Da Tangentopoli alla Consip: che cosa è cambiato?

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In questi giorni si “celebra” l’anniversario di Mani Pulite e scoppia il caso Consip. Cosa è cambiato?

Nulla, si dovrebbe rispondere. Ovviamente nuovi nomi di indagati, nuovi partiti nella bufera, nuovi magistrati e nuovi enti, ma nella sostanza lo schema è identico: imprenditori che fanno affari non grazie alla propria capacità imprenditoriale ma grazie al giro di amicizie e alle bustarelle; politici sempre pronti ad ascoltare e favorire amici; tutta una genia di faccendieri, amici degli amici, “facilitatori” che hanno un’unica attività, quella di smistare tangenti e di gestire contatti più o meno imbarazzanti.
Ma non c’è proprio niente da fare? Certo esistono le indagini e i magistrati, ma abbiamo sotto gli occhi come i risultati siano tutto sommato modesti: grandi polveroni, magistrati che ne hanno tratto fama e notorietà, ma la situazione è rimasta tale e quale.
Potremmo sostenere la tesi che non c’è niente da fare perché gli italiani sono costituzionalmente un popolo levantino, incapace di avere senso dello stato e rispetto delle istituzioni, che preferisce rivolgersi agli amici anche per avere quanto spetta loro di diritto, che ritiene pratica normale e tutto sommato lecita la bustarella e l’evasione fiscale…
Ma non dimentichiamo che tangenti ed evasione esistono in tutto il mondo, anche in Svizzera…
E allora che fare?
Si potrebbe modificare e migliorare l’ambiente in cui operano le imprese che lavorano con gli enti pubblici:

  • si potrebbe razionalizzare e legalizzare le lobby, intese ovviamente come gruppi di pressione e non di malaffare: è un sistema che garantisce una trasparenza e un controllo infinitamente superiori rispetto all’ipocrisia di ritenere che non esistano: gli USA insegnano
  • si potrebbe, anzi dovrebbe, semplificare tutto il sistema normativo. Il coacervo di leggi, norme, decreti, regolamenti è così inestricabile che seguire quanto prescritto è sovente impossibile: occorre arrangiarsi come si può.
  • Il sistema della burocrazia statale (e ovviamente regionale), complessa, farraginosa, antiquata andrebbe sfoltito e semplificato: trasparenza e semplicità nelle procedure sono il migliore antidoto alla corruzione
  • Occorrerebbe avere una magistratura degna di uno stato moderno: processi celeri e non costruzioni mediatiche.

Sono tutte queste delle riforme a costo zero, non richiedono né investimenti né altro personale: bastano alcune leggi ben fatte e davvero incisive. Scopo principale: rendere l’utilizzo di pratiche corruttive meno allettante, fare gare e concorsi senza avere amici o “facilitatori” è oggi un’impresa improba per aziende oneste.
Sono proposte che Libertates fa da anni, perché non seguirle anziché invocare un giacobinismo giudiziario che serve a ben poco, oppure un fantomatico riscatto morale che è ancora più lontano e irrealizzabile?

di Angelo Gazzaniga

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Angelo Gazzaniga
Presidente del Comitato Esecutivo di Libertates. Imprenditore nel campo della stampa e dell’editoria. Da sempre liberale, in lotta per la libertà e contro ogni totalitarismo e integralismo.

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