Caro Papà Natale, per favore abolisci i Senatori a vita

Caro Papà Natale, per regalo di fine anno vorrei l’abolizione dei senatori a vita. Da tanto pensavo di chiedertelo, ma finora non ho avuto il coraggio di immaginare davvero un paese in cui la politica non sia un appannaggio e una rendita, bensì un servizio reso ai cittadini.
E però oggi, memore di certi lungimiranti interventi del presidente Pertini, convinto che a ogni capo dello Stato di senatori a vita spettasse di nominarne almeno cinque; memore dell’altro presidente Scalfaro, che prestò il suo amorevole e imparziale volto al fronte dei difensori a oltranza della Costituzione così com’è; memore degli altri illuminati fautori del fronte del no alle riforme, in testa Rosy Bindi e Casini, scandalizzati da un referendum che i senatori a vita li avrebbe aboliti; memore della passata, mostruosa loro utilizzazione per far pendere la bilancia pro o contro la fiducia a un governo; memore del peana pronunciato da un comico in favore della Costituzione “più bella del mondo”, indipendentemente dal suo buon funzionamento; memore di tutto questo, ho deciso di prendere il coraggio a quattro mani e chiederti come regalo di Natale di liberarmi da questo incubo.
Che ne diresti di consegnare ai cittadini che abbiano ben rappresentato la nazione una gloriosa medaglia della Repubblica (ma senza annesso appannaggio, a meno che rientri nei casi dolorosi della legge Bacchelli), pregandoli allo stesso tempo di lasciare liberi i loro posti a Palazzo Madama? In questo modo, caro Papà Natale, renderesti un grande favore anche a Mario Monti, sulla cui nomina a senatore a vita pesa il sospetto di essere stato “intronato” dal presidente Napolitano solo per consentirgli di ottenere la fiducia della Camere. Io credo che tu sarai d’accordo con me: non occorre essere membri del Parlamento per guidare un governo, almeno finché è in vigore la separazione dei poteri tra esecutivo e legislativo. Ma se invece il signor Monti volesse tenere i piedi in due scarpe… beh, almeno, una volta privato del laticlavio a vita, potrebbe provare l’emozione di scendere in campo di persona e apprendere quanti voti gli conferiscono gli italiani.
Un’ultima richiesta, caro papà Natale: ti prego, fammi vivere in una Repubblica, dove le cariche non sono a vita e non dipendono, come nelle monarchie, dal volere insindacabile di un sovrano.

Gaston Beuk

Sull'Autore

Gaston Beuk è lo pseudonimo di un noto giornalista e scrittore dalmata. Si definisce liberale in economia, conservatore nei valori, riformista nel metodo, democratico nei rapporti fra cittadino e politica, federalista nella concezione dello Stato e libertario dal punto di vista dei diritti individuali.

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