Referendum: perché fare come in Svizzera

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C’è modo e modo di fare un referendum

Il referendum dovrebbe essere per un liberale e un democratico uno degli strumenti più importanti nella vita politica di un paese; con esso i cittadini possono esprimere direttamente e senza intermediari la loro volontà su argomenti di particolare importanza o interesse.
Ma anche in questo caso esiste una “via italiana” che ha portato il referendum a diventare sempre meno importante e utilizzato; sarebbe sufficiente confrontare due modi di gestire e realizzare questo importante elemento costituzionale: quello italiano e quello svizzero (Paese in cui è sempre stato uno dei pilastri della loro democrazia).
Sono due modi completamente diversi sia dal punto di vista formale che da quello sostanziale.
Dal punto di vista formale quello italiano è realizzato mediante una formula burocratica e spesso ambigua (“volete voi abrogare la legge n….…” ) che fa riferimento a una legge esistente e che porta spesso ad equivoci (è sufficiente ricordare il referendum sul divorzio in cui chi voleva il divorzio votava “no” e viceversa); quello svizzero è invece di una semplicità cristallina (nell’ultimo della settimana scorsa era indicato “volete abolire il Billag? (canone televisivo)”.
Dal punto di vista sostanziale la differenza è ancor più marcata: in quello italiano di novembre si accavallavano proposte totalmente diverse: dalla riduzione dei seggi, all’abolizione del Cnen, dall’abolizione delle province a una nuova legge elettorale… Risultato: non si è votato sui singoli provvedimenti ma su una specie di plebiscito esclusivamente politico pro o contro Renzi. Nell’ultimo referendum svizzero si è risposto a un quesito ben preciso e chiaro: se mantenere in vita la televisione pubblica con tutti i vantaggi e i costi chiaramente indicati (390 € all’anno) oppure abolirla.
Altro aspetto importante: in Svizzera non esiste il quorum (ovvero un minimo di votanti per avere la validità). Caratteristica che invece fa si che in Italia abbia più peso il “non voto” rispetto al voto favorevole e che viola il principio democratico che chi non partecipa non dovrebbe aver voce in capitolo.
Un banale paragone tra due sistemi solo nominalmente uguali ma che dimostra come anche il meccanismo referendario italiano abbia necessità di una sostanziale semplificazione per farlo ritornare al significato originario: niente quorum, quesiti semplici e chiari, con risposte univoche; altrimenti anche il referendum diventerà uno strumento della politica sempre meno utilizzato e sempre meno utile

di Angelo Gazzaniga

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Angelo Gazzaniga
Presidente del Comitato Esecutivo di Libertates. Imprenditore nel campo della stampa e dell’editoria. Da sempre liberale, in lotta per la libertà e contro ogni totalitarismo e integralismo.

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