La Costituzione è la legge fondamentale dello Stato, l’architrave su cui poggia tutto il sistema giuridico di una nazione.
Ma proprio perché è una legge, come tutte le leggi, rispecchia quelle che sono le esigenze, i problemi e lo stesso linguaggio del periodo in cui sono state promulgate.
Un esempio ne è proprio la Costituzione italiana che ha adottato quel bicameralismo perfetto, non utilizzato praticamente in nessun altro stato, perché dopo l’esperienza fascista si voleva evitare che una sola camera politicizzata gestisse il potere legislativo.
Esiste quindi la necessità di adattare progressivamente la normativa alle mutate esigenze dei tempi, senza modificarne l’impronta originaria e i principi fondamentali indicati nei primi articoli.
Nei Paesi in cui non esiste una costituzione ampia ed esaustiva o addirittura non esiste una legge costituzionale (come nei Paesi anglosassoni) queste modifiche avvengono in continuazione grazie alla progressiva interpretazione giurisprudenziale.
Per questi motivi non andrebbero accettate né le posizioni di chi sostiene che la Costituzione sia assolutamente intoccabile e se ne possa solamente fare un’interpretazione del testo, né le posizioni di chi vorrebbe cambiare la Costituzione a ogni cambio di governo per adattarla alle diverse esigenze politiche del momento.
di Angelo Gazzaniga