Il referendum sulle trivelle, un delitto perfetto

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angelo
Un esempio di come si possa affossare il concetto stesso di referendum con formulazioni assurde

Si tiene un referendum di iniziativa regionale sulle trivellazioni in alto mare.
Tralasciando la questione del merito, di cioè cosa sia meglio per il futuro dell’Italia, vediamo l’aspetto tecnico e formale di questo referendum.
Già il testo è un capolavoro di burocratese: “Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?”
Accettasi scommesse su quanti vanno a votare conoscendo leggi e decreti citati…
In effetti questo è il delitto perfetto: non solo si svilisce l’interesse per questo specifico referendum, ma tutta la materia referendaria ne esce a pezzi: sarebbe sufficiente ricordare l’entusiasmo e l’interesse per i primi referendum, quelli su divorzio e aborto, al confronto del totale disinteresse per questi ultimi.

Invece il referendum, come ha sempre sostenuto Libertates, dovrebbe essere uno dei pilastri della democrazia diretta, un sistema grazie al quale i cittadini possono esprimersi direttamente e liberamente.

Ma occorrerebbe che:

  • fosse possibile non solo il referendum abrogativo, ma anche quello propositivo e consultivo
  • il quesito fosse posto in maniera chiara, comprensibile e non equivoca (chi non ricorda il famoso quesito per il divorzio in cui occorreva dire “no” per essere a favore e viceversa?): in questo caso sarebbe stata sufficiente una domanda tipo “volete voi le trivellazioni in mare?”
  • ogni referendum fosse sottoposto ad accettazione da parte della Corte Costituzionale
  • fosse abolito il quorum: chi non vota non può avere non solo voce in capitolo, ma addirittura contare di più di chi vota
  • l’attuazione ne fosse resa obbligatoria mediante appositi decreti entro un tempo certo, trascorso il quale il testo dovrebbe avere precedenza assoluta nella discussione alla Camera

Angelo Gazzaniga

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Angelo Gazzaniga
Presidente del Comitato Esecutivo di Libertates. Imprenditore nel campo della stampa e dell’editoria. Da sempre liberale, in lotta per la libertà e contro ogni totalitarismo e integralismo.

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