I Dieci Saggi e l’ora del presidenzialismo

Data:

dario
La nomina dei dieci saggi, ultima mossa a sorpresa del Presidente Napolitano, ha suscitato una levata di scudi pressoché unanime dei partiti. Questi si sono sentiti espropriati dell’iniziativa politica e hanno cominciato a parlare ironicamente di “badanti della democrazia”: come se fino a quel momento loro fossero riusciti a trovare un punto d’intesa sulla composizione del governo e i contenuti di un programma…
Qualcosa dunque non torna: che cosa hanno da proporre concretamente questi partiti, divisi come sono su tutto, se non invocare a giorni alterni elezioni anticipate (le quali verosimilmente lascerebbero tutto, o quasi, come è adesso e il Paese ancor più senza guida)?
E’ vero che il Presidente, già al momento di nominare il governo Monti, ha “piegato” la Costituzione agli interessi generali in un’ora difficile; ed è vero che adesso la sua nomina dei dieci saggi è una prassi irrituale. Ma la natura, si sa, aborre il vuoto: qualcuno deve pur riempirlo se la democrazia parlamentare, come l’abbiamo conosciuta finora, non è in grado di riempirlo. Inutile stracciarsi le vesti: si pensi invece a cogliere l’occasione per passare da un presidenzialismo di fatto a uno di diritto. E’ l’occasione che il Pdl non dovrebbe perdere, dopo avere fatto approvare il progetto Calderisi-Crosetto in prima lettura al Senato alla fine della scorsa legislatura. E’ l’occasione per il Pd, che pure ha nel suo album d’onore i pregevoli risultati della commissione D’Alema-Salvi. Ed è l’occasione che si presenta alle nuove formazioni politiche, Fratelli d’Italia in testa, per caratterizzarsi agli occhi dell’opinione pubblica grazie a un progetto forte di riforma istituzionale.
Un Presidente della Repubblica eletto direttamente al popolo, in carica per non più di cinque anni e in grado di nominare un governo fuori dal parlamento (con separazione fra potere esecutivo e legislativo) segnerebbe un salto di qualità della democrazia italiana.
Per questo i Comitati per le Libertà continuano, nonostante tutto, a crederci e ad essere ottimisti.

Gaston Beuk

wp_user_avatar
Gaston Beuk
Gaston Beuk è lo pseudonimo di un noto giornalista e scrittore dalmata. Si definisce liberale in economia, conservatore nei valori, riformista nel metodo, democratico nei rapporti fra cittadino e politica, federalista nella concezione dello Stato e libertario dal punto di vista dei diritti individuali.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Share post:

Iscriviti alla nostra newsletter

Recenti

Ti potrebbe interessare anche...
Libertates

IL 2% DEL PIL PER LA DIFESA …ALL’ITALIANA

L’Italia ha riconosciuto la necessità di spendere almeno il 2% del Pil in spese per la difesa. Lo ha riconosciuto in ambito UE, in ambito Nato e negli impegni presi dalla Meloni con Trump. Ed ecco la soluzione “all’italiana”… di Guidoriccio da Fogliano

UNALTRO PASSO VERSO L’UGUAGLIANZA FISCALE

Un recente decreto ha stabilito che il possesso di titoli di Sato non entra a far parte del calcolo dell’Isee fino a 50.000 euro… di Guidoriccio da Fogliano

CHI DI POPULISMO FERISCE…

La Le Pen invoca la violazione della democrazia perché è stata esclusa per cinque anni dalla possibilità di essere eletta. Riconosciuto come valido il… di Guidoriccio da Fogliano

ATTENTI A INTERNET

Una storiella divertente quanto istruttiva: il Comune di Cizzolo (vicino a Viadana) decide di rifare le targhe stradali. Fin qui niente di male, anzi; ma cosa si è scoperto?… di Guidoriccio da Fogliano