Perché una dei maggiori successi della politica degli anni ’90: l’elezione diretta dei sindaci si è rivelata un fallimento?
Una delle maggiori (e di maggior successo) iniziative della politica degli anni ’90 furono i sindaci eletti direttamente dai cittadini e responsabili di persona dell’attività del comune.
Furono anni in cui la gestione dei comuni fu presa ad esempio: successo dovuto non tanto ai singoli o ai partiti (come non ricordare Bassolino a Napoli e Cacciari a Venezia oppure Albertini a Milano e Guazzaloca a Bologna?) quanto alla formula stessa.
Ora, a distanza di pochi anni, assistiamo allo sfascio delle gestioni comunali: l’esempio di Roma basta e avanza…
I sindaci sembrano completamente in balia di mafie e potentati locali, di interessi più o meno leciti mentre la sfiducia dei cittadini è al colmo…
Perché?
Come spesso avviene in Italia le premesse iniziali non sono state mantenute: i presupposti erano l’elezione diretta del sindaco da parte dei cittadini (che avrebbero dovuto poter scegliere il proprio candidato, votarlo e poi giudicarlo per un eventuale rielezione) e la gestione diretta da parte del sindaco degli affari del comune con la responsabilità dei risultati e il potere di scegliere i propri uomini e la propria linea.
Invece
- nel campo dell’elezione diretta le primarie (elemento essenziale perché i cittadini possano scegliere il proprio candidato) sono diventate una burletta o non sono state addirittura fatte
- nel campo della gestione la burocrazia, i rappresentanti delle correnti di partito e dei potentati locali hanno in pratica esautorato il sindaco che si trova spesso (al punto che Zagrebelsky sostiene che il sindaco Marino deve rimanere in carica perché è onesto e la responsabilità del controllo della gestione dovrebbe ricadere su magistratura e stampa!)
Una prova ulteriore di come una vera democrazia diretta con primarie obbligatorie, certificate e garantite e una semplificazione e trasparenza della gestione (poche leggi, semplici e intellegibili; bilanci trasparenti e certificati; struttura burocratica snella) siano indispensabili per uscire dal pantano in cui siamo finiti.
Angelo Gazzaniga