L’enciclica Laudato si: due sciocchezze e una perla

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Non tutti sono d’accordo con Papa Francesco

L’enciclica ecologista di Papa Francesco, con rispetto parlando per l’estensore e i suoi ispiratori, contiene due solenni sciocchezze e una bellissima perla. Niente di male, si dirà, dal momento che si tratta pur sempre di un’opera umana, imperfetta. Eppure qualcosa di male c’è, se sotto il manto del Magistero di madre Chiesa Bergoglio fa passare concetti razionalmente (e non solo laicamente) sbagliati. Questa considerazione assume un significato speciale alla luce dell’ultimo saggio di Renato Cristin (“Il complesso d’Europa”, pubblicato recentemente in estratto da Libertates.com con il titolo “Bergoglio a Lampedusa, o il crepuscolo dell’Europa”). Un libro che tanti dovrebbero leggere per la sua analisi colta, ed eccezionalmente acuta, del “filo-terzomondismo” di Papa Francesco, contrapposto alla difesa dell’identità europea di Ratzinger. Terzomondismo definito come “universalismo radicale che opera in sintonia con un astratto principio multiculturalista, da cui deriva anche l’assenso all’indiscriminato e incontrollato accesso di persone da altri continenti” in Europa.
Tornando all’enciclica, la prima sciocchezza riguarda l’idea, corriva col progressismo da salotto, che la terra si stia surriscaldando a causa delle malefatte dell’uomo. Le quali, naturalmente, esistono: ci sono sempre state ed esisteranno ancora quando il ricordo di Papa Francesco sarà consegnato agli archivi. Tuttavia tali malefatte, dall’inquinamento allo spreco alimentare, non c’entrano nulla con la presunta apocalisse che, secondo l’enciclica papale, incomberebbe sulla terra. Il modesto incremento di 0,7 gradi centigradi che si è verificato durante tutto il secolo scorso nel pianeta con ogni probabilità fa parte delle fisiologiche oscillazioni termiche dovute all’attività del sole. Tanto è vero che gli astrofisici registrano un modesto incremento di temperatura anche su Marte, Giove, Saturno e addirittura Plutone, dove riesce difficile credere a un’intensa attività industriale, con annesso consumismo. La verità è che questa impostazione superficiale, probabilmente ispirata dall’ex padre francescano Leonardo Boff, cultore di madre terra nel suo buen retiro brasiliano, non ha alcuna base scientifica razionale, e si può considerare l’ultimo esempio di quell’antropocentrismo ingenuo che faceva immaginare il nostro pianeta al centro dell’universo, con tutto il resto che gli ruotava intorno.
La seconda sciocchezza contenuta nell’enciclica riguarda le soluzioni proposte per scongiurare l’apocalisse: una “ecologia integrale”, ovvero una pianificazione globale dello sviluppo economico, scientifico, politico, culturale: come se un sistema infinitamente complesso come quello planetario potesse essere regolato dall’alto in un sinedrio di esperti illuminati (e naturalmente selezionati tra i fedeli alla causa). Una prospettiva da far rabbrividire, per la sua indifferenza alle regole democratiche, per il suo fideismo scientista, e in fin dei conti per la sua ostilità alla libertà imprevedibile delle azioni umane. Per non parlare della invocata, e non meglio chiarita, “limitazione della proprietà privata”: la quale, dopo il tramonto del collettivismo socialista, oggi forse potrebbe essere presa sul serio soltanto da qualche dittatura sudamericana, o magari attuata da qualche Califfato in marcia.
E la perla? C’è anche questa, per fortuna. Ricollegando l’inquinamento materiale e la cultura dello spreco umano e spirituale al degrado morale dell’individuo, alla dittatura dei desideri, nonché alla divinizzazione della tecnologia, l’enciclica coglie il cuore profondo della crisi occidentale: il suo relativismo imbelle, il soggettivismo assoluto, l’indifferenza verso la natura, l’ugualitarismo ideologico che, sotto le apparenze di apertura all’altro, in realtà odia tutte le differenze, persino quelle sessuali, e si propone di sterilizzarle o metterle sotto controllo.
Ma così la perla, inquinata dall’ideologia, non può risplendere. La luce di “Laudato si” è troppo debole per indicare davvero una via.

Gaston Beuk

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Gaston Beuk
Gaston Beuk è lo pseudonimo di un noto giornalista e scrittore dalmata. Si definisce liberale in economia, conservatore nei valori, riformista nel metodo, democratico nei rapporti fra cittadino e politica, federalista nella concezione dello Stato e libertario dal punto di vista dei diritti individuali.

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