Eurobond: Ue, se ci sei batti un colpo

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In tutto il mondo ci si aspetta una crisi particolarmente acuta dopo l’esplosione dell’epidemia di corona virus.
Infatti è inutile farci delle illusioni: se in Cina il mercato delle auto in febbraio è sceso del 90% (!) e se in Italia il crollo del turismo è evidente, questi non sono che segnali premonitori di un calo che investirà l’economia di tutto il mondo sviluppato.
A questo punto è chiaro che:

  • gli interventi riguardano tutti i paesi europei perché se è vero che l’epidemia colpisce maggiormente l’Italia, è altrettanto vero che le misure di quarantena servono soprattutto a limitare i danni a quelli che sono fuori e non certo a quelli che restano confinati, quindi è questo un sacrificio che l’Italia fa non solo per se, ma anche per tutti gli altri
  • gli interventi della BCE (il quantitative easing per capirci) servono limitatamente perché gli aiuti vengono fatti arrivare alle imprese attraverso il filtro delle banche che, ovviamente, non possono concedere fidi a ditte in dissesto e tanto più a piccoli commercianti o autonomi
  • occorrono pertanto misure più drastiche ed efficaci. Misure cioè di politica fiscale:concedere sgravi e aiuti a tutti coloro che sono in difficoltà, accesso straordinario agli ammortizzatori sociali, forme di aiuto per piccole imprese, artigiani e autonomi. Però queste misure sono particolarmente gravose e probabilmente non alla portata di un unico Stato

Ed ecco allora una proposta: perché non utilizzare da parte della UE una particolare forma di eurobond (che si potrebbero definire “solidarity bond”)?
Si tratterebbe di eurobond emessi dai singoli stati, ma con una garanzia data da tutti assieme e con un impegno stringente da parte degli stati emittenti: utilizzare i fondi solo per aiuti a chi è in difficoltà a seguito della crisi (per garantire che stati, come ad esempio l’Italia, non li utilizzino per pensioni anticipate o per redditi di cittadinanza!)

Sarebbe un’operazione di portata ben superiore alle piccole correzioni di bilancio proposte, ma soprattutto un’operazione a costo zero o quasi. Infatti quale opinione pubblica, per quanto sovranista, si rifiuterebbe di aiutare Paesi che si sono sacrificati per fermare un’epidemia che altrimenti avrebbe potuto estendersi a tutti?
E il tasso di interesse sarebbe quello di tutti gli stati che li garantiscono: se pensiamo che i bond tedeschi attualmente hanno un interesse negativo, possiamo facilmente ipotizzare un interesse nullo o quasi.

Sarebbe un operazione altamente utile a tutti i Paesi membri.
Non farla susciterebbe un dubbio: a che serve un’Unione Europea che non riesce ad aiutare a costo zero i propri membri? A litigare su tutto?

di Angelo Gazzaniga

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Angelo Gazzaniga
Presidente del Comitato Esecutivo di Libertates. Imprenditore nel campo della stampa e dell’editoria. Da sempre liberale, in lotta per la libertà e contro ogni totalitarismo e integralismo.

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