Con Christo, camminando sulle acque d’Iseo

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minervino
Cosa significa camminare sulle acque?

L’elicottero scende dal cielo portando delle balle di tessuto a terra, lì lo aspettano i tanti giovani bulgari (masticano una strana lingua infarcita di oscure parole inglesi), al lavoro nell’enorme cantiere a Pilzone d’Iseo, stivano di tutto: corde, tessuti, macchinari, cubi in politielene, boe, ancoraggi, gavitelli .”Un solo elicottero trasporta ogni cosa, è più economico che per via terra”, “è magnifico, un risultato incredibile, grazie alle nuove tecnologie”, esclama soddisfatto Christo, il bulgaro-americano di nome Vladimirov Javacheff ( classe 1935, nato a Gabrovo), artista celebre dagli Anni ’60, mentre mi invita a passeggiare da lì sopra i famosi Floating Peers ( i moli galleggianti, larghi 16 metri) e aggiunge: ” sembra di camminare sul dorso d’una balena”. Si sale e il piede affonda morbido, prima con esitazione, pare di volteggiare nell’aria con un po’ di nausea, mi riprendo, poco alla volta mi abituo, allora mi incanto davanti al lago, mi perdo nel cielo azzurro, nei prati infiniti, nei monti magnifici; è uno spettacolo grandioso che avevo scordato.
I Peers si distendono davanti a noi lungo 3 chilometri, per ora ricoperti in parte d’un feltro bianco che ne aumenta la stabilità, in parte ancora candidi, privi di tessuto, ma tutti connessi e sistemati nei ben 200.000 cubi ( di 50×50 cm l’uno) in polietilene ad alta densità. Fra poco arrivano i 70.000 mq di tessuto giallo-dalia che verranno poggiati sopra, muteranno il colore secondo le ore del giorno e le condizioni climatiche, dall’arancio la mattina al rosso di sera e all’oro la notte sotto le stelle (i moli sono gratis, aperti 24 ore su 24). Quasi tutto è’ pronto per l’apertura il 18 giugno, “niente di ufficiale, ribatte Christo, ne’ tagli di nastri o ne’ autorità, non li ho mai voluti”.
Conosco Christo da anni infiniti, l’ho seguito sul Pont Neuf di Parigi nel 1985, a Central Park a New York e in altre imprese, è pratico, determinato, disponibile, inesausto. Ad attenderci c’è uno dei 42 gommoni che l’artista ha affittato per i 16 giorni dell’evento. Troppo poco, lamentano in molti, ma i Piers bloccano le attività dei paesi e del lago, i battelli vengono dirottati, la pesca è limitata, inoltre gli interventi dell’artista non durano mai oltre, anzi di solito dai 2 giorni a 1 settimana, lui è figlio anche delle ricerche ‘effimere’ Anni ’60 del XX secolo.
Ed emozionante lo è davvero camminare sopra le acque del Lago d’Iseo, anche per chi lo conosce e lo ama da sempre. Si sfreccia verso l’Isolina di San Paolo, simile a quella dipinta da Boecklin, si approda e si gira a passi ormai saldi tutt’intorno alla villa della famiglia bresciana Beretta ( hanno aiutato l’artista nell’impresa ciclopica), seguiti da timidi uccellini, accompagnati da onde tremule, mentre affiora qualche pesce incauto. Poi di nuovo si attraversa il lago in gommone, un grosso battello passa al largo, “ce n’è uno ogni 15 minuti”, spiega Christo, “cambiano rotta per il periodo, ho affittato strade, l’acqua e molto altro, per cifre colossali” e ricorda i 3 milioni sborsati a New York nel 2005 per ‘the Gates’ a Central Park: una fila di cancelli di stoffa gialla che si agitavano come un fiume nel verde.
Approdiamo a Peschiera Migliore, frazione di Monte Isola. Christo scende veloce, atletico, infaticabile, il 13 giugno compie 81 anni, ma nello studio a Manhattan, dove schizza, disegna, prepara, incornicia opere e progetti tutto da solo, si allena salendo e scendendo ben 90 gradini. Ci tiene a raccontare la scelta del Sebino dopo molti giri negli altri laghi italiani, “è semplice, ha al centro Monte Isola (2000 abitanti, alto 429 metri), il piò grande dei laghi d’Europa, assicurava la raffinata scrittrice del ‘700 Lady Mary Wortley Montague che a lungo soggiornò a Lovere. Dagli Anni ’70 con l’amatissima moglie Jeanne-Claude Denat de Guillebon, (scomparsa nel 2009, ma lui parla sempre al plurale come sei lei fosse lì accanto) volevano creare un ponte mobile per camminare sull’acqua dalla terra ferma; lo proposero all’Argentina sul Rio della Plata e nel ’96 al Giappone nel parco di Odaiba sul Golfo di Tokio, non se ne fece nulla, non ottennero i permessi. Christo elogia le autorità’ del lago, il Presidente del Lago Giuseppe Faccanoni, e i sindaci di Monte Isola e Sulzano, in 2 anni è passato dal progetto all’esecuzione, e da novembre a oggi tutto fatto. Sul molo ondeggiante sono al lavoro 45 giovani in arrivo da Sofia, dall’Accademia dello sport , costruiscono in velocità i moli. ‘Sono dei gran sportivi, corrono , dice Christo, “per portare i materiali”, ne presenta uno appena uscito dall’acqua con muta da sommozzatore. Poi aggiunge che ha dovuto allestire una palestra per la loro ginnastica, prima e dopo il lavoro. Un kayak giallo accosta al pontile per fotografare l’artista, è un giovane d’ un paese vicino che si dice entusiasta dell’impresa. Christo sorride a tutti, si mette in posa per i curiosi. Un ventenne che abita sul porto assicura: ” per metà abitanti ne siamo felici, le ricadute sono immense, non c’è’ più’ una stanza da affittare, ma l’altra metà e’ spaventata dai disagi e dai prossimi arrivi, tutti stranieri, tedeschi, francesi, spagnoli”. “Almeno 500.000 visitatori, sorride Christo.
Sotto un sole cocente copriamo il kilometro e 100 a passi svelti per raggiungere la ‘vera’ partenza: Sulzano. I costi dell’operazione, dice un Christo indefesso e implacabile, mentre io procedo esausta sotto un sole infuocato, oscillano fra i 14 e 16 milioni di euro, si vedrà. E ricorda che si autofinanzia, grazie alla vendita di opere e progetti. “I miei lavori sono tra l’architettura è l’urbanistica” precisa, e c’è un pool di banche che crede in me, mi concede dei fidi”. Del resto Christo è’ un artista di fama stellare, non è nuovo a imprese che fanno parlare il mondo, né a opere colossali di ‘arte totale’, è un mix di arte, scultura, foto, cinema e pure teatro. Dagli Anni ’60 domina la scena dell’arte, quando imperavano Environment e Happening e maturava la Land Art , oggi le sue opere figurano nei maggiori musei e collezioni private; è stato un esponente di spicco nel gruppo dei Nouveaux Artistes, il movimento europeo, guidato da Pierre Restany, in risposta alla Pop americana; cominciò con interventi urbani clamorosi a partire dal ’61, coprendo pile di barili nel porto di Colonia in Germania, e continuòcon colossali proposte, impacchettava di tessuti o avvolgeva monumenti e intere baie come in Australia nel ’69 per la Wrapped Coast; se non a Parigi, dove nel ’90 avvolse il vecchio magnifico Pont Neuf, piuttosto che il Reichstag a Berlino 1991-95. La sua arte ambientale e collettiva (un po’ come le macchine effimere per le feste della Roma barocca ideate dal Bernini e dal Borromini) è fatta di interventi sulla natura di breve durata: compare, scompare, resta nell’immaginario collettivo, seduce e semina a lungo.
In Italia, comincio’ a Spoleto negli Anni ’60, poi a Roma nel ’74 con Porta Pinciana e le mura Aureliane, ma a Milano nel 1970 andò in scena un evento indimenticabile: aveva impacchetto, tra lo scandalo generale, i monumenti di Vittorio Emanuele in piazza Duomo e di Leonardo da Vinci in piazza Scala, per celebrare la fine del Nouveaux Realisme, con il Comune (sindaco Paolo Pillitteri) e Guido Le Noci della Galleria Apollinaire; durò una settimana con interventi superscenografici del gruppo, fu una sfida e un’esplosione di allegria che coinvolse l’intera città.
A Sulzano ora ha affittato è ricoperto di tessuto una strada per accedere alla partenza. Non smette di elogiare il direttore del Progetto, il critico e amico Germano Celant, che ha curato la mostra a Brescia ( fino al 18 settembre) al Museo di Santa Giulia dei progetti sull’acqua realizzati in 50 anni, comprese le 11 Isole incorniciate nel 1996 nella Biscayne Bay a Miami.
Infine, rieccoci al cantiere della partenza, il tutto è durato circa 4 ore, alla riscoperta delle magie di questo lago ( pare abbia sedotto perfino DanteAlighieri), fin qui ignorato, ora al centro dell’attenzione globale grazie a una star. Nei giorni passati l’artista si è’ già allontanato per portare un suo ‘Pacco’ in dono a Papa Francesco e per inaugurare un grande mostra in Costa Azzurra, alla Fondation Maeght di Saint-Paul-de-Vence.

Fiorella Minervino

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