Cuba: nessuna volontà di alleviare il peso che il popolo sopporta

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carralero
L’apertura agli USA implica una vera volontà di cambiamento oppure è solo fumo negli occhi?: l’opinione di un esule anticastrista

Sono convinto che dentro al governo cubano ci siano dei funzionari governativi che desiderano la pace e le relazioni sincere con tutti i paesi del mondo, inclusi gli Stati Uniti, ma la buona volontà di quei pochi, di diversi dissidenti e molte persone del popolo, tra cui, naturalmente, la diaspora e l’esilio, non basta per credere che questo esercizio sconcertante – “minacciano di gettare la palla in Prima Base e poi gettarla a Terza Base” (secondo l’argot del baseball) – praticato dal regime, implichi la volontà di cambiamenti da parte della sfera più alta del regime. No, assolutamente no. La filosofia di Castro (FC) è sempre stata il gioco di potere per il potere.
Niente di buono ha voluto e quindi poco edificante concluso Fidel Castro per il suo popolo. Raul ha imitato i sentimenti e le azioni del fratello, quindi ha conseguito lo stesso risultato. Queste ipotesi mi portano alla conclusione seguente: la decisione di ristabilire le relazioni con gli Stati Uniti non esce di un ragionamento sano, ma dalla necessità urgente che ha il regime di prendere il denaro dove si trova, come ha sempre fatto: nessun principio sano in questo, ben sì il cronico fine di restare al potere – mi viene in mente una frase dalla saggezza contadina – rimane come verme nell’albero marcio.
Molti cubani hanno saltato di gioia, gli altri; tuttavia saltano per le preoccupazioni e alcuni dalle incertezze che produce a loro l’aver conosciuto Castro, il castrismo e i suoi assurdi 56 anni di potere, senza cambiamenti sostanziali: un’inerzia che logora pure la fede.
Ho sempre sostenuto che Castro è stato il più fortunato dittatore della storia moderna. Questa grazia non gli arriva per caso. Oltre il magnetismo già trito e ritrito del personaggio, altri fattori convergono nella sua personalità rarefatta che ha creato le condizioni per farlo diventare il dittatore che più favori abbia mai ottenuto, da amici e presunti avversari ideologici: il suo ossessivo discorso anti-americano, la sua capacità camaleontica di vendersi al miglior offerente; questi fattori insieme con quella filosofia che dice: il nemico del mio nemico, chiunque sia, è il mio amico, sono alcune delle condizioni che hanno contribuito a far meno difficile il suo percorso politico.
Diamo un’occhiata ad alcuni dati. All’inizio del suo lungo potere ha flirtato con sovietici e cinesi, e alla fine ha deciso di abbandonare gli occhi a mandorla, perché hanno posto dei limiti alle sue guerre in Africa. I cinesi con il tempo sembra l’abbiano perdonato. Con i sovietici avevano diversi alterchi, ma sempre lo hanno perdonato per via degli interessi ideologici e per altre cause. Dopo la caduta del muro di Berlino e tutti i suoi muri fratelli, l’Unione europea tese la mano da “nonna” (prima contraddizione apparente) in attesa di un altro alleato. Ed è arrivato Chávez in cerca del padre che gli insegnasse ad abbaiare con un certo stile e l’aiutasse a prepararsi per, in un futuro, sostituire il Saturno delle Americhe, ma il povero non ha mai imparato ad abbaiare con stile di buon dittatore e l’abbraccio del padre, anche per lui divenne fatale, letale. Ora, quando il Venezuela vacilla sulle sue fragili politiche corde, Obama abbraccia chi più ha aggredito il suolo americano nella storia delle relazioni tra i due paesi. Usando la maieutica oserei dire che il regime di Castro rimane l’affare del secolo; commercio politico ed economico in cui convergono “Tiro e Trojan”.
Non credo che questa – più che passo falso – falsità storica meriti esultanza o angoscia. Fatte attenzione a non rompervi la testa! Per molti di coloro che oggi esultano, domani arriverà il tempo delle delusioni. Agli scettici e pessimisti, tuttavia, vorrei assicurare che, nonostante l’intenzione di Obama e Castro sia quella di far eseguire la stessa rima con un’altra metrica, alla fine la storia farà pagare i responsabili del colpo inferto a chi vuole la vera libertà. E ci sarà il trionfo finale della verità.
A quelli che aspettano con la bocca aperta come pulcini sovvenzionati, vorrei anticipare che presto le leggi sull’immigrazione per i cubani saranno ripristinate. Ci sono più di 40.000 cubani con richiesta di espulsione per l’isola. E’ probabile che entro un periodo calcolabile in alcuni mesi la Legge di Aggiustamento Cubano sia rimossa e il confine con gli Stati Uniti chiusi per i cubani che passano attraverso il Messico o in Canada.
Non tutto è perduto per coloro che vogliono la libertà, senza preposizione, e nemmeno hanno vinto coloro che credono che tutto sarà roseo. Anche qui la causa avrà il suo effetto.

Carlos Carralero

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