La Puglia contro le trivelle, il solito triste show

angelo
Essere contro va bene, ma bisogna anche pensare alle conseguenze

La Regione Puglia (e specificatamente il suo Governatore Emiliani) si è distinta per essere in prima fila nelle proteste e nella richiesta di referendum contro il decreto sulle prospezioni petrolifere.
Posizione ineccepibile sia dal punto di vista formale sia da quello sostanziale; peccato che, considerando meglio la situazione, appaia come la solita iniziativa populistica volta a ottenere consensi a buon mercato.
Infatti si sostiene che la ricerca petrolifera avrebbe effetti deleteri sul turismo e sulla stabilità geologica dei territori interessati. Nel primo caso sarebbe sufficiente un’attività di ricerca rigidamente controllata e applicata con buon senso: che le trivelle siano a distanza tale da essere invisibili da terra. Nell’altro caso sono preoccupazioni inutili anche se (forse) fondate: i nostri dirimpettai stanno pompando dagli stessi giacimenti a più non posso.
Ma quella che non regge è la giustificazione che ormai i combustibili fossili sono un mezzo superato di fornitura di energia e che il futuro è rappresentato dalle cosiddette “fonti rinnovabili”: quali?
Sostanzialmente quattro:

  • l’energia idroelettrica; di cui non è il caso di parlare in una regione scarsa d’acqua come la Puglia
  • il fotovoltaico: funziona bene nel caso di microimpianti ma richiede vaste superfici per avere una grossa produzione: e chi andrà a spiantare ulivi e coltivazioni redditizie?
  • L’eolico: la regione Puglia è tra quelle che più si oppongono ai parchi eolici (ben più vistosi e invasivi che delle trivelle in alto mare)
  • Le biomasse: hanno però bisogno di essere rifornite grazie alla raccolta differenziata: e in Puglia si arriva al 25% contro il 52% della Lombardia!

Certo, dal punto di vista della propaganda elettorale, dell’immagine di politico attento al futuro della propria terra, all’ecologia, agli interessi minuti della popolazione è una posizione che rende, ma saranno gli stessi politici capaci di andare a spiegare ai loro elettori che, grazie a queste politiche, l’energia costerà sempre di più che in altri Paesi, gli investimenti faranno fatica ad arrivare in regioni ove ci si oppone a tutto?

Guidoriccio da Fogliano

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