Il Bicameralismo perfetto: una peculiarità tutta italiana

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La discussione sulla necessità di riformare la nostra Costituzione è sempre più accesa. Agli studiosi Zagrebelsky e Rodotà (da sempre sostenitori dell’assoluta intoccabilità della nostra Costituzione, la “più bella del mondo”) ci permettiamo di far notare alcune cifre:
nel mondo (da una recentissima statistica ONU) ci sono 193 paesi retti da sistemi parlamentari:

  • 114 sono sistemi unicamerali
  • 78 sono bicamerali con funzioni e poteri diversi tra i due rami del parlamento
  • 1 è bicamerale perfetto: l’Italia

Noi siamo cioè l’unico paese al mondo con un bicameralismo perfetto: o siamo gli unici ad essere veramente democratici o è ora di modificare anche noi il nostro assetto.

Sono dinanzi a tutti i problemi di questo bicameralismo perfetto (specie quando le due camere hanno diverse maggioranze): lentezza dei procedimenti, leggi che rimbalzano da una camera all’altra (è sufficiente una piccolissima modifica al testo per rendere necessaria una nuova approvazione dell’altra camera), ampie possibilità di ostruzionismo eccetera.

Inevitabilmente il potere legislativo in Italia è passato nelle mani del Governo: la funzione delle Camere è in buona parte quella di convertire in legge i decreti del Governo, cioè un’attività più di controllo che di proposte di legge.

Da sempre i Comitati auspicano:

  • la modifica del Senato in Camera delle Regioni
  • la riduzione del numero complessivo dei parlamentari e l’abolizione dei senatori a vita
  • un presidenzialismo che permetta un’attività legislativa più consona alla velocità richiesta da una sempre più accentuata internazionalizzazione e globalizzazione dei problemi
  • una funzione delle Camere prevalentemente di controllo e di indirizzo

si tratterebbe, semplicemente, di prendere atto di una situazione ormai modificata nei fatti e di procedere non ad una modifica, ma ad un aggiornamento di una legge (quella costituzionale) che, come tutte le leggi, è legata alle situazioni e ai problemi di quando è stata varata.

P.S. Certamente si può far notare come una legge “costituzionale” a cui spesso si rifanno i liberali, cioè quella statunitense, sia rimasta immutata da secoli, ma queste sono poche norme essenziali che servono semplicemente da indirizzo e da guida per il legislatore (come lo furono del resto le XII Tavole per il diritto romano) e non un corpus di norme cogenti nella loro pratica attuazione.

Angelo Gazzaniga

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Angelo Gazzaniga
Presidente del Comitato Esecutivo di Libertates. Imprenditore nel campo della stampa e dell’editoria. Da sempre liberale, in lotta per la libertà e contro ogni totalitarismo e integralismo.

3 Commenti

  1. Sul bicameralismo credo che abbiamo raggiunto il limite della superficialità nella analisi politica e giuridica. Le dichiarazioni che si odono in televisione sulla inutilità delle due Camere – anche condotte da esponenti di rilievo della politica nazionale – denunciano una assoluta impreparazione che dà luogo a questa draconiana semplificazione del ragionamento: eliminiamo il Senato. E’ perfettamente vero quello che sosteneva Einaudi sulla necessità della doppia lettura delle leggi: proprio in tempi di informazione e di comunicazione rapidissime – così cambiate dai tempi di Einaudi – il passaggio nelle due Camere è garanzia di una indispensabile riflessione sui contenuti delle leggi e sui loro effetti al di là della fretta imposta o sollecitata dei gruppi di pressione e dei portatori di interessi che vorrebbero una lancinante rapidità di decisione.
    Il processo legislativo è una cosa seria, va ponderato, misurato, soppesato, pensato. Semmai, oltre alla riduzione del numero dei parlamentari, sulla quale non si può non essere d’accordo, andrebbe modificata la composizione e il sistema di elezione del Senato; non per farlo diventare la Camera delle Regioni – che è un’altra versione di quel federalismo inesistente, pasticcione e idiota che ci ha distratto per troppo tempo – ma per trasformarlo in quella Camera Alta di cui sentiva la mancanza Ralf Dahrendorf che su molte questioni come la bioetica, la biopolitica e le grandi questioni della salute fisica e ambientale sentiva la mancanza delle Camere di nomina regia -.
    Si potrebbe limitare il voto per il Senato ad una fascia di età che va dai 40 ai 50 anni e prolungarne la durata oltre la normale legislatura non collegandolo direttamente alle sorti del governo e attribuendogli quindi una funzione di legislazione più ampia e duratura di quella che attualmente svolgono ambedue le Camera (era una proposta di von Hayek che a me sembra molto ragionevole e utile).
    Ragioniamo quindi del bicameralismo ma non per andare dietro alla vulgata semplificatrice e pseudoriformatrice ma per dare alle istituzioni più equilibrio e funzionalità.

  2. Anche USA e Francia hanno il bicameralismo perfetto ma il loro ceto politico è in grado di far funzionare le istituzioni, forse perchè non le infarcisce di incapaci, corrotti o corruttibili.

    Da molte parti, e con insistenza, si invoca la modifica della Costituzione quale soluzione di molti problemi italiani. Ovviamente la Costituzione può essere modificata, seguendo le procedure in essa stessa contenute, ma chi vuole modificarla dovrebbe:

    1.indicare i problemi che si propone di affrontare
    2.dimostrare che tali problemi sono causati proprio da quegli articoli della Costituzione che propone di modificare
    3.dimostrare che le modifiche proposte possono veramente porre rimedio ai problemi indicati
    4.dimostrare che le modifiche proposte non creano problemi di altro tipo

    Invece la presunta necessità di riforme costituzionali fino ad oggi non è mai stata argomentata in modo razionale, ma solo con degli slogan e ciò fa temere che il vero scopo degli “attacchi” alla Costituzione sia di cambiare gli equilibri disegnati dalla Costituzione per accrescere il potere del Governo a scapito del Parlamento e della Magistratura

    Se volete possiamo seguitare il discorso sul mio sito http://www.lacostituzione.it

    Grazie,
    Emanuele Lombardi

    • Indubbiamente il grosso problema dell’Italia è la classe politica, che tra l’altro noi cittadini non potremo modificare se non quando avremo una legge elettorale che permetta di scegliere chi votare.
      Quanto alla Costituzione noi Comitati sosteniamo da sempre che vada più che modificata, aggiornata.
      Infatti la nostra Costituzione è una legge molto articolata (ben diversa in questo da quella americana fatta da pochi articoli che vengono continuamente interpretati dalla Corte Suprema) che, come tutte le leggi, è lo specchio del periodo in cui è stata varata. Periodo in cui la preoccupazione maggiore era rendere impossibile una rinascita della dittatura (da cui bicameralismo perfetto): In un mondo giocoforza globalizzato come il nostro è invece diventata molto più importante, ad esempio, per una nazione la capacità di prendere decisioni rapide: un bicameralismo perfetto che richiede più passaggi (basta una virgola cambiata per richiedere un nuovo voto) rischia di essere un intralcio non indifferente.
      Questo problema (e altri) abbiamo cercato di superarli con espedienti pratici: governare con decreti-leggi, abuso del voto di fiducia, leggi-omnibus ecc ecc
      Ma non sarebbe molto più diretto, chiaro e democratico aggiornare la Costituzione anziché aggirarla e quindi, di fatto, svuotandola?
      Angelo Gazzaniga

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