Il presidente egiziano ha da poco inaugurato, con una certa enfasi, il raddoppio del
Canale di Suez. Con indiscutibili vantaggi economici. Quello originario già ebbe i suoi detrattori scientifici, preoccupati dall’eventualità di mutamenti idro-geologici. Ora l’allarme, lanciato da fior di docenti universitari, è il seguente: aumenterà, e di molto, la migrazione verso il mediterraneo di specie ittiche “aliene”, di carattere tropicale. Cambiamenti, a causa dell’elevata temperatura del mare nostrum, si sono già verificati. Sul fondale davanti a Savona un subacqueo ha visto un pesce del tutto sconosciuto, finora. Sono altresì aumentate le meduse (molte quelle urticanti). Ormai possono raggiungere i cinquanta chili. Ne sa qualcosa Israele i cui impianti di desalinizzazione sono stati bloccati- con danni anche alla rete elettrica- da questi mostri trasparenti e mollicci. Sempre nel paese ebraico ci sono stati in quest’ultimo periodo tre decessi dovuti a pesci sconosciuti e velenosi (c’entra anche il pesce-palla). Lungi da me il considerare un pericolo la tragica migrazione
(umana) dalle coste mediorientali. Personalmente sono per un’ordinata accoglienza (Europa: batti un colpo!) Qualsiasi accostamento è da considerarsi casuale, o meglio: inappropriato. In ogni caso mi sono venute in mente due frasi. Jorge Luis Borges: « Il mare è un antico idioma che non riesco a decifrare». Joseph Conrad: «Il mare non è mai stato amico dell’uomo. Tutt’al più é stato complice.
Pier Mario Fasanotti