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BIG BEAUTIFUL BILL: SCACCO MATTO A MUSK

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“Il fallimento è un’opzione. Se le cose non falliscono, non stai innovando
abbastanza”
Elon Musk

“Icaro precipitò per essersi troppo avvicinato al sole. Elon Musk sta perdendo quota per averlo fatto rispetto a Trump. Tra la mitologia greca e l’elegia americana la distanza è un abisso. Ci cadono dentro l’epica, la metafora, l’insegnamento per i mortali. Restano a galla invece la spericolatezza, il narcisismo e l’assoluta mancanza di senso della posizione. Credi di essere in alto, ma sei soltanto arrivato al limite. Per ora.”: così scrisse il grande Gabriele Romagnoli il 30 maggio 2025 su “la Repubblica” nel suo pezzo “Musk dice addio all’amico Donald, così si è bruciato l’Icaro d’America”.
Già, materia per un cold case. Ma potremmo avere bisogno di lui nell’ora del pericolo. Sempre che non scivoli su una buccia di banana, tra i vertici e gli abissi dell’esistere, il maximum e il minimum.
La sindrome di hybris affligge Donald Trump (estraneo all’intelligenza), secondo la diagnosi dello psichiatra politico inglese David Owen. Che cos’è? E’ la sindrome della visione, e s’incontra puntualmente con la nemesi. Perché questo accade? Il mito dell’eziologia tanto caro a Irving Stone è sospeso dalla realtà; ma né Owen né i suoi colleghi tengono conto della teoria della riflessività che orienta l’azione delle Fondazioni per la Società Aperta, da applicare tanto alla psicologia quanto all’economia.
Chi è il maggiore avversario della Opening Society? Donald Trump, un adolescente al potere che ha una Weltanschauung puerile e soprattutto: crede di avere accesso alla verità ultima. Un’autentica follia. Trump semplicemente ignora che la realtà esiste, e lo hanno capito sia Stormy Daniels che George Soros.
Scrive l’ottimo analista Roberto Festa su Il Fatto Quotidiano nella radiografia da entomologo “Trump festeggia l’ok alla legge che sposta risorse dai poveri ai super ricchi: “La gente è felice”. I sondaggi dicono il contrario”:

“Ha firmato il “big, beautiful bill” circondato dai repubblicani in festa, al tradizionale picnic celebrativo del 4 luglio alla Casa Bianca, mentre la flotta dei B-2, quelli usati per bombardare i siti nucleari iraniani, sorvolavano i cieli di Washington. Poi è partito per un comizio in Iowa, dove davanti a una folla altrettanto giubilante ha alluso a un cappellino del MAGA, che dice “Trump ha ragione su tutto”, e ha spiegato: “Sembra un po’ presuntuoso. Ma è vero!”. Donald Trump ha concluso quelle che ha definito “le due migliori settimane che un presidente possa avere” con il successo per lui più grande, il passaggio della legge di bilancio. Lui ne esalta una parte, i tagli alle tasse, e minimizza l’altra, la scure su Medicaid e assistenza alimentare. “Non ve ne accorgerete nemmeno” dice. E aggiunge: “La gente è felice, felice!”… “.
Continua Roberto Festa: “… la legge di Trump taglia la spesa sociale – parte dei costi del “Supplemental Nutrition Assistance Program”, che aiuta gli americani a basso reddito a procurarsi generi alimentari di prima necessità, sono trasferiti sugli Stati – e impone nuovi requisiti lavorativi a chi accede al Medicaid. “Sapete quali sono le due attività più diffuse tra chi percepisce il Medicaid? La prima è guardare la TV. La seconda, giocare ai play games”, ha detto Karl Rove, lo stratega repubblicano di George W. Bush. Infine, la misura stanzia decine di miliardi di dollari per implementare la costruzione di un muro con il Messico e potenziare i mezzi della polizia di confine. Tagli alle tasse. Mano dura contro (presunti) nullafacenti. Sicurezza. Cosa ci potrebbe essere di più esaltante per un conservatore? …”. Una stupidaggine alla Sarkozy.

Alcune considerazioni s’impongono immediatamente, anche se chi scrive non è abile con la penna come l’opinion maker Festa. Lo sfondo del “delirio scacchistico” di Trump (vedi Daniela Ranieri) è l’ideologia, proprio come accade a Giorgia Meloni in Italia in materia di RDC, reddito di cittadinanza. La “grandiosa semplificazione dell’ideologia”, per citare il raffinato analista Zbgnew
Brzezinsky. Seconda considerazione: Trump ragiona e agisce in maniera opposta a come fa l’oligarca caduto in disgrazia Mikhail Khodorkovsky, Citizen K: rinunziare all’autocondizionamento dell’uscita di sicurezza offerta dal “punto di equilibrio”. Trump fa sesso con il punto di equilibrio. Ma, d’altro canto, bisogna ammettere che l’antisociale Trump, è stato coerente con lo “psico-reato di Keynes” fin dall’inizio (cioè questa storia che trova nel Big Beautiful Bill la sua sintesi, comincia quand’era presidente Biden, un Roosevelt a metà): non ti permetterò, Joe, di convertire il debito nella SPESA IN DISAVANZO a costo di vedere i bambini morire di fame. Ci torneremo. Quali sono le motivazioni che fanno da sfondo alla clamorosa rottura tra Musk e The Donald? Il presidente ha abbandonato alla “distruzione creatrice” le aziende di Elon. Così è se vi pare.
Perché lo ha fatto? La sindrome del beneficiato si è abbattuta su di lui, e inesorabile colpisce. “Non siamo padroni a casa nostra” è il miglior aforisma di Sigmund Freud. Ricordo che anni fa il colonnello Gheddafi fu intervistato da un giornalista italiano, e gli disse: “Ma Nikolas Sarkozy deve soffrire di disturbi mentali! Io l’ho fatto eleggere Presidente, e ha dichiarato guerra al mio Paese”. La sindrome del beneficiato è eziologicamente collegata all’inconscio. A proposito del pirandelliano Musk, va chiarito che la rottura del gentlemen agreement tra lui e l’ipomaniaco Trump si è manifestata in tre distinte fasi: il capitalista senza capitali di Tesla ha dato il più generoso finanziamento alla campagna dell’immobiliarista in bancarotta di New York (6 miliardi di debiti contro 250 milioni di dollari di patrimonio) e questi gli ha tagliato i sussidi; il sudafricano Elon ha giocato allora l’asso di poker degli “Epstein files”: impedisco che venga desecretata quella parte che riguarda il coinvolgimento di The Donald nell’istigazione al suicidio di Jeffrey Epstein che aveva carte compromettenti sui wilde parties cui partecipava l’inquilino della Casa Bianca (sesso con minorenni, alcune stettero male) e ti salvo dall’Impeachment, ma tu garantisci l’aumento di capitale alle mie aziende per 5 miliardi. E’ l’errore più grande del neuro-divergente ingenuo Elon: non ha capito con chi ha a che fare. Con un uomo che si mangia letteralmente le persone. Infatti, Donald Troia ha reagito: “Lo deporterò e rimarrà senza sussidi”. Un vero amico. Ma la realtà è ambigua e complessa: Musk diventa keynesiano ancorchè per motivi egoistici (vedi la teoria della Mano Invisibile); affossando la legge di bilancio del Tycoon, ha spianato la strada al nascituro New Deal 2.0; si chiama eterogenesi dei fini (di cui parlava Massimo Cacciari da Daniele Luttazzi a Satyricon). Ma non è affatto irrealistico un avvicinamento tra il plutocrate Asperger e Soros, accumunabili dall’obiettivo di abbattere Trump whatever it takes. Scrive il geniale Massimo Giannini un po’ Mussolini su “Affari e Finanza” del 16 giugno 2025: “… E’ sicuramente un egotico, pazzotico e ketaminico, bugiardo seriale e disfunzionale, maltrattato dal violento padre Errol quand’era bambino e bullizzato dai compagni quand’era studente alla Pretoria Boys High School. Ma qui il triliardario patron di Tesla e di Starlink, di SpaceX e di Neuralink (la “proiezione” è la carne viva dell’opera, nda) ha ragione da vendere. Più che i dazi, la vera bomba atomica innescata nel cuore già ammaccato degli States è proprio la legge finanziaria. Il Committee for a Responsible Federal Budget l’ha studiata e ha appena emesso il suo verdetto. Nei prossimi dieci anni la manovra trumpiana farà esplodere il debito pubblico Usa di altri 3.300 miliardi, che potrebbero diventare 5.200 se le misure temporanee dovessero diventare permanenti. In valori assoluti, il debito totale supererà i 30 mila miliardi di dollari, e dall’attuale 100% del Pil raggiungerebbe nel 2034 il 125 o il 129%, con il relativo boom del costo degli interessi a carico del Tesoro. Un tetto mai raggiunto nella gloriosa Storia. Il grande sogno americano trasformato in un incubo planetario. Se si passa dalle macro- grandezze alle micro- misure, l’incubo diventa delirio. In mille pagine di testo, il “Bbb” messo a punto dal Dottor Stranamore di Mar – a – Lago distrugge uno ad uno i pilastri della politica economica e fiscale conosciuti finora …”.
La Seconda Grande Depressione è già cominciata, e la Trumpnomics non ne è il primum movens ma è compatibile con la stessa; Hitler non era il creatore della Shoah, ma il suo contributo era compatibile con la stessa.

Facciamo un passo indietro. Era il 2023, quando Hillary Clinton pubblicò la sua migliore requisitoria
sul Financial Times contro il cosiddetto “Big Beautiful bill ante-litteram” del portavoce repubblicano Kevin Mc Carthy, l’agente di Trump al Congresso che deteneva la golden share sul passaggio delle leggi (riassunta su Libertates nel pezzo “Trump e Musk ignorano il “punto di equilibrio”), che è stata tradotta da Anna Bissanti su “la Repubblica”; Biden, già ottimo esecutore del Piano Tarp sotto Obama, non ha avuto successo laddove Roosevelt fece la storia (segno che l’America è in declino), mentre Trump ha avuto successo laddove Herbert Hoover fallì:

“Lo speaker della Camera dei rappresentanti Kevin Mc Carthy sta facendo una richiesta di riscatto. I suoi ostaggi sono l’economia e la credibilità dell’America. Mc Carthy ha avvertito che, se il presidente Biden non accetterà ingenti tagli all’istruzione, all’assistenza sanitaria, all’assistenza alimentare per i bambini poveri, i repubblicani della Camera si rifiuteranno di alzare il tetto del debito del governo federale rischiando, teoricamente, di innescare una crisi finanziaria globale.
A giustificazione di quanto detto, Mc Carthy ha evocato più volte la minaccia della concorrenza cinese. Il portavoce ha ragione quando dice che questo dibattito ha implicazioni molto significative per la sicurezza nazionale, ma non come dice lui. Con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, con le tensioni con la Cina che continuano a inasprirsi, con altre minacce globali che incombono, la comunità internazionale guarda agli Usa per una leadership forte e salda. La politica del rischio calcolato del Congresso per ciò che concerne il tetto del debito invia ai nostri alleati e ai nostri avversari il messaggio contrario: l’America è divisa e deconcentrata, non si può fare affidamento su di lei. Iniziamo sfatando subito un mito. Il dibattito sul tetto del debito non concerne l’autorizzazione ad altre spese, ma il saldo da parte del Congresso dei debiti che ha già contratto. Rifiutarsi di pagare vorrebbe dire fare qualcosa di simile a saltare una rata del mutuo, solo che si avrebbero ripercussioni globali. Per il ruolo che gli Usa hanno nell’economia internazionale – e per il dollaro – essere inadempienti nei confronti dei nostri debiti potrebbe innescare un tracollo finanziario globale … Oggi la competitività tra le democrazie e le autocrazie è diventata più acuta. Minando la credibilità degli Usa e il primato del dollaro, la battaglia sul tetto del debito fa il gioco di Xi Jinping e Putin. La leadership Usa nel mondo dipende dalla nostra forza economica in patria. Fare default ed essere inadempienti nei confronti dei nostri debiti costerebbe 7 milioni di posti di lavoro agli Stati Uniti e farebbe sprofondare la nostra economia in una profonda recessione. Spesso chiediamo alle nostre nazioni di riporre fiducia negli Stati Uniti. Il nostro esercito ci sarà per proteggere gli alleati; il nostro sistema finanziario è sicuro e, quando mettiamo in guardia da pericolosi dispositivi cinesi per le telecomunicazioni o da un’imminente invasione russa, diciamo la verità. Rischiare di infrangere la promessa americana di saldare i suoi debiti mette in discussione tutto ciò …”.

Il Big Beautiful Bill nella promessa dell’“età dell’oro” – libertà senza responsabilità – è il naturale prolungamento dell’ostruzionismo di Kevin Mc Carthy su Biden senza Roosevelt. L’America precipiterà nella bancarotta e nella guerra civile, prigioniera della hybris di un uomo che è drogato di ideologia e che ha un’organizzazione di personalità schiacciata sul principio di piacere con disturbi antisociali. Non è malattia, ma psicopatia; eppure una linea di margine le separa: tuttavia parliamo di un uomo straordinario in senso negativo, nei confronti del quale Federico Rampini fa propaganda con il trucco del terzismo, come emerge dall’articolo criminogeno “Guerra civile”: a che punto è in America?” del 31 maggio 2024 su Corriere della Sera. Scrive Massimo Giannini su “Affari e Finanza”: “… Ora, le domande sono due. La prima: sono ancora contenti gli americani, a partire dai famosi maschi bianchi del Midwest, arrabbiati e disoccupati, impoveriti e non garantiti, che a novembre di un anno fa hanno votato in massa per il multimiliardario newyorchese? La seconda: per salvarci dalla furia di Godzilla dobbiamo davvero sperare soltanto nel nascente “America Party” di Kong?”.
Si, Musk può salvare l’America e stringere un gentlemen agreement con la Società Aperta di Alexander Soros. Stretto tra i debiti e l’illuminazione della hybris, egoismo e patriottismo, gravi
frustrazioni e l’ambizione di passare alla Storia.
Sempre che non faccia la fine di Jeffrey Epstein …
Ma probabilmente è quello che succederà. E sarà la violenta covert action contro Elon smascherato, l’inizio della guerra civile. Looking good, feeling bad: dalla locuzione di Friedman.

di Alexander Bush

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Alexander Bush, classe '88, nutre da sempre una passione per la politica e l’economia legata al giornalismo d’inchiesta. Ha realizzato diversi documentari presentati a Palazzo Cubani, tra questi “Monte Draghi di Siena” e “L’utilizzatore finale del Ponte dei Frati Neri”, riscuotendo grande interesse di pubblico. Si definisce un liberale arrabbiato e appassionato in economia prima ancora che in politica. Bush ha pubblicato un atto d’accusa contro la Procura di Palermo che ha fatto processare Marcello Dell’Utri e sul quale è tuttora aperta la possibilità del processo di revisione: “Romanzo criminale contro Marcello Dell’Utri. Più perseguitato di Enzo Tortora”.