Gratta gratta la voluntary disclosure, e salta fuori il condono

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angelo
Un provvedimento positivo può diventare cammin facendo negativo

La Voluntary disclosure (chissà perché non “collaborazione volontaria”: forse fa più fino o più da esperti di economia) è stata un indubbio successo.
Non solo per il gettito garantito, (3/4 miliardi equivalgono a una piccola manovra), ma soprattutto per l’inizio di una nuova era di rapporti tra fisco e contribuente.
L’idea base è stata quella di aprire un dialogo costruttivo e aperto: tu contribuente ti autodenunci, senza che io fisco debba fare alcuna inchiesta e io praticamente ti faccio pagare solo le imposte evase con i relativi interessi quasi senza multe e senza denunce penali; un inizio di collaborazione reciproca basata sulla fiducia e non sul sospetto e sulla criminalizzazione del contribuente. Tanto più che la chiusura della pratica deve avvenire solo dopo una verifica e un contraddittorio con il contribuente.
Una pratica ben diversa dall’ormai famoso “scudo fiscale” di Tremonti: quello fu un condono bello e buono; il contribuente-evasore pagava una certa somma e sanava la situazione senza dover dichiarare nulla: i suoi beni all’estero rimanevano sconosciuti al fisco.
È evidente la differenza: in un caso la logica è quella della collaborazione, del “ricominciamo tutto daccapo”, della collaborazione preventiva anziché della repressione; nell’altro quella del colpo di spugna, del “chi ha dato ha dato” e si ricomincia daccapo.
Un’autentica rivoluzione nei rapporti tra fisco e cittadino (non certo la prima, basti ricordare la riforma Vanoni del 1954!) nella speranza che un clima diverso possa far nascere quella collaborazione che è tipica degli stati democratici moderni e che è uno dei mezzi fondamentali per combattere l’evasione. Passare anche qui dal concetto di suddito che vede lo Stato come un nemico al concetto di cittadino che con il suo Stato collabora.

Ma non appena si è cercato questo nuovo approccio ecco che si annuncia un’altra voluntary disclosure: apparentemente una nuova puntata, ma nei fatti un ritorno al vecchio sistema dei condoni. Questo perché è evidente che un’unica voluntary ha il valore di un colpo di spugna, un invito a mettersi in regola con i nuovi sistemi, altrimenti si diventa a tutti gli effetti evasori totali con conseguenze penali anche pesanti. Ripeterla a intervalli brevi (dato che è evidente che una volta istaurato il principio della ripetitività, verrà ripresentata a intervalli regolari) cambia completamente lo scenario: diventa un condono come tanti altri, semplicemente con diverse modalità.
Il contribuente infedele, l’evasore è indotto a continuare ad evadere, tanto prima o dopo arriva una nuova voluntary attraverso la quale mettersi in regola.
Esattamente quelloche è successo con i condoni edilizi. Il primo era un colpo di spugna sul passato, poi si è continuato a costruire all’impazzata, tanto prima o poi un condono arriva…

Sono dei particolari, ma che dimostrano come sia difficile cambiare davvero una mentalità tanto radicata: scopo fondamentale del fisco è fare cassa in qualsiasi modo o sistema, il contribuente è evasore dichiarato, un suddito da spennare; un invito ai furbi a continuare, tanto prima o dopo arriva il condono.

Guidoriccio da Fogliano

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