A Cuba, nella tormenta tropicale

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Una fotografia di come si vive a Cuba oggi

Holà, como le va? Dico arrivando dal mio giornalaio, che mi risponde: “no tan bien como usted pero sigo adelante”. Sono arrivato presto a comprare il giornale perche’ non ho dovuto portare la figlia piu’ piccola a scuola, il figlio e’ gia’ abbastanza grande per fare da solo, anzi sono arrivato troppo presto perche’ il quotidiano non e’ ancora arrivato. Ne approfittiamo per il solito scambio di opinioni, io e il giornalaio, il quale mi chiede se ho letto dell’ultima trumpata di Trumpeta- come qui chiamano Trump, e mi dice che ha definito Cuba oppressa da uno stanco regime comunista, e mi chiede se c’ho qualche spiegazione a quella definizione di stanco? No, che non ce l’ho. “Sara’ per il fatto che noi preferiamo lavorare per vivere al contrario di voi che vivete per lavorare?” Mi chiede e, aggiunge, questa attitudine fa parte della ideosincrasia dei latinoamericani e la Rivoluzione ce l’ha rafforzata, non l’abbiamo mica fatta per vivere peggio”.
Non ho trovato il formaggio, ma le banane si, che dopo l’uragano erano diventate rare, come le uova, data la strage di bananeti e danno provocati agli allevamenti delle galline. In compenso ho incontrato una conoscente cubana che mi ha dato la buona notizia, che e’ arrivato il pollo alla bodega. Che sarebbe il luogo dove si distribuiscono gli alimenti sovvenzionati dallo Stato e si pagano il 10% del prezzo normale in commercio.
Come al solito, la tipa, quando mi trova senza figli, mi attacca un gran bottone sulle vecchie conoscenze in comune. Una volta mi ha detto che in passato siamo stati intimi, ma io sono sicuro di non essere mai stato intimo di una “vieja gorda”, pero’ forse vent’anni fa non era ne vieja ne gorda, forse.
Devo sbrigarmi perche devo portare la racchetta alla bambina che se l’e’dimenticata e all’una il professore di tennis la preleva dalla scuola, assiema a una trentina di altri bambini, per raggiungere i campi in vista di un paio d’ore di allenamento. Ma poiché la prima Tormenta Tropicale (nome affibiatole “Alberto)” della stagione continua a rovesciare acqua a catinelle, anche se pare, meno male, non divenga uragano, forse il tennis oggi salta.
Sul quotidiano ho trovato una notiziola curiosa. Italia e Cuba hanno firmato un Accordo di cooperazione sulle Energie Rinnovabili. Almeno non tutte le notizie dall’Italia sono demoralizzanti…
Mi è passata l’ora per andare alla presentazione della nuova edizione del libro “100 ore con Fidel”, di Ignazio Rabonet, scrittore e giornalista francospagnolo. E’ stato definita la biografia politica piu’ completa di Fidel, e quindi a parte il fatto che è stato tradotto in molte lingue, si susseguono nuove edizioni, mi sembra che questa sia l’ottava in spagnolo. Non ho mai letto quella in italiano, ma certamente ci sarà, da qualche parte.
Avrei dovuto anche potare le piante che stanno invadendo gli spazi umani nel patio di casa, la velocità con cui crescono queste piante nel clima tropicale mi hanno sempre fatto impressione, mi ricordano i mostri di certi racconti del terrore; ma si è fatta ora di cena e sarà meglio che prepari la brace per quel bel pesce che ho comprato a un pescatore stamattina, spesso i miei figli arrivano a cena e non posso non aver nulla da dargli.
Domattina andro al punto Wi Fi per collegarmi a internet e vedere la posta, e sapere cosa dicono gli amici, e forse invio questa mia autocronaca all’amico e compagno di viaggio Dario, che me la suggeriva, o forse no?.

di Giancarlo Guglielmi

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Giancarlo Guglielmi
Giancarlo Guglielmi che vive a Cuba da molto tempo, oltre a informare e commentare gli avvenimenti più importanti che si svolgono da quelle parti, offre consulenze per chi fosse interessato a eventuali investimenti a Cuba, o semplicemente per tour personalizzati dell’isola. Chi volesse entrare in contatto puo’ farlo attraverso la email: giangi.riha@gmail.com

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