Alitalia: il trionfo dei capitani disastrosi

Alitalia, raggiunto l'accordo.
La (triste) vicenda dell’Alitalia sembra arrivata ad un altro punto di svolta.
Quattro anni fa la si poteva cedere ad Air France senza spendere un euro: la compagnia francese si sarebbe accollata tutti i debiti e, ovviamente, tutto il traffico sarebbe passato ai francesi.
Ma l’opposizione di Berlusconi (per motivi politici) e dei sindacati (per la solita battaglia di retroguardia) ha fatto sì che si optasse per l’intervento dei “capitalisti coraggiosi.”
Ma dopo aver speso 3 miliardi di euro per ripianare i debiti, aver concesso ai dipendenti 7 anni di cassa integrazione, aver concesso ad Alitalia il monopolio sulla rotta Milano-Roma, ci si è ritrovati allo stesso punto di prima: alle soglie della bancarotta.
I “capitalisti coraggiosi” si sono rivelati alla fine i tipici “capitalisti all’italiana”: sempre pronti ad assecondare le richieste dei politici, a cercare investimenti sicuri, comunque a non rischiare mai soldi propri.
A questo punto si prospettano due soluzioni:

  • cedere il tutto ad Air France che però non è disposta ad accollarsi i debiti (che dovremmo pagare noi) e vuole l’Alitalia per un tozzo di pane
  • auspicare l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti, cioè la solita cripto nazionalizzazione; un ritorno all’azienda di Stato, macchina da debiti, intrallazzi e sprechi inevitabili.

Ma esisterebbe anche una terza soluzione: l’Alitalia è una società di diritto privato. E le società di diritto privato quando non sono in grado di continuare falliscono: il fallimento non è necessariamente segno di ruberie o malversazioni, può anche essere segno che un’azienda così impostata non è più in grado di reggere il mercato.
A questo punto si fa rinascere una nuova ditta con nuove strutture, nuovi dirigenti, nuovi azionisti: è la legge del mercato.
A perderci alla fine sarebbero gli azionisti: quelli che per definizione rischiano i propri soldi nell’azienda: ed è quello che è successo anche alla Swissair che, una volta fallita, è rinata e funziona come Swiss.

Ma è proprio questo che in un’economia statalista, assistenzialista e fossilizzata come la nostra è inconcepibile: che a rischiare e a perdere siano gli azionisti: a perderci devono essere tutti i cittadini, che diamine…

Angelo Gazzaniga

Sull'Autore

Presidente del Comitato Esecutivo di Libertates. Imprenditore nel campo della stampa e dell’editoria. Da sempre liberale, in lotta per la libertà e contro ogni totalitarismo e integralismo.

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