alleanza Democratica Ucraina per le Riforme del campione mondiale di pugilato Vitali Klyschko. Con il 13,18% entrano in Parlamento i comunisti ¬¬- guarda caso, alleati naturali del Partito oligarchico delle Regioni. Il quinto partito è Svoboda (Libertà), etichettato come ‘nazionalistico’, che per la prima volta va in parlamento. Il che tuttavia non rappresenta tanto l’ascesa del nazionalismo in Ucraina, quanto, probabilmente, l’uso travisato à la newspeak di George Orwell della parola “nazionalismo” in Ucraina e nei dintorni.

Si è parlato dell’esistenza di una vera e propria macchina elettorale concepita per gonfiare il risultato del partito al potere e togliere consensi alle opposizioni. Sono state usate varie e diversificate tecniche di manipolazione del voto – vecchie, nuove, rudi, crude, sofisticate (nel senso di altamente tecnologiche) – prima, durante e dopo le elezioni. Le falsificazioni maggiori hanno riguardato lo spoglio delle schede, specialmente nei seggi uninominali. La nuova legge elettorale ha reintrodotto in Ucraina il sistema misto proporzionale-maggioritario, ed è sintomatico che i due terzi dei neo-eletti nei collegi uninominali siano gli esponenti del Partito delle Regioni.

Il vero fenomeno di queste elezioni, nel senso che spicca sullo sfondo del vecchio paradigma politico, è il partito UDAR (in italiano ‘Colpo’ che è l’acronimo di Alleanza Democratica Ucraina per le Riforme) di Vitali Klyschko. Klyschko è uno dei più famosi e titolati pugili nel mondo, è il campione del mondo assoluto dei pesi massimi, ancora in carriera. E’ arrivato alla politica nel 2008, quando è stato fondato il suo partito, che oggi conta più di 10 mila membri e ha 596 unità di base in 24 su 25 regioni dell’Ucraina. Per due volte si è candidato a sindaco di Kiev ma ha perso le elezioni: questo, probabilmente, ha indotto gli oppositori del pugile a sottovalutare la sua campagna attuale. Klyschko comunque ha preferito non stringere un’alleanza con l’Opposizione Riunita prima delle elezioni, anzitutto per questioni di leadership. Nella politica ucraina, ancora nella fase iniziale di sviluppo e, di conseguenza, spesso caratterizzata da atteggiamenti immaturi, i leader e le loro immagini contano molto più dei programmi politici. Da questo punto di vista, la posizione del pugile Klyschko è davvero ottimale. La sua immagine è decisamente positiva – conosciuto come è dal 98 per cento degli ucraini – e non c’è nessun politico nel paese che possa vantare un simile tasso di riconoscibilità. Vitali Klyschko del resto è l’ucraino più famoso e apprezzato al mondo, anche se in Italia è meno conosciuto del calciatore Andreij Shevcenko; pure quest’ultimo si è dato alla politica, ma il partito “Forza, Ucraina” con il quale si è candidato, non ha superato la soglia di sbarramento, raccogliendo poco più dell’ 1,5% (si tratta di un progetto politico creato ad hoc in occasione delle elezioni parlamentari dalle forze pro-presidenziali).

Il politico-boxeur Vitali Klyschko gode invece della fiducia pressoché incondizionata degli elettori,: quel che non si può dire di altri candidati dell’opposizione. Nella politica ucraina Klyschko rappresenta una forza democratica nuova, alternativa ai partiti post-arancioni, dai quali molti elettori sono rimasti delusi, sia per l’incapacità di governare quando stavano al potere, che per i loro legami con il mondo oligarchico. In parte, il successo di Klyschko si spiega con il fatto che la gente non crede più nei politici: nell’immaginario collettivo degli ucraini, il politico è un ladro, corrotto, falso e amorale. Klyschko fa la differenza perché è sincero e onesto. È ricco, ma si è arricchito grazie al suo talento, al suo lavoro e, sopratutto, al di fuori della politica. Il suo programma politico si riassume in due concetti chiave: europeiità e modernità. E Klyschko è piuttosto consistente nel suo professare una convinzione politica pro-europea e democratica, perché una grande parte della sua vita e carriera sportiva l’ha trascorsa in Germania: il che, vuol dire, in una società occidentale, democratica, a misura d’uomo, dove esiste la centralità della persona e della dignità umana: tutto questo manca oggi in Ucraina, ma è fortemente richiesto da parte della società.

Gli ucraini insomma vogliono cambiare, eppure questi desideri non sono esenti da illusioni. Molti cittadini che hanno votato Klyschko e altri politici di orientamento democratico, si aspettano più miracoli che riforme, in ogni caso gravose sul piano sociale. L’aspettativa più diffusa, e del tutto irrazionale, riguarda proprio un leader forte e capace, che da un giorno all’altro risolva tutti problemi, sopratutto quelli economici. Per esempio il sogno è che il ‘big-man’ Klyschko faccia in modo che, in poco tempo, la vita in Ucraina possa raggiungere i livelli della Germania. Ma ci sono almeno due limiti maggiori difficilmente superabili persino per Klyschko: da un lato, le aspettative degli ucraini di un nuovo leader rispecchiano una visione vecchia del potere; dall’altro, queste aspettative superano di gran lunga le possibilità reali di Klyschko, e di qualsiasi leader democratico, nell’attuare le riforme necessarie. In parlamento, dove il partito UDAR potrà contare su 40 seggi, Klyschko incontrerà molte difficoltà nel formare una coalizione con l’Opposizione Riunita, pur avendo dato dopo il voto la sua piena disponibilità ad entrare nella coalizione delle forze democratiche. Inoltre, Klyschko dovrà sicuramente affrontare il problema della megacorruzione che sta divorando il parlamento ucraino, arginando le prevedibili defezioni dal suo gruppo parlamentare. Perché l’obiettivo del Partito delle Regioni del presidente Yanukovych sarà di raggiungere a tutti costi la maggioranza costituzionale per cambiare la Costituzione ed eleggere il presidente all’interno del parlamento. Invece, il compito primario di Klyschko, in questa critica situazione, è riuscire a mantenere la propria credibilità politica fino alle elezioni presidenziali del 2015, fermo restando che la Costituzione ucraina non venga modificata e che il presidente sia sempre eletto dai cittadini.

Più della metà dei sostenitori di Vitali Klyschko hanno, in media, meno di trent’anni. Secondo le statistiche, oggi i giovani tra i 15 e i 35 costituiscono circa un terzo della popolazione ucraina. Sono meno vittime di stereotipi e hanno maggiore accesso alle informazioni, specialmente attraverso Internet e i social network; dimostrano un atteggiamento più critico rispetto ai loro genitori, la cui socializzazione è avvenuta ai tempi del totalitarismo; hanno il senso di realtà. L’Ucraina potrà cambiare quando i giovani di oggi passeranno all’età adulta: quindi, il compito di Vitali Klyschko e di altri leader democratici per i prossimi vent’anni sarà quello di rimanere un punto di riferimento credibile per i giovani delle nuove generazioni, finché si completerà la loro formazione politica.

Olena Ponomarieva

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