E adesso le riforme!

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Mai come dopo questa elezione del Presidente della Repubblica è apparsa l’evidenza di attuare quelle riforme che, auspicate da Libertates sin dalla sua nascita, risultano ormai necessarie per la politica italiana.
Si tratta di apportare una riforma profonda alla Costituzione; riforma resa necessaria da fatto he la Costituzione italiana, come tutte le leggi, risente e rispecchia il periodo in cui fu creata: sono passati ormai 80 anni e la situazione politica, economica e sociale dell’Italia è completamente cambiata.

  • la prima, fondamentale, riforma riguarda la legge elettorale. Quale essa sia (e qui il discorso diverrebbe molto tecnico) deve rispondere a un’esigenza: il rapporto tra eletto ed elettore. Il cittadino deve poter scegliere il proprio candidato, valutarne le proposte, seguirne l’attività politica e valutarne l’operato. Attualmente nessun (o quasi) elettore conosce chi ha mandato in Parlamento e questo comporta che il deputato (o il senatore, ovvio) si ritenga più legato al rapporto di fedeltà con chi lo ha messo in lista che con chi lo ha eletto.
    Come sciogliere il nodo? Con l’adozione di primarie controllate e garantite che permettano al cittadino di scegliere i propri candidati; possono essere primarie di tipo diverso ma con una condizione essenziale: che chiunque possa candidarsi e non essere obbligatoriamente scelto dal partito.
  • La seconda riforma riguarda il funzionamento del Parlamento. L’Italia è l’unico grande Paese al mondo ad avere il bicameralismo perfetto. Come ben sappiamo ogni legge deve essere approvata da tutti e due i rami del Parlamento; è sufficiente una piccola modifica perché l’iter debba essere ricominciato. Tutto ciò porta a un rallentamento inconcepibile nell’adozione di una legge, soprattutto in tempi così veloci come i nostri. Ovvia conseguenza è stata che, per ovviare all’inevitabile paralisi, il potere legislativo è passato al Consiglio dei Ministri: la funzione principale delle Camere è diventata quella di tramutare i decreti leggi del Governo in legge, spesso addirittura senza discussione perché è stata messa la fiducia. Si tratta di un autentico rovesciamento della funzione legislativa che è passata in pratica all’esecutivo.
    Che fare? Creare un vero Senato delle Regioni che è necessario in un Paese che vorrebbe essere federalista ma che non riesce davvero a esserlo, in una confusione di ruoli e leggi.
  • Terza riforma necessaria è quella della funzione del Presidente della Repubblica. Quella della presidenza è nata come una funzione di notaio, di garanzia del rispetto dei valori della Costituzione da parte dell’esecutivo (il governo) e del legislativo (il parlamento) e lentamente, nel progressivo decadere dei partiti, e si è trasformata in una funzione politica: si parla addirittura di semipresidenzialismo di fatto, di potere di indirizzo verso il governo … Tutte formule che nascondono un fatto innegabile: l’impianto costituzionale non corrisponde più alla situazione reale e niente è più confuso e pericoloso che una situazione non regolamentata a livello normativo, affidata alle singole personalità o ai bisogni dei momenti. Che si faccia quindi una riforma in un senso o nell’altro (dalla definizione dei poteri del Presidente alla sua nomina diretta) è una necessità evidente quanto impellente.

Aspettare, rinviare, pensare solo ai propri immediati interessi elettorali non è più possibile: lo chiedono ormai i cittadini tutti

di Angelo Gazzaniga

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Angelo Gazzaniga
Presidente del Comitato Esecutivo di Libertates. Imprenditore nel campo della stampa e dell’editoria. Da sempre liberale, in lotta per la libertà e contro ogni totalitarismo e integralismo.

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