Dietro alla truffe delle Poste

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Dopo le banche fallite, le popolari venete, il Montepaschi, ecco le Poste: stesso copione, stessi risultati…

La storia si ripete. Le Poste negli anni scorsi hanno collocato presso piccoli risparmiatori tagli di diversi fondi immobiliari ad alto rischio ed ora, al momento della scadenza del fondo, i sottoscrittori scoprono di aver avuto perdite ingenti: una quota acquistata a 2000 euro viene rimborsata a 360.
Come da copione, questi fondi immobiliari sono stati presentati come investimento sicuro (“cosa c’è di più solido del mattone?”), con rendimenti più alti del normale e piazzati giocando soprattutto sull’ignoranza in tema di investimenti e sul rapporto fiduciario tra banca e cliente (“che cosa c’è di più sicuro delle Poste?”).
Si tratta anche in questo caso di una truffa bella e buona: la legge prescrive che questi prodotti ad alto rischio siano collocati solo presso investitori istituzionali (e non presso privati spesso pensionati a basso reddito) e comunque in possesso di un Mifid (la dichiarazione che certifica la propensione al rischio del cliente) idoneo.
Si è addirittura arrivati al caso limite di un prodotto con scadenza a 13 anni venduto a un pensionato di 82 anni!
Tutto questo ci fa sorgere due domande:

  • siamo sicuri che questi comportamenti siano stati limitati ad alcune banche e ad alcuni periodi, oppure è un sistema generalizzato? In questo caso, del tutto probabile, quanti sono questi prodotti-truffa ancora in circolazione?
  • In tutto questo periodo tutti gli enti preposti al controllo del sistema bancario, Banca d’Italia, Consob, Abi dove erano e cosa hanno controllato?

Si torna così a uno dei problemi principali dell’Italia: l’eccesso e la complicazione di regole e di burocrazia che fa sì che esistano infiniti controlli fatti da svariati enti, ma che questi non siano altro che sovrastrutture burocratiche, utili forse a giustificare l’attività di tanti enti o a rallentare e complicare la vita ai cittadini, ma del tutto inutili quando si tratta di controllare davvero non la forma ma la sostanza di queste attività.
Meno burocrazia, meno leggi, decreti e regolamenti e più controlli di merito, ecco quanto da sempre chiede Libertates

di Angelo Gazzaniga