Il caso Mattei: ci vuole un trattamento sanitario obbligatorio per certi PM

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Alcune “novità” sul comportamento di una certa Magistratura

E’ accaduto un fatto abbastanza grave, nell’eterna Magistratocrazia della Repubblica dei fichi d’India, da meritare l’attenzione dei lettori. L’attuale sostituto procuratore generale al Tribunale di Milano Vincenzo Calia, ex pm a Pavia nella qualità di titolare di un’inchiesta psichiatrica sulla morte di Enrico Mattei iniziata nel 1994 e conclusasi nel 2003 (sic!) mandando all’“inferno della prescrizione” centinaia di fascicoli investigativi sui reati di allarme sociale come spaccio e rapina che non destavano l’interesse intellettuale del nostro turbo-narcisista pm scagliato contro la “demoplutocrazia di Cefis e Montanelli”, ha pubblicato 400 pagine circa di requisitoria intitolata “Il caso Mattei – Le prove dell’omicidio del Presidente dell’Eni – Dopo bugie, depistaggi e manipolazioni della verità” edito da Chiarelettere: mi chiedo dove trovi il tempo per lavorare, ma probabilmente ha le qualità divinatorie di Giulio Cesare che riusciva a fare contemporaneamente due cose.
La cripto-imputazione tecnicamente fuorilegge alla base dell’ennesimo giallo sulla morte del “petroliere senza petrolio” Mattei si basa sull’intuizione a-probatoria di un megadepistaggio giornalistico al servizio della P2 dell’“onorato presidente” Eugenio Cefis di cui il megafono propagandistico sarebbe stato il giornalista Indro Montanelli, che prima avrebbe complottato contro Enrico Mattei, poi avrebbe tentato di manipolare financo Piero Ottone per proteggere Cefis e infine avrebbe sponsorizzato un tentato colpo di Stato contro il Pci durante gli Anni Settanta.
Avete capito bene? Urge un trattamento sanitario obbligatorio al magistrato Calia che invece di occuparsi dei reati da strada o dei cosiddetti profili investigativi “lowprofile”, per ben 9 anni– dal 1994 al 2003 (sic!) – ha potuto autoreferenzialmente dedicare ben 500 pagine di inchiesta penale con tanto di benevola autorizzazione del Gip al presunto coinvolgimento di Indro Montanelli in una dantesca manipolazione di Confindustria, Eni e Sette Sorelle contro lo zar dell’Agip Enrico Mattei, morto in un incidente aereo il 27 ottobre 1962. Dimenticavo un dettaglio… lo stesso pm Calia a un certo punto del libro – che ho letto esterrefatto in questo caldo tropicalmente insopportabile – arriva ad accusare lo stesso regista Francesco Rosi, autore de “Il caso Mattei”, di aver nascosto le prove dell’assassinio del giornalista de “L’ora” palermitana Mauro De Mauro. Leggere per credere: addirittura Montanelli venne interrogato da Vincenzo Calia in relazione ad un’ipotesi di falsa testimonianza, come emerge dal resoconto narcisisticamente psichiatrico di pag. 236 e 237 alla voce “Montanelli e i “pennivendoli”– Il Giornale” di Cefis”. Qui ci vuole ci vuole un bravo psichiatra esperto per il trattamento dei disturbi narcisistico-borderline della personalità: “… Corrado Stajano, scrittore e inviato del “Corriere della Sera” dal 1987 al 2003, così parla di Montanelli: “Per me Montanelli resta quello che ho scritto nel mio libro (La città degli untori, nda), un giornalista di arcani istinti che riuscì a rendere credibile la favola di essere uno che la cantava ai potenti di cui era al servizio”. Chi erano, quindi, “i potenti dei quali era al servizio”?
“Il Giornale” di Cefis–“Il Giornale di Indro Montanelli non sarebbe mai esistito senza i soldi di Eugenio Cefis. Il nuovo quotidiano fu fondato a Milano il 27 febbraio 1974 e il primo numero uscì il 25 giugno dello stesso anno. Poi, nel 1977, il giornalista accettò il sostegno finanziario di Silvio Berlusconi, allora imprenditore edile, che fece il suo ingresso “dapprima con una quota del 12%, poi – dal 1979 – con una quota del 30%, che lo avrebbe reso da quel momento il principale azionista. Negli anni successivi tale quota si sarebbe ulteriormente ampliata, sino a raggiungere una percentuale prossima al 90%… Cefis garantì al giornale di Montanelli 12 miliardi di lire l’anno per tre anni. Su questo finanziamento Montanelli però non ha detto tutta la verità ai suoi lettori…”.
Ricordo a memoria una favolosa battuta di Montanelli a Piero Ottone: “Senti Piero, questi pm secondo me sono pazzi. Ma l’importante è che diano un senso alla loro vita”. Più Montanelli, meno Calia. La realizzabile utopia di un’Italia più civile. Con una proposta: test psico-attitudinali per i pm!
Al di là della battuta, avete capito perché si estinguono 138.000 processi l’anno per prescrizione?

di Alexander Bush

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Alexander Bush
Alexander Bush, classe '88, nutre da sempre una passione per la politica e l’economia legata al giornalismo d’inchiesta. Ha realizzato diversi documentari presentati a Palazzo Cubani, tra questi “Monte Draghi di Siena” e “L’utilizzatore finale del Ponte dei Frati Neri”, riscuotendo grande interesse di pubblico. Si definisce un liberale arrabbiato e appassionato in economia prima ancora che in politica. Bush ha pubblicato un atto d’accusa contro la Procura di Palermo che ha fatto processare Marcello Dell’Utri e sul quale è tuttora aperta la possibilità del processo di revisione: “Romanzo criminale contro Marcello Dell’Utri. Più perseguitato di Enzo Tortora”.

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