Musk contro Trump non è solo uno scontro tra due ego ipertrofici, tra due uomini convinti che solo loro possano rifare il mondo e, eventualmente , salvarlo: è uno scontro tra due visioni politiche non solo diverse ma opposte.
Trump rappresenta il populista che si rivolge alle classi perdenti, a coloro che vedono infranti i loro sogni e le loro speranze: gli immigrati che sentono la concorrenza dei nuovi arrivi, gli operai che hanno perso il lavoro, coloro che si sentono a disagio in un mondo che cambia.
Uno che guarda ai fasti del passato, al bel mondo che fu, all’imperialismo del XX secolo. Lo dimostra il suo slogan: “rifare grande l’America”.
Musk invece rappresenta l’iperliberalismo tecnologico del nuovo che avanza. Sogna infatti un mondo ipertecnologico, guidato dall’intelligenza artificiale, con a capo i dirigenti delle imprese più avanzate che lo governano con gli stessi metodi di un’azienda. Lo dimostra la sua opposizione totale alla burocrazia, ai bilanci in deficit, alle spese assistenziali.
Uno che guarda solo ed esclusivamente al futuro.
Inevitabile quindi lo scontro tra due uomini e soprattutto tra due visioni tanto diverse e diametralmente opposte.
Due visioni che, purtroppo, non hanno niente di liberale e ben poche tracce di quella considerazione verso gli uomini di qualsiasi genere e colore che dovrebbe accomunarci tutti in nome della nostras comune civiltà.
di Angelo Gazzaniga