Caselli si schiera con Marcello Dell’Utri: il concorso esterno non esiste

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Dopo anni Caselli ammette che il concorso esterno in associazione di tipo mafioso non esiste nell’ordinamento italiano

Come diceva Jacques Lacan – noto agli addetti ai lavori per il suo cinismo di livello pari a Sigmund Freud –, “non esiste protezione dallo scandalo del reale”. Ma a volte anche in senso positivo…
L’ex pm del creativo processo Andreotti, Giancarlo Caselli, ha ammesso che a) l’obbligatorietà dell’azione penale nei fatti non esiste, b) il concorso esterno in associazione di tipo mafioso non è mai esistito nel nostro ordinamento ma è come se esistesse, e dunque la Cedu ha fatto bene a fotografare in punto di diritto l’illegalità della pena di 10 anni di carcere comminata per un reato che non c’era e non c’è a Bruno Contrada, nel frattempo distrutto dalla “giustizia creativa”, ma siccome alla Corte Europea dei diritti dell’uomo non conoscono il quadro politico-storico della situazione italiana il giudice italiano che è“soggetto soltanto alla Legge” può disapplicarla, c) la giustizia è per sua natura “creativa” (il copyright è di Caselli).
I lettori diranno: chi scrive è completamente impazzito. Sembrerebbe infatti uno scherzo, se non fosse tutto vero. Lasciamo la parola al negazionista del concorso esterno Giancarlo Caselli, meglio tardi che mai: “… Un tempo il negazionismo colpiva l’esistenza stessa della mafia. Gente riverita e ascoltata faceva a gara nel proclamarlo. Spicca il caso di Tito Parlatore, Pg della Cassazione…il Pg se ne uscì sostenendo che “gli imputati non erano mafiosi, bensì portatori di una mentalità mafiosa. La mafia è materia per conferenze e come tutti i problemi sociali esula dalle funzioni della Corte di Cassazione (tesi peraltro sostenuta anche da Falcone che condannò pubblicamente insieme a Claudio Martelli la presunta processabilità del “terzo livello”, ndr). Il negazionismo non ci mise molto a imboccare una nuova strada. Negare la mafia era ormai impossibile, meglio attaccare ciò di cui la mafia si nutre, vale a dire le relazioni esterne. Questa volta negando l’esistenza del concorso esterno. Un reato che sarebbe stato creato apposta per Andreotti, Dell’Utri e altri imputati eccellenti da una magistratura incline alla persecuzione.
Tesi grossolana e infondata, perché il concorso esterno nel nostro ordinamento esiste da sempre e per tutti i reati, in base all’art. 110 c.p. Responsabile di furto è non solo il ladro ma anche il palo, colpevole di concorso esterno”. L’art. 110 è il concorso morale nel reato. Tradotto: com’è pacifico ricavarne, non è il concorso esterno in mafia. Finalmente Caselli ha ammesso apertisverbis che il concorso esterno non figura nella nostra giurisprudenza. Il suo terzismoè un capolavoro della comicità:“Alla Cedu, forse, non si può chiedere di conoscere il quadro storico-politico ora delineato. Ma il bello è che sul piano tecnico essa si fonda (sentenza Contrada) proprio su una premessa corretta, quando afferma esplicitamente che gli articoli pertinenti al caso sono il 110 e il 416 bis. Ciò che – seconda logica – equivale ad ammettere che per la legge italiana il concorso esterno nel nostro ordinamento esiste dal 1930… Se una norma esiste già, a crearla non sarà certo l’elaborazione interpretativa, compito della quale è solo applicare la norma adattandola al caso concreto. Vero è che alcune valenze creative dell’interpretazione sono inevitabili, essendo necessario scegliere tra diverse opzioni in base al testo della norma e al sistema in cui essa si inserisce. E scegliere significaprivilegiare alcuni o altri elementi di valutazione. Ciòè evidente quando il legislatore affida al giudice la determinazione di concetti generici o mutevoli nel tempo… l’elaborazione giurisprudenziale è la fisiologia quotidiana del giudicare”. Il commentatore presso Micromega Ferdinando Ciontiè totalmente d’accordo con Giancarlo Caselli:“Delle due l’una: o il reato non esisteva ed allora è una creazione della giurisprudenza; oppure già esisteva ed allora non si vede la sua utilità, va cancellato subito. Ma se anche fosse vera la tesi di Caselli, e cioè che la giurisprudenza è necessariamente creativa, allora bisognerebbe trarne le conseguenze e cioè che né il giudice, né tanto meno il pm, sono funzionari neutrali che si limitano ad applicare la legge, ma sono detentori di un potere politico che va subordinato alla sovranità del popolo mediante azione diretta o indiretta”. Caselli si schiera a favore della separazione delle carriere:meglio tardi che mai!

di Alexander Bush

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Alexander Bush
Alexander Bush, classe '88, nutre da sempre una passione per la politica e l’economia legata al giornalismo d’inchiesta. Ha realizzato diversi documentari presentati a Palazzo Cubani, tra questi “Monte Draghi di Siena” e “L’utilizzatore finale del Ponte dei Frati Neri”, riscuotendo grande interesse di pubblico. Si definisce un liberale arrabbiato e appassionato in economia prima ancora che in politica. Bush ha pubblicato un atto d’accusa contro la Procura di Palermo che ha fatto processare Marcello Dell’Utri e sul quale è tuttora aperta la possibilità del processo di revisione: “Romanzo criminale contro Marcello Dell’Utri. Più perseguitato di Enzo Tortora”.

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