L’Italia fa acqua da tutte le parti

Data:

andrea
L’Italia fa acqua in senso reale, ma soprattutto metaforico. Il capitalismo all’italiana, un capitalismo basato sui sussidi di Stato non regge più: occorre una nuova generazione di imprenditori autenticamente liberali

Per la seconda volta in un mese il capoluogo lombardo è stato colpito da piogge che hanno causato disagi. Un profondo buco si è creato nell’asfalto in pieno centro Milano. Ci chiediamo … come è possibile che una città come Milano non abbia fondi per risolvere problemi che ormai sono ordinari e che azioni preventive non possano evitare situazione tanto spiacevoli se non alle volte tragiche?
Siamo un paese ricco dove la spesa pubblica molte volte riguarda progetti inutili e faraonici, basta solo citare le strutture delle Olimpiadi di Torino alcune delle quali ormai abbandonate o quelle del Mondiale del ’90 che sono ancora in attesa di soluzione. O meglio siamo un paese con pochi molto ricchi, che da soli forse potrebbero azzerare il debito pubblico ma che invece continuano a depredare il bene pubblico con fittizie dichiarazioni dei redditi.
Precisiamo: noi di Libertates ci battiamo per il libero capitalismo, ma con una vera competizione di mercato regolata in maniera snella dall’autorità pubblica e con tasse chiare e non “vampiresche”. Il dato storico, tuttavia, mostra un’Italia con grandi imprenditori privati che negli ultimi 50 anni hanno preferito condizionare la politica per tutelare i loro interessi piuttosto che investire nell’innovazione di prodotto e nella ricerca di nuovi mercati. Ora ne pagano (gli imprenditori) e ne stiamo pagando tutti le conseguenze. Il crollo del tasso di occupazione deriva da una classe imprenditoriale – compreso il capitalismo pubblico – sprovvista di un vero spirito industriale. Crollato il protezionismo di Stato è crollato tutto, e da qui si capisce la timidezza dei politici nostrani nel Parlamento europeo, molte volte non abili a tutelare gli interessi del made in italy.
La verità è che da sempre la nostra industria privata si è poggiata troppo spesso sullo Stato. Cig, finanziamenti pubblici, sgravi fiscali, cessione di imprese pubbliche per quattro soldi, danni ambientali non risolti hanno permesso a pochi di speculare sulle spalle di cittadini, lavoratori e imprenditori virtuosi.
Noi come liberali chiediamo che lo Stato smetta di fare da balia alla vecchia generazione di industriali e che finalmente lasci libera strada a nuovi giovani imprenditori e che investa su di loro favorendo le nuove imprese, eliminando l’inutile burocrazia e agevolando l’accesso al credito.
Il centro di tutto questo è l’innovazione digitale, una grande occasione da non perdere. Non ce ne rendiamo conto ma una nuova rivoluzione industriale è già iniziata da tempo. È ora di farne parte.

wp_user_avatar
Gilbert du Motier de La Fayette
Liberale fedele ai grandi ideali, rivoluzionario a riposo ma sempre pronto a scendere in battaglia in nome della democrazia e della libertà. Chissà chi è in realtà il marchese La Fayette.

Share post:

Iscriviti alla nostra newsletter

Recenti

Ti potrebbe interessare anche...
Libertates

MA ESISTE UN MINISTERO DELL’ISTRUZIONE?

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha giustificato l’italiano sgrammaticato del comunicato emesso in occasione della polemica sul Ramadan nella scuola di Pioltello con il fatto che lo ha dettato al telefono.... di Guidoriccio da Fogliano

HISTORIA MAGISTRA VITAE?

Non si direbbe. Salvini ha dichiarato solennemente “il popolo che vota ha sempre ragione”.... di Guidoriccio da Fogliano

Giusta la legge contro il sovraindebitamento, ma…

Un imprenditore di Imperia, attualmente disoccupato, si è visto recapitare un’ingiunzione di pagamento di 11 milioni di euro per tasse inevase da un’impresa edile di aveva delle quote... di Angelo Gazzaniga

Ferragni: quando si “scoperchia il vaso di pandoro…”

Si potrebbe intitolare in questo modo la vicenda di questi giorni, quando si scopre che un influencer guadagna centinaia di migliaia di euro per “consigliare” un dolce che... di Guidoriccio da Fogliano